Al Tieffe Teatro Menotti, sei personaggi mostrano il loro lato comico-assurdo e nascondono quello serio e preoccupante.

Dopo i grandi successi ottenuti a Londra, anche i milanesi possono ora godersi la trilogia Le conquiste di Norman . In sala da pranzo è il primo episodio del trittico, costituito da tre spettacoli autonomi e sovrapponibili.

La scenografia è essenziale – un tavolo, una panca e una credenza – e l’illuminazione rende calda l’atmosfera. La musica è praticamente assente. Quello che conta, in questo spettacolo, sono le parole, serrate e continue per ben due ore di recitazione, e i personaggi: tre donne – una nevrotica aristocratica, una moglie con evidenti problemi di vista, una giovane timida e insicura – e due uomini – un tranquillo e spensierato marito vestito in abiti scozzesi e un veterinario stupido e ritardato. Norman si fa attendere e, per la prima mezz’ora abbondante, viene solamente evocato dagli altri personaggi come una pericolosa minaccia, creando nello spettatore una irrefrenabile attesa e curiosità. Forse troppa, perché la prima scena che vede protagonista Norman (il bravo Fabrizio Careddu) è deludente e l’ultima parte del primo atto è probabilmente la meno incisiva.

Alla lunga, però, il personaggio emerge in tutta la sua forza, dimostrandosi un abile e stravagante gigolò, in grado di tentare la conquista di due donne, nonostante la presenza sotto lo stesso tetto, e alla stessa tavola, della moglie.

Il momento di maggiore intensità comica si ha nel secondo atto, quando tutti e sei i personaggi si ritrovano a condividere un pasto a base di verdura. Il banchetto si trasforma in un’autentica “cena dei cretini”, in cui tutti danno prova di stupidità – e dei loro atteggiamenti a dir poco curiosi – scagliandosi contro lo scemo di turno, il povero, sciocco veterinario Tom (l’esilarante Giovanni Prosperi), che si ritrova a mangiare seduto su un basso sgabello. Ma forse, dietro all’apparente stoltezza e all’assurdità della situazione, si nasconde più di un rimando al vissuto e alle  convenzioni tipici della nostra società: si fa cenno, ad esempio, alle banalità stile “ospiti a pranzo” – «Prendine più tu», «Ti do il mio piatto», «Io dove mi siedo?», «Tu mettiti qui, tu qui e tu qui. No, di là» – e ad alcune esperienze che ci sembrano contingenti – la penuria di cibo può essere una spia della crisi economica?

In sala da pranzo dipinge bene le difficoltà del vivere quotidiano e la complessità delle relazioni interpersonali: fragili e ipocrite. Non a caso, gran parte dei personaggi – seppur nella loro comicità – mostra i segni di questo disagio: tensioni, nevrosi e paure – simbolo dell’insicurezza dei nostri tempi.

Spettacolo talvolta ripetitivo ma, nel complesso, riuscito. Sicuramente non esilarante, ma leggero e divertente.  Per distrarsi.

Lo spettacolo continua:
Tieffe Teatro Menotti
Via Ciro Menotti 11, Milano
Fino a domenica 16 gennaio

Le Conquiste di Norman
IN SALA DA PRANZO – IN SALOTTO – IN GIARDINO

di Alan Ayckbourn
con Elisabetta Becattini, Fabrizio Careddu, Daria D’Aloia, Eleonora d’Urso, Giovanni Prosperi, Marco Zanutto
disegno luci di Raffaele Perin
illustrazioni di Alessandro Rak
regia di Eleonora d’Urso
aiuto regia: Giulia Santilli
produzione Hurlyburly
in collaborazione con Cherestanì Produzioni srl