La carne che grida e l’umanità che risponde

Al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara va in scena la prima nazionale di Le cri de la chair, potente grido di incoraggiamento all’umanità.

Seyodu Boro è non solo coreografo e danzatore, ma eclettico artista che ha lasciato la sua impronta oltre che nella danza, anche nel cinema, nel teatro e nella musica. Originario del Burkina Faso, ha abbandonato la carriera calcistica per avvicinarsi al mondo dell’arte, fondando una propria compagnia – la Compagnie Seydou Boro – nel 2010, dopo quindici anni di connubio artistico con Salia Sanou nella compagnia Salia nï Seydou. Sempre con Sanou, ha realizzato nella capitale Ouagadougou il centro La Termitière dedicato ad attività di sviluppo dell’arte coreografica.
La poliedricità di Boro si respira nelle sue coreografie – frutto di una ricerca trasversale ai mondi della danza, del cinema e della musica – che attingono alla tradizione ma si radicano nel contemporaneo. Il suo lavoro artistico si arricchisce anche dei legami con La Termitière e di collaborazioni in Francia e altri Paesi; la composizione stessa della compagnia rispecchia questa multiculturalità, con artisti provenienti da diversi Paesi africani e dall’Europa.
Ne Le cri de la chair Boro interroga «il grido dei corpi che incespicano», l’urlo di dolore e di paura dell’essere umano che vacilla di fronte ai colpi sferzati dalla vita e tenta di resistere alla caduta.
Per rappresentare questo grido della carne, Boro sceglie una semiluna delimitata da una palizzata di irregolari tronchi d’albero, il fogo che in lingua dioula il luogo pubblico dove la gente può esprimersi anche sui temi più scottanti e qui assume il significato di uno spazio di narrazione e di comunione degli esseri.
La commistione di elementi delle danze tradizionali africane con lo stile contemporaneo, che connota la produzione coreografica di Boro, si arricchisce in quest’opera della contaminazione con il butō e il flamenco, generando uno stile di altissima tensione energetica. I corpi lanciati nello spazio con feroce potenza resistono strenuamente alla caduta, pure talvolta ineluttabile, e allora precipitano a terra, trovando infine la forza di rialzarsi. È il racconto di esseri sferzati dalle difficoltà del mondo, che danzano il dolore, la lotta, la fatica, ma anche la gioia, la trasformazione, la fiducia. Individui che vivono singolarmente la propria battaglia, il proprio grido, ma che solo nell’afflato comune riscatteranno la sofferenza e troveranno la forza per continuare a lottare. E quando il crollo è inevitabile, il gruppo attende che chi è caduto si risollevi, prima di cominciare nuovamente a camminare.
Vediamo danze diverse, di corpi diversi, unirsi nel movimento formidabile di un solo corpo, quello del gruppo, dell’orda, e così il grido dell’individuo diventa il grido dell’umanità che trova nell’unione e nella comunione delle lacrime e del sudore il varco per il futuro.
Sulla scena, la musica e le voci di Tom Diakité e Perrine Fifadji, ora di assordante potenza e ritmo incalzante, ora di atavica tristezza, avvolgono la possente energia dei corpi per poi entrarne a far parte, in una danza che è dell’essere umano e che trascina quindi i ballerini come i musicisti. La voce si fa movimento, e così musica, canto, danza e recitazione si fondono in un unico processo creativo ed espressivo.
Infine un nudo torace, braccia come ali d’uccello, esala un ultimo soffio di speranza per un’umanità che può e deve continuare a credere nel risollevarsi dopo la caduta, nel ricominciare a camminare.
Fremiti di dolore e impeto vitale assalgono gli animi di chi guarda: si piange, si suda, si spera in un unico anelito al futuro, in una comunione che esonda dai confini del palcoscenico.
Passione ed energia, dolore e fiducia, ritmo e struggimento esplodono in una sola opera che ci trascina, avvinghia e travolge, come solo l’anima africana sa fare.

Lo spettacolo è andato in scena
al Teatro Comunale Claudio Abbado

Corso Martiri della Libertà, 5 – Ferrara
venerdì 24 novembre 2017, ore 21

Le cri de la chair
Compagnie Seydou Boro
coreografia Seydou Boro
danza Lauriane Madelaine, Boukson Séré, Bienvenue Bazié, Seydou Boro, Ousseni Sako
musica Tom Diakité
canto Perrine Fifadji
compositore Khalil Hentati
costumi Laurence Ayi
luci Anne Dutoya
suono e direzione tecnica Eric Da Graça Neves
coproduzione La Briqueterie/CDC du Val de Marne, Centre des Bords de Marne/le Perreux sur Marne, Théâtre Jean Lurçat/scène nationale d’Aubusson, Dansstationen- Malmö
con il sostegno di l’ADAMI e di Conseil Départemental du Val de Marne
durata 55 minuti senza intervallo