Generazioni a confronto

Quattro storie del sud, quattro storie tutte italiane cucite ad hoc dalla scrittrice Giulia Maria Falzea e dal regista Salvatore Tramacere. Prodotto da Koreja Teatro, lo spettacolo in scena il 2 agosto per Teatro dei Luoghi Fest è un gioiello raro, che brilla anche grazie alla musica dal vivo della band Les Trois Lézards..

Analizzandone l’etimologia, abito proviene dal vocabolo latino habĭtus e più nello specifico dal verbo habere che, tra i numerosi significati, riferisce al comportarsi. Inteso come costume indica poi «il particolare comportamento di una società relativamente a determinati aspetti della vita pubblica. Il termine indica anche il complesso di usanze caratteristiche di un popolo in un determinato periodo storico, o di un paese, di una località» I significati dunque sono molteplici, ma quelli citati sono certamente tra i più appropriati per descrivere L’abito della Festa, una delle ultime produzioni di Teatro Koreja da un testo di Giulia Maria Falzea diretto da Salvatore Tramacere. I due, lei autrice, lui regista, rappresentano in maniera esemplare la superba capacità di queste due generazioni di lavorare insieme.

Abito da sera, abito elegante, abito scuro, abito da cocktail, abito da cerimonia, abito da lavoro, abito invernale, abito estivo. Ognuno di essi fa parte della nostra quotidianità ed è associabile a situazioni, circostanze e stagioni che quasi chiunque potrebbe dire di aver vissuto.

Ne L’abito della festa sono quattro gli abiti che l’attore Carlo Durante utilizza per vestirsi, svestirsi, rivestirsi e così entrare ed uscire dai quattro ruoli che ricopre: Bruno, un fuochista da quattro generazioni che, così per gioco, a sei anni lancia il suo primo artificio tra le gambe di una bambina che vent’anni dopo diventerà sua moglie; Assuntina, una paesana non maritata che ogni anno cuce e sistema l’orlo dell’abito della Santa per la rinomata processione del paese e che insegnerà la sua arte a una ragazza straniera «nera come la pece»; Giovanni, prima tromba della banda del paese, innamorato di Rosina, figlia del maestro della banda; Pippi la Festa, all’anagrafe Giuseppe Masciullo, instancabile lavoratore dall’età di diciotto anni, età in cui, invece di scegliere l’attività insieme al padre macellaio, intraprese il lavoro di organizzatore di feste di paese.

L’interpretazione di Durante riesce a far vibrare e a far respirare lo splendente testo di Giulia Maria Falzea, ma a rendere possibile la magia è in particolare la mano di Salvatore Tramacere, direttore artistico formatosi, tra gli altri, sugli insegnamenti diretti da Eugenio Barba e dell’Odin Teatret, asse portante e anima palpitante del Koreja Teatro, ensemble fondato nel 1985 nel paese natio di Aradeo e ininterrottamente alla ricerca dell’essenziale e dell’essenza. Ma cosa sono l’essenziale e l’essenza – tanto nella vita quanto nella ricerca teatrale – per un regista e direttore artistico che, da oltre trent’anni, punta sull’innesto tra le radici di un Salento ancestrale, selvaggio, caldo, e le nuvole bianche di un nord gelido, pallido ed “evoluto” come la Danimarca dell’Odin Teatret?

Difficile rispondere, ma quello che ci sentiamo di suggerire è che Koreja Teatro fa della copresenza e del dialogo generazionale il proprio punto di forza. Incontri – che a volte sono anche scontri, ma che mai cessano di essere confronti – da cui poi nascono frutti e spettacoli come L’abito in festa, una creazione che unisce le diverse generazioni -rappresentate dallo stesso Salvatore Tramacere e da Giulia Maria Falzea, Carlo Durante e Georgia Tramacere – in uno spazio fertile, in continua evoluzione e capace di offrire un contesto molto raro da trovare nei nostri teatri, che siano stabili, off o di programmazione, i quali sempre più assomigliano a spazi compartimenti stagni, fortemente autoreferenziali o falsamente comunitari.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno di Teatro dei Luoghi Fest & Fineterra Teatro
Masseria Tagliatelle, Lecce
domenica 2 agosto

L’abito della festa – quattro racconti cuciti a voce e musica dal vivo
scritto da Giulia Maria Falzea
regia Salvatore Tramacere
con Carlo Durante
musiche dal vivo Giorgio Distante
tromba/basso tuba Giorgio Distante
rullante Roberto Chiga
sax alto / baritono Giovanni Chirico
gran cassa Emanuele Ferrari
costumi Lilian Indraccolo