Di cosa parliamo quando parliamo d’amore

«Dove va a finire tutto l’amore di una storia d’amore?». Chissà quanti, quante volte nel corso della loro vita se lo sono chiesto. Dinnanzi alla fine di una relazione, che sia la propria, quella di qualcuno che si conosce o quella sviscerata su un palcoscenico, come accaduto al Piccolo Bellini che porta in scena L’amore per le cose assenti, ultimo spettacolo dell’acclamato Luciano Melchionna.

I meccanismi che regolano l’amore e le relazioni sono forse tra le cose più oscure che ancora impegnano i pensieri dell’uomo. E se la scienza ha provato a spiegare perché si decide di stare assieme, ancora nebulose sono le motivazioni che portano allo scioglimento di un legame tanto bramato e venerato. Forse siamo in costante equilibrio precario? Forse ricette di vita eterna non ce ne sono ed è giusto che ogni cosa, persino l’amore, giunga prima o poi a compimento? Quel che è forse meno indubbio è che spesso, quando una relazione finisce, non vi è mai sincronia e così i suoi componenti si trovano a interpretare gli opposti ruoli di vittime e carnefici, in uno scontro che non conosce vincitori.
Luciano Melchionna porta in scena proprio questo: la fine di un’amore, il mistero che l’avvolge, la contraddittorietà umana. Sonda il cuore e la mente di Giulia e Matteo – protagonisti di L’amore per le cose assenti -, una coppia alla deriva che davanti al voyerismo dello spettatore si lascia, senza risparmiarsi pianti, urla e disperazione, alternandoli a crudeli verità e momenti catartici. Un testo forte, crudo, che spiattella al pubblico ciò che questi in realtà sa già, ma che tiene ben nascosto sotto al tappeto, nella vita reale. E così, davanti a certe affermazioni brutali la platea ride, forse ancora addormentata, quasi come se il problema fosse appannaggio esclusivo dei personaggi in scena e non una scomoda verità con cui tutti, prima o poi nella vita, siamo chiamati a interfacciarci. Questa è forse la forza dello spettacolo, ovvero il testo vivo, attualissimo, sostenuto da soluzioni di messa in scena né scontate né pedanti, come la presenza di un terzo personaggio deus ex machina che interagisce con i presenti in sala, le bellissime musiche di Stag che si confondono col pulsare dell’enorme cuore morente che da solo costituisce quasi tutta la scenografia, il violino suonato dal vivo che chiude la rappresentazione.
Uno spettacolo che soddisfa per forma e sostanza, consigliato a chi non ha paura di guardarsi dentro, ma anche, per contro, a chi ha troppo timore per farlo da solo.

Lo spettacolo è in scena
Piccolo Bellini
via Conte di Ruvo 14 – Napoli
dal 14 al 19 marzo 2017

L’amore per le cose assenti
scritto e diretto da Luciano Melchionna
con Giandomenico Cupaiuolo, Autilia Ranieri, HER
scene Roberto Crea
musiche Stag
costumi Milla
assistente alla regia Sara Esposito
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro