La Ricotta, il capolavoro cinematografico di Pier Paolo Pasolini, portato in scena al Franco Parenti da Antonello Fassari, regge il confronto col gioiello del maestro.

La Ricotta (1963) è un racconto di Pier Paolo Pasolini che è diventato l’episodio da lui diretto di un film dal titolo RO.GO.PA.G. prodotto da Alfredo Bini. Siamo sul set cinematografico dove si gira un film sulla Passione di Cristo. Stracci, il protagonista, che fa la parte del ladrone buono, fra una pausa e l’altra della lavorazione cerca di trovare di che sfamarsi, poiché ha dato alla moglie e ai sette figli il suo cestino.

Sullo sfondo, raccontati, i personaggi tipici del grande carrozzone cinematografico: il regista, illuminato e assente, il giornalista inconsapevole marionetta del sistema, il produttore, la Maddalena, le altre comparse. Un’umanità fotografata nel suo rapporto con l’Assoluto e con il profano, come in una sorta di Giudizio Universale, dove Stracci, il generico che diventa protagonista, trasfigurato dalla ricerca del cibo, affronta un Calvario reale ma invisibile a tutti gli altri.

E adesso veniamo allo spettacolo in scena al Parenti.
Tutti conosciamo Antonello Fassari, chi per Romanzo Criminale, chi per il ruolo di Cesare Cesaroni, chi per i film di Vanzina e chi per… il teatro. Tutti conosciamo La Ricotta di Pier Paolo Pasolini, capolavoro assoluto del cinema, anno 1963; un mediometraggio su cui fiumi d’inchiostro sono stati scritti. Cosa potrebbe succedere se un attore così dotato potesse interpretare un’opera così bella? Semplice: sarebbe un successo seguito dalla standing ovation. E in effetti questo è ciò che è successo la sera del 1 novembre, anniversario della morte del poeta-regista-scrittore Pasolini, al Teatro Parenti di Milano. In onore e commemorazione dell’evento, Fassari si è esibito in uno spettacolo meraviglioso, con un’interpretazione straordinaria.

A dimostrazione che il teatro è arte della mente e dell’ingegno, la scena si compone solamente di un tavolo di legno, una sedia di legno, una poltroncina da regista e di una postazione per violoncello dove la musicista accompagna l’attore nella sua performance. Minimalista. Da applausi, entrambi. Uno spettacolo già messo in scena nel 2004 (dopo 5 anni di scrittura dell’adattamento teatrale al mediometraggio pasoliniano) e che ancora oggi è capace di emozionare e di commuovere.

I giochi di luci e le musiche sono la spalla perfetta per un attore che solo con la voce, il cambiamento di tono, le onomatopee e i gesti, riporta nei nostri occhi il capolavoro di Pasolini: descrivendo le inquadrature, recitando tutti i ruoli, sottolineando e spiegando meglio situazioni e dinamiche imperdibili nella successiva visione della pellicola. Recitato in quel misto tra italiano e dialetto romano che tanto fu caro a Pasolini, la trasposizione di Antonello Fassari è stupefacente. E la crocifissione finale, con il corpo in controluce e solo mani (chiodi) e testa illuminate dai faretti sono da pelle d’oca. Ripensarlo nei Cesaroni ora viene difficile, Antonello Fassari è molto, molto di più. Pasolini può riposare in pace.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Franco Parenti

Via Pier Lombardo 14 – Milano
domenica 31 ottobre e lunedì 1° novembre

La Ricotta
di Pier Paolo Pasolini
allestimento scenico, regia e interpretazione di Antonello Fassari
con Antonello Fassari e Adelchi Battista
produzione Teatro Franco Parenti