L’ombra prima di Eldorado

Raul Montanari in scena al Teatro delle Colonne per un reading intrigante sulla vita e le poetiche di Edgar Allan Poe. E il cuore nero dell’«autore più pop dell’Ottocento» torna a palpitare, aprendo il sipario sui mostri della mente umana.

Apre la scena con esperta disinvoltura Raul Montanari nel reading La vertigine perfetta – Il cuore nero di Edgar Allan Poe.

Con l’occhio dello scrittore e del saggista, in una carrellata di citazioni, digressioni ironiche e aneddoti biografici, Montanari si tiene lontano dalla tentazione di portare alla luce solo la potenza suggestiva dell’autore americano, ma procede chirurgicamente nell’analisi di ciò che Poe ha rappresentato per la storia della letteratura mondiale. Già l’incipit, ben lontano dal blasone accademico nei confronti della leggendaria figura dell’autore, parte “dal basso”, raccontandoci le miserie e l’innegabile sfortuna dell’uomo Poe, per poi involarci man mano sulle vette più alte del suo mistero.

Qui la prima vertigine, quella che vede la grandezza dell’opera sovrapporsi alla vita di un uomo baciato dalla sfortuna. Tartassato dal suo tempo e arricchitosi solo di una sciagura leggendaria, Poe sembra essere costantemente orfano di affetti e riconoscimenti, senza godere mai di quella fama postuma che arriverà solo quando la misera lo avrà già sepolto.

La seconda vertigine è quella ben spiegata in una frase erroneamente attribuita a Milan Kundera – e che Montanari con un certo compiacimento restituisce a Poe – «non è la paura dell’abisso ma l’attrazione per esso», ossia quel terrificante, vischioso ma eccitante richiamo all’oscurità dell’inconscio. Come un bicchiere di troppo, come l’alcool che trascina nel maelström, nel gorgo delle paure più profonde, fino a quando il delirio (che non risparmiò lo scrittore di Boston) sostituisce la realtà.

Amato e pluricitato nel nostro secolo anche dalle rock star, Poe diventa “star” egli stesso. Definito da Montanari «il più pop fra gli scrittori dell’Ottocento», il suo volto diventa un’icona universale e la sua opera si realizza come prototipo del giallo, del noir, dell’horror e del racconto saggio.

Prima di ogni protagonista completo e perfetto c’è sempre un antenato “sfortunato” a cui tocca muovere i primi passi all’interno del nuovo genere letterario e Poe ci racconta le loro storie. Così, nel romanzo giallo, prima dell’impeccabile Holmes di Doyle c’è il povero e misero Auguste Dupin e prima ancora c’è l’archetipo di ogni sciagura esistenziale, Edipo che permette a Sofocle di entrare nella hall of fame degli scrittori di genere. Per il noir, prima dell’elegante «antropofago umanista» Hannibal Lecter, prima di Seven e de I Soliti Sospetti c’è lo sfortunato killer de Il gatto nero, protagonista fallimentare del racconto di Poe che porta a termine il delitto con una fede disperata, con quella commovente e patetica esigenza infantile di ritagliare uno spazio (illusorio) in cui poter controllare tutte le variabili, escludendo l’incomprensibilità terrificante del caos. E così anche per l’horror, dove prima di qualsiasi libro di Stephen King ce n’è sicuramente uno di Poe.

In un tale turbinio di epoche e riflessioni tangenziali che rapisce letteralmente lo spettatore, Montanari si avventura così in un’ulteriore vertigine, quella spazio-temporale.

Se la narrativa ha protetto Poe nel violento corso della storia, Montanari decide di dedicare il finale del suo reading alle due poesie più famose dello scrittore americano, cioè a quella parte della sua produzione assai poco considerata almeno in Europa. Parole che ancora una volta celebrano uomini tristi, soli, dimenticati. Parole scelte con estrema cura per esprimere sentimenti quasi infantili, naturali: il sibilo dell’ombra sinistra che inquieta il cavaliere di Eldorado, il «never more» che ossessiona l’uomo di Raven, che il saggista ci consegna nella sua nuova traduzione. E Montanari celebra così il suo scrittore, interpretando i versi sia in inglese che in italiano, in una recitazione non sempre riuscita, ma capace, a tratti, di far battere il «cuore nero» messo a nudo di Poe.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Appuntamenti al buio
curato dal Teatro alle Colonne e dalla Compagnia ScheriANIMAndelli
Teatro Alle Colonne
corso di Porta Ticinese, 45 – Milano
giovedì 15 dicembre, ore 20.45
 
La vertigine perfetta
Il cuore nero di Edgar Allan Poe – il più pop fra gli scrittori dell’Ottocento
scritta e interpretata da Raul Montanari