La vita è il fuoco

Gabriele Lavia porta in scena una delle novelle più filosofiche e nichilistiche di Luigi Pirandello, ovvero La Trappola, monologo metafisico sulla tragedia dell’esistenza.

Tra le novelle di Luigi Pirandello, La Trappola si distingue per la radicalità del suo tono cupo e pessimista; se infatti tutta la poetica dello scrittore siciliano, tanto nei romanzi che nell’opera teatrale e novellistica, si contraddistingue per il suo caratteristico senso di angoscia e deriva esistenziale, per la consapevolezza del tramonto definitivo delle certezze e per il senso di acuto nichilismo che aleggia nella cultura europea nel passaggio tra i due secoli, nella fattispecie La Trappola, nella sua brevità lancinante, sembra persino inasprire i toni lasciando il lettore dinanzi alla tragedia della vita senza possibilità di riscatto o redenzione. Nel monologo del protagonista, dove, come accade spesso nella produzione pirandelliana, follia e lucida consapevolezza della tragedia del vivere si sovrappongono fino a diventare indiscernibili, cinismo e humour nero vengono rincorsi da sentenze lapidarie sul significato metafisico del nostro essere al mondo, sulla consapevolezza del nostro dover morire e sulla condanna a cui tutti siamo destinati dal giorno in cui mettiamo piede in questa valle di lacrime. Al Teatro Argentina di Roma, fino al 24 marzo, è in scena la trasposizione teatrale di questa novella per mano del noto regista e attore Gabriele Lavia, classe ’42, che ne cura anche l’adattamento teatrale interpretando il personaggio principale, lanciato in uno sproloquio, delirante quanto lucido e consapevole, sulla miseria del significato della vita. In un interno borghese circondato da librerie e vecchi armadi, invaso dalla polvere e dal grigiume, illuminato esclusivamente dalla luce fioca di una candela, un signore avanti con l’età confessa amaramente il suo disprezzo per la vita, ma anche per le false ed effimere soddisfazioni alle quali tutti noi soccombiamo quando le scambiamo per realtà effettive e rivelandosi poi solo vacue illusioni; il sesso e le donne non fanno eccezione, anzi si tratta della “trappola” per eccellenza, dove veniamo tratti a causa delle nostre naturali pulsioni fisiologiche condannando un altro piccolo essere alla morte lenta e inesorabile che tutti noi in quanto uomini subiamo dall’alba dei tempi, dal momento in cui emettiamo il primo vagito. Lavia nel suo adattamento mantiene il tono pessimista e drammatico proprio della filosofia della novella, ne estremizza persino alcuni tratti, ma senza mai sacrificare il sarcasmo e l’umorismo tragico che rende lo spettacolo certamente più godibile; ciò che eccelle è la sua interpretazione, sofferta e penosa, che riesce a coinvolgerci tutti perché insiste sul nostro destino condiviso in quanto attori di una recita di morti. Nell’adattamento, Lavia strizza l’occhio anche a Beckett, e non si tratta di anacronismo perchè la tradizione della cultura europea di fine Ottocento e primi del Novecento segna tutto il XX secolo arrivando fino alla contemporaneità, e non è un caso che La Trappola resti a tutt’oggi un testo illuminante; oltretutto, Lavia ha preferito introdurre numerosi riferimenti filosofici espliciti, da Schopenauer a Nietzsche, anche questi a tratti sarcastici ma anche puntuali. D’altronde, è lo stesso regista a sostenere che si tratta della «novella più filosofica, amara e disperata dell’autore agrigentino». Oltre a questo, tipico della personalità e dello stile di Lavia (dimostrato in alcuni film degli anni ’70 e ’80) è il riferimento costante e insistito all’erotismo e al sesso, reso attraverso una soluzione registica stravagante, con delle luci a intermittenza che restituiscono l’effetto dell’accellerazione dei film muti. Come già nella precedente produzione teatrale e cinematografica di Lavia, il sesso non è una soluzione al nostro tragico esistere, ma l’ennesima trappola che incastra e solidifica l’impetuoso fluire della vita.

Lo spettacolo continua:
Teatro Argentina
largo di Torre Argentina, 52 – Roma
fino a domenica 24 marzo
orari: martedì, mercoledì e venerdì ore 21.00, giovedì e domenica ore 17.00, sabato ore 19.00

Teatro di Roma presenta
La Trappola
dalla novella omonima di Luigi Pirandello
adattamento e regia Gabriele Lavia
con Gabriele Lavia, Giovanna Guida, Riccardo Monitillo