9 millimetri e oltre di un’espressione vocale che narra più e più mondi

Il Teatro Francesco di Bartolo di Buti ospita La sorella di Gesucristo, ultimo capitolo della Trilogia di Oscar De Summa

Narrazione grumosa e limpida, quella di Oscar De Summa, autore e attore inconfondibile, che compie l’ultima parte della sua Trilogia della Provincia con un racconto dal finale aperto: La sorella di Gesucristo. Una storia immaginata ma non rarefatta, dai contorni netti ma dalla protagonista sfumata. Maria è la Ragazza con la pistola in versione teatrale. Come Monica Vitti del film di Mario Monicelli è sperduta e ostinata, fossilizzata su uno scopo sanguinario e nobile, allo stesso tempo giusto e ingiusto; costruisce e mette in moto un delitto d’onore che scombussola gli scompartimenti chiusi di un paesino in provincia di Brindisi, Erchie (cittadina che ha dato i natali a Oscar De Summa e ha ispirato la creazione di molti suoi lavori).
I luoghi tangibili di un Sud Italia controverso e contraddittorio si rafforzano e perdono la loro identità per fare da sfondo a un percorso che è poi psicologico, emotivo, filamento di un’educazione sentimentale che spinge una ragazza a divenire donna, e un ragazzo a trasformarsi in uomo. Perché “si deve essere uomini“, dice De Summa, “si deve agire da uomini“. Non l’uomo ottuso e dittatoriale, ma il guerriero, quello tratteggiato da Sun Tzu nel trattato di strategia militare L’arte della guerra, le cui frasi danno il ritmo allo spettacolo, come deviazioni di senso e refrain della trama principale, che colorano lo stile con tonalità oltre il western, richiamando la filosofia orientale, quell’unione pulsante tra bene e male.

La scrittura scenica alterna momenti sospesi di pura descrizione ad altri di parodia e caricatura; dialoghi ultra comici fino a sprazzi lirici e a monologhi interiori dei personaggi di contorno alla marcia di Maria che, con in mano una Smith&Wesson 9 millimetri, procede in silenzio in direzione di colui che l’ha oltraggiata. La sete di vendetta la acceca, la rischiara, la conduce per strade assolate, mentre la popolazione si schiera e ha reazioni impensabili. Molti uomini la difendono e camminano con lei, le amiche cercano di fermarla, la famiglia si dispera, la madre del suo carnefice la invoca e quasi la incoraggia a fare quello che deve essere fatto.
Alle spalle dell’attore scorre la graphic novel dell’illustratore bolognese Marco Pastore, un fumetto in bianco e nero che destruttura le parole di De Summa e le rende segmento visivo. Ma il potere di quest’opera risiede tutto nella vocalità dell’interprete, nella sua gamma timbrica, nel suo sistematico piombare dalla luce del giorno al buio dell’inconscio e del pensiero, quando l’adrenalina cresce e si schiude nell’immagine di un ragazzo che non è più chi è stato. La sessualità, l’istinto sembrano dissolversi per farlo parlare con voce diversa, nuova, profonda, desiderosa di bisogni che superano la carne, la trapassano. Maria non sarà più solo la sorella di Gesucristo – il fratello che nelle rievocazioni religiose di paese da sempre interpreta il Redentore. Sarà un individuo, non solo un paio di labbra rosse, o “un paio di seni come albicocche“.
E l’uccisione avverrà, o non avverrà, solo nella mente dello spettatore.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Francesco di Bartolo

via Fratelli Disperati, Buti (Pisa)
mercoledì 1° febbraio h. 21:15

La sorella di Gesucristo

terzo capitolo della Trilogia della Provincia
di e con Oscar De Summa
progetto luci e scena Matteo Gozzi
disegni Massimo Pastore
produzione La Corte Ospitale, Attodue, Armunia – Castiglioncello Festival Inequilibrio
con il sostegno de La Casa delle Storie e Corsia Of