Cabaret sulla verità

Al teatro Vittoria in scena fino al 10 febbraio L’arte del dubbio con Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani diretti ancora una volta da Sergio Fantoni.

L’arte del dubbio di Gianrico Carofiglio s’insinua al teatro Vittoria di Roma con due complici e carismatici protagonisti della scena: Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani. I due attori, alla loro terza collaborazione insieme, danno vita a una serie di siparietti comici e ricchi di spunti di riflessione, accompagnati dalle musiche di Cesare Picco eseguite dal vivo da Nicola Arata, che durante lo spettacolo suona diversi strumenti tra cui una fisarmonica.
La versione di Stefano Massini, diretta da Sergio Fantoni, non è una semplice trasposizione teatrale dell’originale, ma una rielaborazione assolutamente personale del libro di Carofiglio. Massini infatti, in accordo con l’autore, non ha sceneggiato il testo, ma ha usato solo alcune parti del libro, prendendo spunto dal motivo del dubbio come motore dell’umanità. Attraverso suoi input e altre questioni importanti che aveva da dire e domandarsi, ha mescolato poi a questi elementi altri che facevano parte di un altro scritto di Carofiglio, La manomissione delle parole, ed è nato questo spettacolo straordinario. Una moderna commedia dell’arte articolata in quadri in cui i giochi di parole, lo strumento dell’interrogatorio e la forma del processo fanno sì che i due interpreti si divertano a indossare i panni dei tipi più disparati sullo sfondo di un teatrino da fiera di paese, con siparietto, quinte e luci di atmosfera brechtiana.
Un “cabaret del dubbio” dove niente è dato per scontato, già dall’inizio, quando «C’era una volta, in un tempo tanto lontano…» due sagome raffiguranti nudi Adamo ed Eva stuzzicati da un “Ser… Pente” che, con la voce di Gioele Dix, insinua loro il dubbio, un Dubbio con D maiuscola. In effetti il serpente si sostituisce al Creatore con il suo bizzarro decalogo «Io sono il dubbio, non esiste altra verità all’infuori di me», e diventa il motore che alimenta e suggerisce i diversi episodi che appaiono in scena. L’anagramma di “la verità” è “relativa” e offre lo spunto per raccontare un’altra storia di apparenze, prima di dar spazio ad alcuni verbali autentici di processi italiani, presi direttamente dai nostri tribunali, e dar vita a truffatori e pentiti, poliziotti e camorristi. I monologhi sugli Esercizi di stile irrompono sulla terza regola del decalogo di questo coinvolgente unico atto, ovvero affrontando la questione della «verità plurale e dubbio singolare»; la Piccolo e Viviani impersonano quattro personaggi tipo – il pessimista, l’ottimista, quello di destra e quella di sinistra – per dimostrare quanto la versione di un fatto cambi in base al tipo di persona che la racconta. Gli applausi irrompono tra una battuta e l’altra e più forti si fanno quando l’assassinio di Don Peppino Diana a opera della camorra e la morte dei sette operai della Thyssen vengono raccontati sul filo delle ipotesi in cui c’è sempre una verità costellata da numerosi dubbi.
L’attualità si riscopre così in scena, ricca di tante belle parole che servono per comunicare e soprattutto per raggirare, per convincere e convincerci, come fa la pubblicità che persuade e come fanno i titoli dei giornali che all’inchiostro uniscono ambiguità. C’è solo un punto fermo sul quale non c’è nessuna ombra di dubbio: la qualità dello spettacolo, sorretto da due grandissimi artisti che sanno unire al loro mestiere tanta passione.

Lo spettacolo continua:
Teatro Vittoria
piazza S. Maria Liberatrice, 10 – Roma
fino a domenica 10 febbraio
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.30, martedì 5 e mercoledì 6 febbraio ore 17.00
(durata 1 ora e quarantacinque senza intervallo)

L’arte del dubbio
dal libro di Gianrico Carofiglio
regia Sergio Fantoni
con Ottavia Piccolo, Vittorio Viviani
adattamento teatrale Stefano Massini
scene, costumi e disegno luci Nicolas Bovey
musiche Cesare Picco eseguite dal vivo da Nicola Arata