Gioie e dolori negli anni Sessanta

Gianni Clementi porta in scena un’Italia lieve e amara, tanto lontana quanto in realtà vicina alla nostra contemporaneità: è La spallata.

Vincitrice del Premio Fondi La Pastora nel 2003, la commedia scritta da Gianni Clementi ci catapulta nelle atmosfere di una indefinita periferia romana degli anni Sessanta, nell’epoca del boom economico, della radio, della tv e del telefono. Ma è anche l’epoca dei sogni rivolti al cinema hollywoodiano, delle grandi rivoluzioni, della ricerca del posto di lavoro stabile e della voglia di combattere per gli ideali di uguaglianza.
Tutti questi elementi caratterizzano i sei personaggi in scena, tutti a loro modo protagonisti: ci sono le due cognate Lucia (Giorgia Trasselli) e Assunta (Gabriella Silvestri), entrambe rimaste vedove; ci sono i figli di Lucia, Edda (Claudia Ferri) che sogna di diventare una grande attrice di cinema, Littorio (Matteo Milani) che rifiuta l’idea del posto fisso e si è segnato al partito per aderire alle lotte operaie, e Benito (Alessandro Loi) che, per portare la famiglia fuori dalle difficoltà economiche seguite alla scomparsa dei due uomini di casa, cerca di mettere su un’impresa di pompe funebri, dall’ “invitante” nome “L’ultimo respiro”. A spalleggiare Tito in questa nuova attività c’è il cugino Romolo (Alessandro Salvatori), figlio di Assunta, carabiniere nella banda che vuole dare una sferzata alla sua vita. Ultimo, ma solo in ordine di apparizione, è Cosimo (Antonio Conte) che con una certa eleganza impastata ad una buona dose di furbizia e faccia tosta, cerca di installarsi in casa Ruzzichetti dopo aver ricevuto lo sfratto.
Tutto ruota attorno alla famosa “spallata” (l’alzata su spalla della bara), la vera e propria prova per la nuova impresa che, se eseguita con successo, consentirebbe a Tito&co. di entrare ufficialmente nel mondo degli affari delle pompe funebri. L’esito, ovviamente, lo lasciamo scoprire allo spettatore che viene deliziato da scenette esilaranti e colpi di scena al limite dell’assurdo.
La vicenda funge un po’ da pretesto a Clementi per regalarci un ritratto divertito e divertente, ma anche nostalgico e amaro della bella Italia degli anni Sessanta.
Si percepisce forte il valore della famiglia che, seppure con tutte le difficoltà del caso derivate da una convivenza stretta tra personalità e generazioni tanto differenti tra loro, esce vincitrice da tutti gli sfortunati accidenti che si susseguono. Sullo sfondo poi pillole di storia che si intersecano con la trama: la radio e la nuova musica leggera italiana, il mito americano, l’attentato a John Kennedy, i balli su un “certo” gruppo di musicisti inglesi che si fanno chiamare I Beatles, gli ideali legati all’iscrizione al partito da parte delle giovani generazioni, la voglia di cambiare per migliorare, senza però mai perdere di vista ciò che è davvero importante nella vita.
La spallata è sì una commedia che diverte a tratti fino alle lacrime, ma ha quel valore aggiunto che è la capacità di far riflettere su se stessa anche dopo essere andati via da teatro.
A tutto questo, non dimentichiamolo, contribuiscono gli attori, interpreti vincenti e convincenti dei loro personaggi.

Lo spettacolo continua:
Teatro Roma
via Umbertide, 3 – Roma
fino a domenica 19 gennaio
orari: da martedì a venerdì ore 21.00, sabato ore 17.00 e ore 21.00, domenica ore 17.30 (lunedì riposo)

Vanessa Gasbarri presenta
La spallata
di Gianni Clementi
regia Vanessa Gasbarri
con Antonio Conte, Giorgia Trasselli, Gabriella Silvestri, Claudia Ferri, Alessandro Loi, Matteo Milani, Alessandro Salvatori
scene Katia Titolo
costumi Velia Gabriele
luci Giuseppe Filipponio
musiche Simone Martino