La piccola volpe e il suo mondo fiabesco

Il Teatro dell’Opera di Lione ci proietta nella fantasia di una delle opere più belle e magiche del compositore russo Leoš Janáček, La volpe astuta.

Il compositore ceco Leoš Janáček è tra le più importanti firme musicali della prima parte del XX secolo; vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, non trascorse una vita facile, sia per le tragiche vicende familiari (la scomparsa prematura dei suoi due figli) e le complesse vicende politiche del periodo in cui visse, sia soprattutto per il mancato appagamento artistico-professionale. Infatti il successo e la fortuna arrivarono per Janáček solo molto tardi, dopo essersi dovuto districare con caparbietà nelle complesse vicende personali; oggi, però, la produzione del compositore è nel repertorio più significativo della modernità. Per un certo verso, l’opera di Janáček si pone agli antipodi delle sperimentazioni coetanee della Scuola di Vienna, e perciò della rivoluzione atonale e dell’avvento della tecnica dodecafonica che sconvolsero le convenzioni classiche della storia della musica; infatti l’impostazione stilistica, specie nella produzione operistica, resta tradizionale, ma la forza di questa musica è stata senza dubbio quella di inaugurare e annunciare le modalità di composizione tipiche della grande musica di consumo contemporanea, come la musica cinematografica. Il Teatro dell’Opera di Lione mette in scena una delle opere più poetiche e commoventi di Janáček, ovvero La petite renarde rusée, conosciuta in Italia col titolo La volpe astuta, opera in tre atti tratta da un racconto di Rudolf Těsnohlídek. Si tratta di una scelta ben precisa da parte del Teatro, perché La volpe astuta era, fin dalle intenzioni degli autori, un’opera rivolta a tutti, soprattutto ai bambini e ai giovanissimi; si tratta infatti di una storia fantastica, ispirata alla più nobile tradizione favolistica dell’est Europa, capace di coniugare messaggi morali e politici profondi con la magia della fiaba per bambini. Ed è ulteriormente toccante pensare come Janáček abbia deciso di scrivere un’opera del genere (che sembra uscita dall’immaginazione di Walt Disney) dopo l’esperienza terribile della morte dei suoi figli. In una sala piena di giovani e bambini, lo spettacolo proietta il pubblico in un mondo fantastico, bucolico e onirico, dove vediamo gli attori (nella maggior parte bambini) interpretare zanzare, farfalle, rane, insetti di vario tipo; poi c’è la protagonista, ovvero la volpe interpretata da una splendida Ilse Eerens, che rifiuta di venire addomesticata e piegata dalla legge di chi comanda. Ovviamente, essendo stata scritta tra il 1921 e il 1924, l’opera non può non risentire dell’ascesa di Stalin da un lato, e della diffusione del fascismo dall’altra (pensiamo alla memorabile scena in cui la volpe tenta di spingere le galline a rivoltarsi contro il loro “padrone”, il gallo, senza però riuscirci e preferendo poi gettarsi in mezzo a loro per mangiarle). La scenografia (Nicky Rieti), assieme alla regia (André Engel), sono sbalorditive, e il valore aggiunto sono i costumi (Elisabeth Neumuller); la direzione musicale dell’Orchestra di Lione è affidata a Tomas Hanus, che attraverso le musiche evocative eseguite con maestria e precisione ci conduce in questo universo per molti versi persino surreale. Infatti, la densità di significati dell’opera travalica la mera “storia per bambini”, non solo per quella dimensione politica a cui abbiamo già fatto riferimento, bensì perché più volte l’opera assume una dimensione quasi morbosa legata all’attrazione fisica e alla sensualità, col cacciatore che si innamora letteralmente della piccola volpe; d’altronde, quelli erano anche gli anni della diffusione del pensiero di Freud in tutta Europa, che ci avrebbe insegnato che il mondo della fantasia infantile è il bacino della perversione sessuale.

La petite renarde rusée est l’occasion pour le compositeur Leoš Janáček de déployer des splendides harmonies ainsi qu’un lyrisme et un romantisme unique. L’ Opera de Lyon nous offre une mise en scène mémorable du chef-d’oeuvre du compositeur tchèque, dans un monde de conte de fées pour les enfants mais riches d’idées spirituel, morale et politique.

Lo spettacolo continua:
L’Opéra Théâtre de Lyon
1, Place de la Comédie – Lione (Francia)
fino a venerdì 1 febbraio, ore 20.00 (domenica 27 gennaio, ore 16.00)

Opéra de Lyon presenta
La petite renarde rusée
di Leoš Janáček
libretto Leoš Janáček, Rudolf Těsnohlídek
regia André Engel
direzione musicale Tomas Hanus
con Vladimir Samsonov, Jeannette Fischer, Ilse Eerens, Angélique Noldus