Tutto su mia madre

Dal 21 ottobre al 9 novembre al Teatro Eliseo di Roma Giuliana Lojodice è in scena con La professione della Signora Warren di George Bernard Shaw. Giancarlo Sepe con maestria riadatta il testo affidando il ruolo di Crofts a Giuseppe Pambieri e quello di Vivie alla bravissima Federica Stefanelli.

La storia de La professione della signora Warren, anche per chi non conosce bene questa commedia “sgradevole” di George Bernard Shaw, si può quasi intuire. Quella di Giuliana Lojodice è invece assai nota: attrice di teatro straordinaria che ha preso parte anche a film di successo internazionale come La dolce vita e La vita è bella, e che regala anche questa volta una magistrale interpretazione.
Nei panni della Signora Kitty Warren, infatti, la Lojodice è perfetta; l’attrice ha la giusta verve ed eleganza. Soprattutto ha il talento necessario per dar vita a una donna matura, tenutaria di diverse case di tolleranza sparse per l’Europa, costretta da giovane «per quattordici ore al giorno a servire da bere e a lavare bicchieri per quattro scellini alla settimana e il vitto». Il suo personaggio viene presentato subito dopo l’apertura del sipario all’interno di una macchina, i cui fari pian piano illuminano il palcoscenico.
Un’interessante scelta di regia, che permette al pubblico di accogliere con un caloroso applauso la Lojodice, mentre la nebbia e l’oscurità vanno scemando in quella che sembra un’atmosfera da film noir.
Le luci si spostano progressivamente sull’altra interprete femminile, Vivie, che la giovane Federica Stefanelli incarna egregiamente e che Sepe introduce in un altro emblematico modo: sepolta da varie pile di libri. Si sveglia così, come se fosse appena uscita dalle pagine di un romanzo, con l’idea d’indossare un abito inizialmente cartaceo e poi di stoffa, colei che all’interno della storia tiene testa a tutti, con quella saggezza e quel coraggio che fanno del suo personaggio un esempio eccellente di caparbietà.
Vivie è cresciuta negli agi, ma senza l’amore di una famiglia. Di suo padre non si conosce l’identità e sua madre, pur non avendole mai fatto mancare nulla dal punto di vista economico, ha tenuto a distanza l’affetto, essendo la Signora Warren perennemente impegnata a gestire i propri affari.
Il loro è un incontro-scontro e i dialoghi, forti, accesi e pieni di risentimento scaldano e appassionano la platea. Sono due donne che hanno lottato per la loro emancipazione, vissute in due epoche diverse, che ora vorrebbero trovare un punto in comune senza scendere a compromessi. Insieme le due attrici sono empaticamente grintose e restituiscono tutta la drammaticità di cui è pregna questa confessione, che – nonostante possa essere riadattata ai nostri tempi – conserva tutta l’ipocrisia della buona società inglese d’inizio ‘900.
Attorno alle due protagoniste ruotano quattro personaggi maschili: Sir George Crofts, interpretato da Giuseppe Pambieri, che con molta ironia si calibra in bilico tra egoismo ed egocentrismo con delle trovate comiche che risiedono soprattutto nei movimenti di scena; Praed che Pino Tufillaro porta in scena con una classe innata; Frank che il bravissimo Fabrizio Nevola incarna come un vero gentleman racchiuso nelle sue raffinate vestaglie e nei abiti eleganti. Infine il Pastore Samuel Gardner, il personaggio più sopra le righe della commedia, che Roberto Tesconi ha fatto suo con un look decisamente particolare, che svela molto della sua “missione” per la quale sembra sia poco avvezzo.
La pièce appassiona, è fluida nella narrazione, ci sono alcuni microfoni leggermente bassi (durante la prima), ma si segue intensamente con il desiderio di scoprire le varie mosse dei protagonisti. La scenografia è un po’ scarna, ai lati del palcoscenico s’intravedono volutamente, infatti, le pareti reali del teatro, scelta discutibile poiché una copertura totale poteva rendere maggiormente lo spettatore prigioniero della storia articolata sul doppio registro comico-grottesco, che soltanto attori di un certo livello riescono a tenere.
La professione della signora Warren sarà in scena al Teatro Eliseo di Roma fino a domenica 9 novembre e se c’è chi pensa di schierarsi con una delle due protagoniste, non potrà far altro che accettare quelle che nella vita si chiamano scelte.

Lo spettacolo continua:
Teatro Eliseo

via Nazionale, 183 – Roma
orario: martedì,giovedì e venerdì ore 20.45, mercoledì ore 17.00 , sabato ore 16.30 e 20.45, domenica ore 17.00
durata 2 h circa intervallo escluso

La professione della Signora Warren
di George Bernard Shaw
regia Giancarlo Sepe
con Giuliana Lojodice, Giuseppe Pambieri, Federica Stefanelli, Pino Tufillaro, Fabrizio Nevola, Roberto Tesconi
scene e costumi Carlo De Marino
disegno luci Gerardo Buzzanca
colonna sonora Harmonia Team
musiche originali Davide Mastrogiovanni