Fra magiche trasfigurazioni e l’asfissia della desolazione

Domenica 27 maggio, a Modena Ovest, la terza giornata di Periferico Festival 2018 si srotola con un’agenda ricca di appuntamenti affascinanti e stimolanti.

Si inizia alle ore 11.00 con l’incontro con Chiara Guidi condotto da Sergio Lo Gatto per la presentazione del libro La voce in una foresta di immagini invisibili.
Il volume si compone di una raccolta di disegni, anni di appunti in cui la Guidi ha cercato di fissare con note, figure e immagini arbitrarie le inclinazioni, il timbro, le diverse direzioni della voce – tutti elementi da lei considerati parte integrante della drammaturgia. Durante l’incontro si racconta l’esperienza della voce quale materia sonora, suono che rivendica l’essenza della presenza di un volto, a dispetto di un teatro che vive solo nell’esposizione di concetti e pensieri. La voce si libera, racconta l’artista, nel momento in cui abbandona il vincolo del significato (che, pur restando elemento importante, smette di essere l’unico tenuto in considerazione) per lasciare spazio al suono, e fare in modo che sia la musica a creare la conoscenza.
Che si sia appassionati dello stile recitativo dell’attrice, o meno, si rimane affascinati dalle sue parole e ci si perde nei meandri della vocalità, che induce a tuffarci nel mistero della nostra voce – per sentirla vibrare e perdersi nel suo suono.

Si procede con una visita all’installazione sonora di Douglas Henderson, Babel V: Dream Man -all’ex officina Menabue – e alla mostra Decimo meridiano a cura di Amigdala, presso l’ex appartamento Panini.
Tocchiamo così, con mano, alcune tra le strutture tipiche del quartiere, di quel modulo casa+officina, che caratterizza il Villaggio Artigiano.
Entrare nell’officina dismessa è un salto in un universo parallelo, sospeso nel tempo. Aria immobile, pesante di polveri e pulviscoli che rendono il respiro corto e breve. Non si respira. Automobili, cataste di oggetti abbandonati. Cadaveri della società del consumo. Ci addentriamo nello spazio avvicinandoci all’installazione sonora, la quale, posizionata al centro, fa risuonare l’ambiente di voci frammentate. Osserviamo da qui gli oggetti di un tempo passato, ancora in attesa che si compia la loro sorte, chiedendoci se non sia questo, forse, il loro destino ultimo: l’attesa in un limbo, nell’immobilità senza funzione, nella desolazione, senza futuro, nella polvere. Soprattutto viene da chiedersi se non sia questo il nostro futuro: esseri sommersi, dismessi nella polvere, senza più aria da respirare.

Ai piani superiori, in un appartamento disabitato, ecco la mostra per i dieci anni di Periferico, Decimo Meridiano. Nelle diverse stanze si snoda il racconto dell’avventura del Festival, ma anche di alcune tra le attività e installazioni realizzate nel corso degli ultimi anni nel Villaggio Artigiano, dopo la nascita di Ovest Lab.
Dieci anni di impegno artistico e politico, per prendersi cura della comunità e dei suoi spazi urbani. Se da un lato usciamo arricchiti dall’idea che “il futuro dei luoghi sta nell’intreccio di azioni personali e civili”, è tuttavia, anche qui, la pesantezza dell’aria a colpirci, nonostante tutto. Una pesantezza che ci segue anche all’aperto, sul terrazzo. E le domande continuano a galoppare.

