Bisogni come desideri

Al Teatro Planet è andato in scena il secondo spettacolo in concorso per il D.O.I.T. – Drammaturgie Oltre Il Teatro: La quarta unità, della compagnia veneta H2O non potabile, convince e conferma la qualità del festival.

Visto in particolare l’intento del D.O.I.T. – Drammaturgie Oltre Il Teatro, il cui intento è quello di svelare in scena l’esistente che ci circonda in maniera nuova e competente, l’aver selezionato lo spettacolo La quarta unità rappresenta una scelta quanto mai azzeccata.

Stimolo per la sua genesi è stato – come raccontato dai protagonisti neil dibattito di fine spettacolo – il referendum sulla privatizzazione dell’acqua del non lontano 2011, momento durante il quale è apparso chiaro e lampante come anche un bene naturalmente comune fosse messo a rischio da una quasi incontenibile volontà di controllo dall’alto. Simbolo e metafora di questo potere è Azienda, di cui, sotto la stretta osservazione del supervisore, i due protagonisti Stan e Franz diventano i centralinisti allo scopo di vendere prodotti o, per meglio dire, pacchetti sui generis ma di cui il fruitore non potrà più fare a meno.

Questa è una sintesi riduttiva poiché tanti sono i temi e gli spunti di riflessione messi in campo da questi tre giovani artisti che, con poca scenografia, buona interpretazione e ottima drammaturgia, danno vita a una performance meritevole e originale.
Viene più volte ripetuto nel testo che i bisogni nascono dai desideri ed è su questa strategia comunicativa che Azienda e i suoi Plus Valori (i centralinisti) mirano a convertire gli Obiettori, ovvero tutti coloro rifiutano di acquistare i pacchetti in questione (i diversamente consumatori): c’è il pacchetto di erogazione dell’attrito, il pacchetto equilibrio, il pacchetto Sun, solo per citarne alcuni. Se non si acquista quel dato pacchetto, si perde il diritto a quel dato servizio, compresi avvenimenti assolutamente naturali come l’avvicendarsi della luce e del buio.

In questa competizione fatta di assoluto agonismo aziendale – durante il quale più vendi più avanzi di unità – ci sono una serie di regole restrittive e inviolabili, tra le quali la Quarta Unità: non intrattenere contatti con i clienti, in particolare con gli Obiettori. Ma la voce fuori dal coro, quella che porta in sé la ribellione e che rivendica la sua coerenza fino all’atto estremo, è proprio uno di essi, per esattezza la cliente 212, ovvero Rebecca. Rebecca per la sua diversità affascina uno dei due Plus Valori: in tutto e per tutto un amore dei tempi moderni, quelli che nascono sui social network, legati più a un gioco di fantasia e immaginazione che non a un qualcosa di tangibile.

Una sorta di ossessione. Ma questo modo di vivere l’amore non sarà sufficiente per evitare l’estremo atto finale, quello che lo spettatore può vivere come una vera e propria catarsi: non potendo più godere della sua libertà, Rebecca si lascia convincere dal suo Plus Valore ad acquistare il pacchetto più caro che, nella sua estremizzata coerenza, rispecchia l’unica via possibile per la libertà, di cui non sveleremo, per amore di suspense, il nome.

È un’analisi estremamente lucida dei tempi in cui ci troviamo a vivere, condotta alternando momenti grotteschi ad altri più comici, nonostante la rappresentazione scenica risulti lievemente frammentata. Non è così per il testo che arriva perfettamente nella sua chiarezza e logica schiacciante, anche se si deve riconoscere come l’andamento di tutto lo spettacolo, non preparando alla svolta di un finale che arriva inaspettato, dimostri lungimiranza e per questo, se possibile, ancora più efficacia.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno del D.O.I.T. – Drammaturgie Oltre Il Teatro
Teatro Planet
Via Crema, 14

10-11 marzo
La quarta unità
di Jacopo Giacomoni
con Vincenzo Tosetto, Jacopo Giacomoni e Marco Tonino