Ieri, oggi. Domani?

casa-delle-culture-romaDal 25 al 29 marzo 2015, alla Casa delle Culture di Roma, va in scena l’omaggio a Charlie Chaplin, Le dieci massime, del Centro di Ricerca e Sperimentazione Alkestis.

Due attori sul palco, una scenografia minima, luci e audio essenziali, una tematica di stringente attualità, notevoli precedenti culturali (un film candidato a cinque premi oscar nel 1941): sono queste le premesse della produzione di Alkestis andata in scena alla Casa delle Culture di Roma, un luogo dove il teatro non è mai scontato.

L’«ispirazione tematica e poetica» da «dieci massime, prevalentemente estrapolate dal Mein Kampf … e dalle lettere private di Himmler» e da Il grande dittatore (con cui Chaplin «ebbe l’ardimento di rappresentare e mettere in discussione l’ascesa al potere di Adolf Hitler» proprio negli anni del suo massimo fulgore) costituisce la base drammaturgica del tributo che la compagnia sarda dedica «all’artista inglese», traendo «esempio ed ispirazione dall’audacia con cui … affrontò alcune questioni di carattere sociale e politico del suo tempo».

Spettacolo edificato, dunque, su riferimenti politico-culturali di estrema importanza e impegno, Le dieci massime – omaggio a Charlie Chaplin è un allestimento complessivamente interessante per intenzione artistica, nonché riuscito per modalità di esposizione ed esiti raggiunti, pur non arrivando agli attesi e annunciati vertici di originalità estetica.

La volontà di dare forma a uno «spettacolo, giocato su dialoghi dell’assurdo, gags clownesche, ribaltamenti di piano, situazioni surreali e monologhi melodrammatici», al racconto di «un’epoca in caduta libera, di una crisi politica, sociale e culturale che sembra essere senza fine», si sviluppa attraverso un incedere a tratti didascalico e personaggi (opportunamente) al confine tra il grottesco e il tragico, cui prestano corpo e voce i bravi Andrea Meloni e Sabrina Mascia, mentre la regia di Massimo Zordan privilegia una esposizione narrativa ordinata e geometrie sceniche lineari per rielaborare i rimandi al testo originario, cercando così di recuperare il medesimo tono irridente e farsesco assunto dal capolavoro di Chaplin. Quello che, poi, ritroviamo applicato allo stesso protagonista de Le dieci massime, un uomo senza qualità che, attraverso un «programma di analisi, apprendimento e modellamento comportamentale», condotto «sotto la guida e la supervisione di una camaleontica coach/trainer», cercando di dare senso e valore alla propria vuota esistenza, ambisce a un altrettanto vacuo culto di sé, quello di «un politico di nuova generazione, geneticamente modificato: il rottamatore».

Al di là della immediata contestazione dell’attualità, lo spettacolo si presta a riflessioni di carattere più generali e radicali, come l’idea che il vuoto responsabile di tale degenerazione politica nasca dall’estrema solitudine cui il suo protagonista viene lasciato da una collettività colpevole delle condizioni di degrado che, dall’individuo, non potranno che coinvolgere necessariamente tutti.

Un esempio, allora, clamoroso del valore catartico della satira e dell’arte, che, ancora oggi e anche nella versione secondo Alkestis, costituisce una tra le più valide testimonianze di quello che la cultura dovrebbe e potrebbe rappresentare: una forza di umanizzazione sempre e necessariamente rivoluzionaria, perché costantemente creativa e mai adagiata sulla mera ricerca del consenso di pubblico o di critica.

Per sperare che «prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce, vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità del loro odio della loro brutalità», dove «l’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a me, a te, a tutti noi» (da il monologo finale de Il grande dittatore).

Lo spettacolo è andato in scena:
Casa delle Culture

via san Crisogono 4, Roma
dal 25 al 29 marzo 2015

Compagnia Teatro Laboratorio Alkestis
Le dieci massime – omaggio a Charlie Chaplin
regia Massimo Zordan
di e con Sabrina Mascia e Andrea Meloni
tecnica audio e video Matteo Zanda
segreteria e ufficio stampa Michela Garau
Foto di Brunello Angius