Dopo pranzo ci attende F.O.N.D.E.R.I.A. tabula linguae, progetto complesso e raffinato realizzato nell’Ex Fonderia Ponzoni. Da dove cominciare? Prima di tutto dal luogo: un’ex fonderia per l’appunto, destinata a essere dismessa proprio poche settimane dopo il Festival. All’interno, fra macchinari, oggetti, e polvere nera che copre ogni cosa, sono posizionati quattro tavoli di lavoro. Ogni tavolo ha una tematica da affrontare (scelta fra vari spunti raccolti con interviste realizzate nel quartiere nei giorni precedenti). Alla discussione prendono parte alcuni membri della comunità (fra cui le due sorelle, proprietarie dello spazio) e delle istituzioni pubbliche – circa otto per ogni tavolo. «Per loro è stata una sfida», racconta Bordoni: «l’hanno accolta e quasi con orgoglio la stanno superando. La sfida di mettersi in gioco, di stare qui dentro tutto il giorno, e addirittura mangiare qui dentro». L’accesso all’interno della fonderia è negato al pubblico se non in momenti speciali, quasi rituali, in cui un flusso di suoni e di rumori (della fonderia, alcuni dei quali realizzati sul momento) cercano di sovrastare, rendere difficile, interrompere il flusso della discussione. Per il resto del tempo il pubblico attende fuori, dove sono collocati altoparlanti e ricreate delle postazioni corrispondenti a ogni tavolo: «Anche questo fa parte della sfida, i partecipanti sanno di essere ascoltati e registrati, si mettono in gioco e si espongono anche davanti a un pubblico» – pur se con un meccanismo ambiguo, aggiungiamo noi, perché l’isolamento in fonderia dà comunque la falsa percezione di essere soli nel tempo. Si tratta, in fondo, di un’opera molto didascalica, aggiunge Bordoni. Da un lato, si affronta il problema della politica partecipata e dell’illusone della partecipazione nel processo decisionale: lo spazio delle decisioni è interno e, dentro, non si può accedere. Allo stesso tempo – in teoria – è anche una sfida al cittadino a entrare, a partecipare, a mettersi in gioco, ad assumersi le proprie responsabilità. Tutto ciò che è stato registrato, infatti, sarà inviato al Sindaco come atti di questa giornata di lavoro e di discussione collettiva.

L’ultimo tra i nostri appuntamenti con Periferico è alle 15.00 con la performance sonora site-specific di Polisonum, Doppelkonzert, presso l’officina del fabbro Fabio Po. Ed è così che la nostra avventura a Modena Ovest si conclude – con la poesia. La poesia del cogliere la voce segreta, sommessa e sussurrata di un luogo, la voce dell’officina che il fabbro afferma sia possibile sentire di notte, quando tutto tace. La voce di un luogo che, a una visione superficiale, sembrerebbe ostico e aspro, si rivela in questa performance e si trasforma in canto. Tubi intonati di varia lunghezza, da uno a tre metri circa, accolgono il respiro del luogo e iniziano a risuonare: catturati dai microfoni, i suoni si fondono con le registrazioni raccolte nei giorni precedenti per un doppio concerto, diretto dal vivo in consolle dai Polisonum.
Indossate le cuffie, con l’inizio della performance, ci si ritrova catapultati in atmosfere in stile Metropolis: catena, fumo, tubi, sonorità in cuffia. Trasfigurazione del luogo, con l’effetto di un’inconcepibile (per quel luogo) bellezza e poesia. Eppure aldilà di questo numero di prestigio, in cui lo sguardo estetico cattura e trasforma il reale rispetto alle aspettative, si tratta pur sempre dello stravolgimento di uno stato di fatto molto diverso.

La domanda su come rilanciare la vita del villaggio artigiano ha percorso il Festival nei suoi diversi eventi. Nel pensare a una risposta, l’ingresso nell’officina Menabue segna nella nostra esperienza un punto di svolta da cui è difficile tornare indietro: come può esserci futuro senza bellezza e, soprattutto, senza aria da respirare? Come può esserci rinascita del quartiere senza una forma di bonifica? Senza il recupero di uno stato per lo meno neutro dal quale ripartire? È difficile immaginare il desiderio di stare. L’essere umano risente dell’ambiente che lo circonda: come può decidere di abitare l’abbandono, sopportare la fatica quotidiana, la sete perenne non solo di bellezza ma anche e soprattutto di aria, fresca e pulita? La mancanza d’aria, propriamente in quanto sensazione fisica, rende la misura di un problema fondamentale e ineludibile.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Periferico Festival:
Modena Ovest
varie location

domenica 27 maggio
dalle ore 11.00 alle 23.00
ex officina Menabue
DOUGLAS HENDERSON presenta:
Babel V: Dream Man
installazione sonora

ex appartamento Panini
AMIGDALA presenta:
Decimo meridiano
appunti da 10 anni di Periferico

ore 11.00
cortile privato
CHIARA GUIDI presenta:
La voce in una foresta di immagini invisibili
incontro condotto da Sergio Lo Gatto

dalle ore 11.30 alle 17.00 (accesso alle ore 12.00, 14.00, 16.00)
Ex Fonderia Ponzoni
ISABELLA BORDONI presenta:
F.O.N.D.E.R.I.A. tabula linguae
Unconference

ore 15.00, 18.30 e ore 20.00
POLISONUM presenta:
Fabbro Fabio Po
Doppelkonzert
performance sonora site-specific

Ph: Roberto Brancolini