Fiesole in nero

Caterina de’ Medici: storia della donna che il caso designò regina e poi la volle tiranna. Silvia Frasson, sulla scena di Villa Peyron, dà voce al controverso personaggio della Reine noire sviscerando i come e i perché della sua fin troppo nota efferatezza.

Caterina, ultima discendente legittima della famiglia Medici, nasce nel 1519 e tredici anni dopo viene data in sposa al cadetto della famiglia regnante di Francia, Enrico II di Valois. Lei bruttina, lui bellissimo. Lei italiana in terra straniera, lui ai vertici del potentissimo Regno di Francia. Lei innamorata, lui… meno. Lei fedelissima, lui… meno. L’inaspettata morte dell’erede al trono consegna il trono nelle mani del secondogenito Enrico II, portando così al parossismo le divergenze coniugali della coppia reale ed esponendole al pubblico ludibrio dei francesi: scalzata da Diana, concubina ufficiale del marito, Caterina vive per 25 lunghi anni al margine della vita pubblica e privata di Enrico. Fino al giorno in cui il marito muore per le ferite riportate in un torneo, e lei decide di indossare abiti neri – contrariamente all’uso fino allora in voga di scegliere il bianco quale colore per il lutto – dai quali deriva il suo soprannome che, a un tempo, indica aspetto e comportamento dell’italiana – per sempre straniera agli occhi e nei cuori dei francesi come lo sarà, due secoli e mezzo dopo, Maria Antonietta, l’austriaca per antonomasia.

Nata nella solitudine, lo stesso giorno della morte di entrambi i suoi genitori, Caterina non fu strappata al destino di desolazione neppure da cotante nozze. Diede alla luce quattro figli ma rimase sola, costretta a usare il pugno di ferro anche con loro. Reggente del figlio Carlo, prima, e di Enrico III, poi, cercò di portare avanti una politica tollerante ma le vicende storiche fecero sì che proprio nei suoi anni si verificassero eventi di memorabile efferatezza, come le interminabili guerre di religione e la Strage di San Bartolomeo, la notte in cui Parigi e la Francia intera furono allagate dal sangue dei protestanti.

La straordinaria interpretazione di Silvia Frasson rende giustizia alla donna tanto incompresa e alla regina travolta dagli eventi, estrapolando dalla storia e dalla leggenda gli elementi che fanno luce sulle autentiche aspirazioni di Caterina e il loro costante infrangersi contro le contingenze.

Gli ondeggiamenti dell’animo della protagonista sono accompagnati con maestria dalle musiche scritte ed eseguite in scena – al pianoforte – da Tommaso Ferrini, in sintonia impeccabile con il testo e con la recitazione. Scena spoglia con l’unica eccezione di un abito mediceo scuro, defilato, illuminato solo quando si hanno tutti gli elementi per comprenderne il significato: nero come il vestito che la regina scelse per il suo lutto, in disparte come la costante relegazione ai margini della vita di Caterina.

Il testo, scritto e interpretato dalla mirabile narratrice, risponde alle tante domande su come sia stato possibile che una bambina dolce e in costante ricerca di affetto si sia trasformata in una donna sanguinaria e senza scrupoli. Forse le sue vicissitudini, forse un destino crudele, forse la vita che si è divertita con lei abusando di ironia. Chissà se questa performance, qualche secolo dopo, potrà portare un briciolo di conforto a colei che fu condannata all’incomprensione. Certo Silvia Frasson tenta in ogni modo di rendere giustizia al suo personaggio, versandosi anima e corpo in un’interpretazione così realistica e coinvolgente da farsi seguire nei marosi dei sentimenti – muovendo al sorriso, all’emozione, infine a una lacrima di compassione per chi nata sola morirà sola, così che la sorte poté almeno dirsi coerente.

La location esclusiva di Villa Peyron, sulle colline fiesolane che dominano Firenze, con un giardino all’italiana che offre una vista mozzafiato sulla città che fu di Caterina, conferiscono un quid magico a uno spettacolo che merita tutto il sold out riscosso. Un monologo straniante dalla realtà che catapulta cinquecento anni indietro, immettendo il pubblico nel vortice della quotidianeità vibrante e nelle emozioni travolgenti della passionale Caterina.

Lo spettacolo è andato in scena:
Villa Peyron

via di Vincigliata, 2- Fiesole (FI)
fino a giovedì 30 giugno e continuerà da mercoledì 6 a sabato 9 luglio, ore 21.00

Tedavì ’98 presenta:
La Regina Nera. Ovvero tutta la verità vi prego su Caterina de’ Medici
scritto e interpretato da Silvia Frasson
musiche Tommaso Ferrini
con la partecipazione di un brano di Benedetta Zamboni
(durata un’ora e trenta minuti circa)