teatro-fortuna-fano-80x80Le Marche abbracciano la comicità romagnanola ed è un’esplosione di gustose risate.

Nella raffinatissima location del Teatro della Fortuna va in scena La Penultima Cena, quarto spettacolo teatrale dell’imprenditore della ristorazione, prestato al cabaret, Paolo Cevoli, il cui ricavato è stato devoluto alla Onlus AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale), per sostenere il progetto di un nuovo centro educativo ad Haiti.

La dimestichezza con gli argomenti gastronomici e la presenza di un pubblico di “casa”, in grado di capire anche le espressioni dialettali di più complessa decifrazione – quanti sanno che burdèl significa bambino? – hanno certamente aiutato la realizzazione di uno spettacolo che diverte e coinvolge per tutta la sua lunga durata, grazie al ritmo della recitazione sostenuto e, allo stesso tempo, ben dosato, ma soprattutto alla spontanea vis del comico di Riccione (giustamente scriveva il nostro Emanuele Marconi: “assistere a un suo spettacolo è come sedersi con il più simpatico degli albergatori della riviera romagnola davanti a un piatto di tagliatelle al ragù o a una piadina”).

Sullo sfondo di una nota vicenda storica (il cosidetto periodo AC/DC che va dalla pax romana di Augusto fino alle persecuzioni dell’Imperatore Nerone), viene ripercorsa la vita dello chef romano Paulus Simplicius Marone, responsabile catering dell’Ultima cena di Gesù con gli apostoli: dall’infanzia passata ad Ariminum, scrutando il mare e tenendo acceso il fuoco per il ritorno dei pescatori (attese condite dagli sganassoni educativi del nonno); alla formazione presso la scuola capitolina di arte culinaria di Apicio – il più famoso cuoco dell’antichità (ma anche presso le vogliose matrone di Roma); per arrivare agli anni formidabili in Palestina e al ritorno come schiavo nella caput mundi.

E quando tutto sembra perduto (ovvero, i sogni di grandezza nel campo della gastronomia), Paulus infrange la legge dell’uomo – che vuole lo schiavo obbedire senza discussioni – pur sapendo di sacrificare in questo modo la propria vita. Decide infatti di salvare alcune vite cristiane dalla fossa dei leoni, saziando quest’ultimi con ogni ben di Dio disponibile nella cambusa ed evitando, cosi, che si cibassero dei fedeli (libera reinterpretazione dell’analogo episodio biblico di Daniele). Adesso tutto è chiaro: se è stata quella delle belve l’autentica Ultima cena, allora quella più famosa – immortalata nell’affresco di Leonardo da Vinci – è stata la precedente.

La Penultima Cena non è uno spettacolo di satira, il suo scopo non è quello di parlare di religione, politica o amore (alcuni tra i temi fugacemente toccati, anzi utilizzati), ma semplicemente di riuscire nell’ardua impresa di far ridere.

Paolo dona se stesso (compresa la propria storia professionale) al pubblico, con uno spettacolo efficace: qualche sepolcro imbiancato potrà anche storcere il naso di fronte all’utilizzo comico-secolarizzato della vicenda sacra, ma in sala il pubblico è sovrano. E rideva, di gusto.

Lo spettacolo è andato in scena:
Fondazione Teatro della Fortuna

piazza XX Settembre, 1 – Fano (Pu)
domenica 5 dicembre, ore 21.15
(durata 1 ora e 15 minuti circa senza intervallo)

La penultima cena
di e con Paolo Cevoli