Occup-azione!

In scena fino a domenica 14 al Teatro Belli di Trastevere, l‘emozionante e attualissimo risultato di un laboratorio interculturale promosso da Focus – Casa dei Diritti sociali.

Quando sopra la testa senti elicotteri in direzione Baobab di via Cupa (dallo scorso 5 giugno sito di accampamento-profughi), quando le prime notizie al telegiornale parlano di nuovi continui sbarchi, quando percepisci intorno solo disordini e timori… proprio in quei giorni, l’assistere a uno spettacolo sull’immigrazione fatto da immigrati, è inevitabilmente condizionato. Eppure L’approdo, scritto e diretto da Magda Mercatali, fondendo – quasi naturalmente – finzione e realtà, sa parlare dritto al cuore, offrendo una poesia “vissuta”, che trascina con sé tanti punti interrogativi ancora irrisolti.
Sono le 21,15, una pièce sta per iniziare sul palco del Belli: due donne di teatro accolgono sorridenti il pubblico accorso, inaugurando così la serata. Si parlerà di poesia, di versi come nutrimento e “slittamento” dell’anima spaziando tra le letterature di tutto il mondo. Nel silenzio dell’attesa, però, un mormorio sempre più forte copre progressivamente le due voci pacate, dall’atrio si alza un misto di urla e pianti. Dal botteghino non si riesce a fermarlo ed ecco che un gruppo di migranti, in fuga dalla polizia, fa irruzione nella piccola sala spiazzando tutti.

La scena che si palesa è la seguente: quello che fino ad allora sembrava un comune spettatore, il tuo vicino di posto, inizia a parlare teatralmente, infierendo sull’accaduto; poi ne interviene un altro a sostegno dei ragazzi, un altro ancora si pronuncia a sfavore. Attori sparsi tra le poltrone, ognuno dei quali realisticamente portavoce delle più svariate posizioni politiche o di senso comune sulla questione, ciascuno emblema di quelle teorie che  risuonano quotidianamente nella testa: tolleranza o timore, regola o anarchia…
Si tratta di Adama, Mamadou e Mamadou dal Mali, Beshoy dall’Egitto, Doina dalla Moldavia, Elisabeth e Senait dall’Etiopia, Karim dal Burkina Faso, Jacques dalla Costa d’Avorio, Jamal dal Pakistan, Kouloud dalla Tunisia, Lydia dall’Ucraina, Marvin dalla Colombia, Sthefan dal Ghana, veri migranti pronti a salire uno alla volta sul palco e raccontare la propria storia. Se fino ad allora si era trattato di finzione, ora non lo è più; torture, sacrifici estremi, guerra, soprusi ed emozione costruiscono la storia vera di paesi più o meno lontani dal nostro benessere.

Protetti da Magda Mercatali e Rosalba Camaroni, hanno trovato nel teatro un temporaneo approdo, nel laboratorio e nell’apprendimento della lingua italiana, una speranza. Eppure è solo un’oasi. E l’Italia invece, un palcoscenico dove da tempo si fanno troppe prove su questo copione.
In un andamento forse un po’ statico e ripetitivo, ogni allievo-attore si ritaglia la sua parte, prima rispettando battute dense di significato, poi esprimendosi arbitrariamente attraverso il linguaggio universale della musica, senza bisogno di sottotitoli.
Lo spettacolo è intenso, ma in un senso diverso dalle storie a lieto fine raccontate dai mass media, indotti a lasciar immaginare una realtà dorata, ma minoritaria. E se potesse la cultura, veicolando il bene, migliorarla?

Lo spettacolo è in scena:
Teatro Belli, Piazza S. Apollonia 11/a- Roma
fino al 14 giugno (ore 21, domenica 17,30)
Focus- Casa dei diritti sociali presenta

L’approdo
di Magda Mercatali
con Adama (Mali), Beshoy (Egitto), Dolna (Moldavia), Elizabeth (Etiopia), Karim (Burkina Faso), Jacques (Costa d’Avorio), Jamal (Pakistan), Khouloud (Tunisia), Lidya (Ucraina), Marvin (Colombia), Mamadou (Mali), Mamadou (Mali), Senait (Etiopia), Stephen (Ghana)
aiuto regia Rosalba Caramoni
assistente Emiliano Modelli
coordinatrice Serena Graziosi
suono Davide Cocccia
luci Giulia Amato
foto di scena Graziano Lucia
costumi Sartoria Farani