L’espressionismo atonale nella Berlino di inizio Novecento

Theatre-de-la-Renaissance-lyoneIl Théâtre de la Renaissance di Oullins ha presentato Le cabaret lunaire, uno spettacolo che ha reso omaggio al rivoluzionario compositore austriaco Arnold Schönberg.

Dopo L’île solaire, il concerto-spettacolo ispirato al romanzo Vendredi ou les limbes du Pacifiques di Michel Tournier, il Théâtre de la Renaissance ha proposto un pendant vespertino, Le cabaret lunaire di Pierre Meunier.

Lo spettacolo, il cui riferimento immediato è, ovviamente, il grande lavoro di Arnold Schönberg, Le Pierrot Lunaire, mescola con sapienza varie arti, tanto leggere e popolari, quanto intellettuali e ricercate. Gli spettatori si ritrovano scaraventati in un cabaret berlinese di inizio Novecento, tra canzonette popolari, musicisti eleganti e dannati, e strane presenze che mostrano la materialità più sfrontata dell’essere umano. Lo spettacolo ideato da Pierre Meunier ingloba al suo interno tutto il Pierrot Lunaire di Schönberg nella traduzione francese, inframezzato da numeri di cabaret, giochi di ombre cinesi, canzonette semiserie, brevi evocazioni poetiche (come la commovente danza delle lucciole di Albane Genat), scenette mute per sole mani (strumento multifunzionale magistralmente manovrato dal direttore Guillaume Bourgogne) e danze che vivono di puro soffio (nell’eleganza volteggiante di Satchi Noro).

Ottima la performance del Sprechgesang, il “canto-parlato” di Jessica Martin Maresco, interprete spiritata che fa vibrare, quasi fino all’isteria, il testo della pièce. L’orchestrina che la accompagna, che possiede maggiormente l’aspetto di un complesso da nightclub, ha la capacità di proporre le invenzioni tonali inizio-novecentesche del compositore austriaco, mostrando una musica che si rifonda senza per questo negare le proprie basi. Pur non sfondando pienamente nella dodecafonia, il Pierrot Lunaire possiede già i prodromi delle acquisizioni che Schönberg teorizzerà sistematicamente nel suo Manuale di armonia. Si tratta di un grande esempio di esercizio atonale dove l’instabilità del sentimento del protagonista, il poeta Pierrot, traspare tanto nella voce mai lineare e gradevole quanto nella composizione alla ricerca di se stessa.

Il racconto procede per immagini folgoranti e mostra un poeta romantico in preda al turbinio dei propri sentimenti. A una struggente introversione segue prima un’esplosione violenta e sprezzante, poi un sentimentalismo che termina in un ritorno nella patria natìa, Bergamo, tra frammenti poetici e souvenir nostalgici. La storia di Pierrot diviene quindi un escamotage per lavorare la materia musicale e vocale, per spremere (questo il significato primario del termine “espressionismo”) le cose del mondo e farle esplodere, mostrando la loro intimità. Estroflettere il corpo, le viscere e l’in-seità dell’umano: il programma politico di Schönberg attiva vari poli del fare artistico, proprio come egli fece nella sua vita (da non dimenticare che il compositore fu anche un importante esponente dell’espressionismo pittorico austriaco).

La cabaret lunaire, nel rispetto del portato schonberghiano, è produttore di un intenso scardinamento della forma spettacolo, sia essa teatrale o operistica, e questo movimento altamente espressionista, attraversa i vari poli del vivere e del desiderare umano. Il tutto, in un’instabile atmosfera crepuscolare.

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L’Ensemble Op.Cit a présenté, au Théâtre de la Renaissance d’Oullins, Le cabaret lunaire de Pierre Meunier. Un spectacle varié et étonnant, capable de proposer au public la version française du Pierrot Lunaire d’Arnold Schönberg et de l’interposer à une intéressante richesse théâtrale et cabaresque. Un travail sincèrement expressionniste qui nous a expédiés dans un joyeux et enivré cabaret berlinois de début du siècle.

Lo spettacolo è andato in scena:
Théâtre de la Renaissance
7 rue Orsel – Oullins
martedì 25 e mercoledì 26 febbraio 2014 ore 20.00

Il Théâtre de la Renaissance e l’Ensemble Op.Cit. presentano
Le cabaret lunaire
dal Pierrot lunaire di Arnold Schönberg
di Pierre Meunier
testi di Arnold Schönberg, Guilhem Meier, Tierry de Mey
direzione musicale Guillaume Bourgogne
adattamento del testo francese Guillaume Bourgogne
creazione luci Hervé Frichet
suoni Frédéric Finand
costumi Emily Cauwet
dipinto Catherine Rankl
con Pierre Meunier, Satchi Noro (danza), Jessica Martin Maresco (voce), Sabine Tavenard (flauto), Alexis Ciesla (clarinetto), Claudine Simon (piano), Albane Genat (violino, viola), Noemi Boutin (violoncello)
http://www.theatrelarenaissance.com/
http://op.cit-ensemble.fr/