Divismo e scienza, successo e declino

La storia straziante e magica di Hedy Lamarr, al contempo diva del cinema, scienziato brillante e personaggio trascurato dai più, diventa un testo drammaturgico grazie al contributo di Andrea Camilleri.

Il tempo non sempre è galantuomo, soprattutto quando decide di esaltare determinate icone della cultura lasciandone altre nella penombra permanente, quando in realtà queste ultime meriterebbero un’attenzione particolare. Lo star system hollywoodiano si dimostra spesso spietato non solo perché fagocita il successo di determinati divi o dive asfissiandone la vita, consegnando la loro sfera privata alla pubblica esaltazione, ma è spietato quel sistema anche per la ragione contraria: ci sono personaggi che salgono al successo in una ridotta fase storica, per venire poi trascurati e dimenticati del tutto, quando paradossalmente il loro profilo meriterebbe una celebrazione e un riconoscimento pubblico.

Questo è il caso di Hedy Lamarr, ossia Hedwig Eva Maria Kiesler, attrice austriaca naturalizzata statunitense che ha lavorato con alcuni maestri della settima arte come De Mille, Fleming e Vidor. Se i cinefili e gli appassionati non possono non ricordare la splendida attrice che ispirò figure tipiche dell’immaginario fantastico come Biancaneve e Catwoman, in molti però non conoscono l’altra faccia della carriera di Lamarr: intelligenza particolarmente sviluppata, ricercatrice e scienziata che si adoperò attivamente per contribuire alla guerra al nazismo, Lamarr assieme al compagno George Antheil brevettò un sistema di intercettazione dei siluri che sarebbe stata la base delle attuali tecnologie wireless. Una storia magnifica quella della vita di Lamarr, che si concluse dopo pochi giorni dall’inizio del nuovo millennio, in una condizione di estrema solitudine e senilità mentale.

All’interno del ciclo di incontri Inedito d’autore Scienza In_Coscienza, organizzato dalla Fondazione Musica per Roma presso l’Auditorium Parco della Musica, Alessandra Mortelliti e Laura Pacelli presentano un dialogo serrato, avvincente e dinamico interpretato da Vinicio Marchioni e Milena Mancini; lo spettacolo, supervisionato da Andrea Camilleri, intende mettere in connessione l’arte drammaturgica e il mondo della scienza, ponendo al centro le vicende esistenziali di alcuni scienziati dalla vita affascinante. Nel caso dello spettacolo L’amar (che gioca proprio col nome dell’attrice/scienziata Lamarr, mettendo in evidenza l’aspirazione dell’anziana diva a una relazione autentica capace, disperatamente, di restituirla alla giovinezza), al teatro e alla scienza si aggiungono il gossip ma soprattutto il cinema; i due attori raccontano l’arresto dell’attrice dopo essere stata colta in flagrante durante dei furti. Marchioni interpreta il poliziotto che tenta in tutti i modi di scoprire le generalità dell’anziana, la diva di Hollywood interpretata da Milena Mancini, che a partire da questo interrogatorio svolto durante la notte del capodanno del 1999 rivive alcuni episodi del suo folgorante passato. Nei flashback, Marchioni cambia repentinamente e sapientemente identità, mentre Mancini è bravissima a restituire le sfaccettature tesissime tra successo e declino, rise and fall, riconoscimento e solitudine. Uno spettacolo utile per molte ragioni: per riscoprire e rendere omaggio alla divina Hedy Lamarr, ma più in generale per raccontare una vicenda universale di solitudine e sofferenza che mette in evidenza come il tempo divori tutto, anche quando si riesce a essere magicamente tanto delle dive quanto dei geni della fisica.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno della rassegna Inedito d’autore scienza in_coscienza
Auditorium Parco della Musica
viale Pietro De Coubertin, 30 – Roma
Sala Petrassi
domenica 23 settembre, ore 21.00

Fondazione Musica per Roma in collaborazione con 15 Lune Associazione Culturale presenta
L’amar
interpreti Vinicio Marchioni e Milena Mancini
testo Alessandra Mortelliti e Laura Pacelli
supervisione al testo Andrea Camilleri