Il giuoco delle parti

Nell’Ala Nord della Galleria Nazionale di Parma, va in scena la performance firmata da Lenz e ispirata a La Vida es Sueño di Calderón de la Barca.

È all’insegna della multidisciplinarietà la rappresentazione dell’ultimo lavoro dei Lenz alla Pilotta di Parma, che fa da cornice non solamente pittorica ma anche strutturale alla messa in scena, e da contraltare dialogante all’installazione di Maria Federica Maestri.
Un lavoro, questo auto sacramental, che prende le mosse da La Vida es Sueño, ed esplora l’esistenza umana nella sua reale, tangibile, vulnerabile materialità.
Il racconto, che si srotola tra squarci di realtà vissuta e vette poetiche, narra di vite interrotte a causa di costrizioni sociali o incapacità cognitive o psicologiche individuali – come nel caso dell’Uomo; oppure della caparbietà di una scelta – forse scellerata eppure pienamente consapevole – come nel caso del Principe delle Tenebre.
La vita di ognuno appare immersa in un limbo, e non ci si capacita del perché. Si è circondati da persone che non si relazionano dato che ognuno resta imprigionato (anche visivamente) nel proprio mondo interiore. Gli esseri che si muovono al limitare dell’esistenza paiono impossibilitati a immaginarsi un futuro diverso. L’incontro sembra ancora possibile ma è la paura a prendere il sopravvento – dell’ignoto, della malattia, della morte o forse solamente di un domani diverso da questa inspiegabile quotidianità che consideriamo vita. La stessa idea di libertà aumenta il senso di angoscia come la presa di coscienza del proprio corpo, del proprio sé e dell’altro da sé (da notare il monologo di Sigismondo bambino e poi in dialogo con l’Uomo).
Il filo drammaturgico un po’ si perde in questo spazio racchiuso tra quadri e installazioni visive che propongono – in modo ripetitivo – un gesto, emblematico nella sua certezza nell’immutabilità dell’esistenza/te.
La pena e la sofferenza, a tratti, quale castigo per colui e coloro che non possono più aspirare all’eternità. Ma liberarsi dalle catene, fisicamente e metaforicamente (una tra le scene più emozionanti), non porta in automatico alla liberazione dalla sofferenza (emblematico il racconto, al limitare tra finzione e realtà vissuta, dell’Uomo) ma al sogno che, come quello di Sigismondo, non potrà che svanire per capriccio umano o divino. Si respira, qui, un momento di grande dolcezza – come nel finale – che movimenta un auto sacramental nel complesso forse eccessivamente statico. La costruzione a livello drammaturgico alterna momenti di pathos, ad altri di grande leggerezza ad altri ancora parzialmente ridondanti (come l’elenco delle malattie che affliggono gli uomini e le donne sdraiati sui lettini da ospedale, in cui la descrizione si sovrappone all’immagine senza alcuna aggiunta di contenuti).
La sistemazione degli spettatori, seduti lungo la parete laterale, frontali rispetto alla messinscena, penalizza la visione di chi si trova – come me – ai lati della stessa, mentre il susseguirsi delle azioni su un’area marcatamente rettangolare (quasi un corridoio) rende poco distinguibile, a una parte del pubblico, quanto accade all’estremo opposto dell’installazione.
Molto interessante e riuscita la compresenza scenica di attori sensibili, anziani e professionisti – in grado di agire efficacemente anche in una situazione particolare – e un plauso all’installazione nitida e ineccepibile composta da letti di ospedale che assumono diverse funzioni nel corso del racconto.

Lo spettacolo continua:
Complesso Monumentale della Pilotta
Galleria Nazionale – Ala Nord

piazza della Pilotta, 3 – Parma
fino a sabato 22 giugno (con pausa il 16 e 17), ore 21.00

La Vida es Sueño
auto sacramental
videoinstallazione + performance
da Calderón de la Barca
testo e imagoturgia Francesco Pititto
installazione, costumi e regia Maria Federica Maestri
musica Claudio Rocchetti
performer Sandra Soncini, Franck Berzieri e Paolo Maccini (Ensemble Lenz Fondazione); Matteo Castellazzi, Lorenzo Davini, Martina Gismondi, Agata Pelosi, Margherita Picchi e Giada Vaccaro (Associazione Ars Canto); Giuseppina Cattani, Maria Giardino, Elena Nunziata, Mirella Pongolini, Cesare Quintavalla e Valeria Spocci
progetto site-specific per il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma
cura Elena Sorbi
organizzazione Ilaria Stocchi
assistente di produzione Loredana Scianna
ufficio stampa e comunicazione Michele Pascarella
cura tecnica Alice Scartapacchio
produzione Lenz Fondazione

Foto di Francesco Pititto