Dramma pastorale di un manicomio

Dal 9 al 14 novembre presso il Teatro Trastevere di Roma è andata in scena la rivisitazione de L’Aminta di Torquato Tasso, diretta da Sergio Basile.

La trama è quella della favola originale, rappresentata per la prima volta nel 1573: il pastore Aminta è innamorato della ninfa Silvia, che lo disdegna e che si accorge di amarlo solo quando ha notizia del suo suicidio, al quale egli riesce però a sopravvivere, dando alla storia un lieto fine.

La brillante rappresentazione – che vanta la partecipazione di Massimiliano Auci, Giovanna Cappuccio, Andrei Costantino Cuciuc, Riccardo Parravicini, Arianna Serrao e Giorgia Serrao – coinvolge emotivamente nell’attualizzazione dell’opera cinquecentesca. Ciò accade non solo grazie alle eccellenti performances, ma anche all’intuizione di Basile di spostare la narrazione in un contesto diverso da quello originario con le ambientazioni bucoliche della favola pastorale, difatti, che vengono sostituite dalle celle di un manicomio.

Per quanto l’ecologia scenica sia di per sé “interessante” per una rappresentazione teatrale, la reale motivazione dell’accostamento conferisce un grande valore allo spettacolo: il manicomio in questione è quello di Sant’Anna, in cui Tasso è stato rinchiuso per sette anni per le accuse rivolte al duca di Ferrara, come spiegato all’inizio dalla narratrice. Pertanto, Tasso stesso, in quanto prigioniero, prende parte alle vicende de L’Aminta, i cui protagonisti diventano non più ninfe e satiri, ma compagni psichiatrici affetti da patologie che ne esasperano le caratteristiche caratteriali descritti dal poeta.

In questo contesto, che non è più quello del bosco idilliaco delle ninfe, non vengono risparmiati soprusi e violenze, alle quali però vengono intervallati momenti comici e la stessa rottura della quarta parete, che smorza i toni speso estremamente drammatici – forse proprio a causa del parallelismo forte con le condizioni dei pazienti negli ospedali psichiatrici prima della Legge Basaglia.

Una modalità di rappresentazione intelligente e contemporanea, che avrebbe potuto facilmente cadere nella banalità di una provocazione fine a sé stessa ma che invece ha saputo reinventare la narrazione comunicando qualcosa di autenticamente significativo.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Trastevere

Via Jacopa de’ Settesoli, 3, Roma

L’Aminta
di Torquato Tasso
diretto da Sergio Basile
con Massimiliano Auci, Giovanna Cappuccio, Andrei Costantino Cuciuc, Riccardo Parravicini, Arianna Serrao, Giorgia Serrao
assistente alla regia Giorgia Serrao