Risate amare sulla cultura e l’ignoranza

teatro-sala-fontana-milano1Monica Conti continua a investigare il teatro molièriano portando in scena al Sala Fontana di Milano Le intellettuali (titolo originare Les femmes savantes), testo rappresentato per la prima volta a Parigi al Palais Royal, l’11 marzo 1672.

La vicenda si svolge nel salotto del borghese di Crisalo (Miro Landoni) e della moglie Filaminta (Maria Ariis): Armanda (Angelica Leo), figlia intellettuale della ricca coppia, rifiuta Clitandro (Marco Cacciola), che chiede quindi la mano alla sorella più piccola, Enrichetta (Carlotta Viscovo). Il padre è favorevole alla loro unione, ma la madre antepone invece un altro pretendente: Trissottani (Roberto Trifirò), ritenendolo culturalmente più degno di entrare a far parte della famiglia.
Lo spettacolo risulta privo di una propria centralità, ma ci presenta innumerevoli punti di vista e cambi di prospettiva: accanto alla semplice vicenda del triangolo amoroso, Molière racconta le vicende di un gruppo di donne indipendenti e colte che rivendicano il proprio diritto ad autodeterminarsi, ma che finiscono per vedere crollare le proprie sicurezze di fronte alla presa di coscienza dell’assenza della superiorità della cultura, quando non accompagnata da alcun senso pratico.
Quello che scaturisce dallo spettacolo è la rappresentazione di una battaglia di idee, esplicitata in scena sin dall’inizio, quando Enrichetta e Armanda entrano duellando con la spada contrapponendo due visioni diverse del mondo: la prima, di intellettuale votata alla cultura, mentre la seconda favorevole al matrimonio e interessata a uno status di potere.
Molière ha sempre portato a teatro le idee di una società e le sue nevrosi e dopo il Tartufo malato di fede e il Misantropo malato di cinismo, il commediografo francese presenta un gruppo di donne malate di conoscenza, che finiscono per divenire le vere perdenti della vicenda proprio a causa di questo eccesso. Questo aspetto è ben rappresentato da Monica Conti attraverso il personaggio di Trissottani, che viene caratterizzato come un personaggio infimo, grossolanamente autoreferenziale e, in definitiva, ridicolo e non credibile. Tuttavia, le donne della casa rimangono soggiogate dalla sua figura e dal suo intelletto, celebrandolo in ogni occasione. Alla fine del racconto un paggio porterà un finto telegramma alla famiglia in cui gli viene comunicata la perdita del loro intero patrimonio, e Trisottani si tirerà quindi indietro dalle nozze, confermandosi il personaggio basso che si era intuito essere sin dalla sua prima entrata in scena.
Il successo dello spettacolo è sicuramente da attribuire alla compagnia dell’Elisinor, che rispolvera un testo molto famoso, ma poco rappresentato rispetto ad altri lavori del drammaturgo, e che sorprende per l’attualità delle sue tematiche portate in scena con il gusto della commedia – senza per questo rinunciare alla loro complessità. Il testo celebra continuamente il potere e la sua impossibilità di dargli un volto o una posizione, e come nota Monica Conti, «è proprio questa mobilità estrema del potere l’aspetto più interessante e contemporaneo del testo e ciò che ci consente di ridere di molti nostri atteggiamenti».

Lo spettacolo continua
Teatro Sala Fontana
via Boltraffio 21, Milano
dal12 al 29 marzo 2015

Le intellettuali
di Molière
traduzione Cesare Garboli
adattamento e regia Monica Conti
con Maria Ariis, Stefano Braschi, Marco Cacciola, Monica Conti, Federica Fabiani, Miro Landoni, Angelica Leo, Roberto Trifirò, Carlotta Viscovo
scene e costumi Domenico Franchi
disegno luci Antonio Zappalà
musiche Giancarlo Facchinetti