Il fascino delicato di un rapporto omosessuale

In scena, ai Filodrammatici di Milano, la storia di un legame erotico fra due uomini che diventa paradigma universale dell’amore di coppia e della fedeltà.

Di questi tempi, sembra singolare che una storia d’amore, raccontata da un attore di mezza età, possa coinvolgere il pubblico, e suscitare un’ovazione fragorosa e sincera, dopo oltre un’ora di silenzio raccolto. E la cosa è tanto più sorprendente se si tratta della storia segreta, clandestina, del rapporto fra due uomini.
È successo al Teatro Filodrammatici di Milano, nel contesto di Illecite//Visioni, rassegna di teatro omosessuale, organizzato in collaborazione con Comitato Provinciale Arcigay.
Confesso che, malgrado il mio sincero impegno nel campo dei diritti civili, e la serena convinzione che alla diversità, in quale che sia ambito, debba riconoscersi un valore e una dignità, avevo il timore di trovarmi ad assistere a qualche legittima ma stridula rivendicazione, a un orgoglio omosessuale esibito come provocazione.
Nulla di più lontano da Le mille bolle blu, un testo ben scritto dal palermitano Salvatore Rizzo e altrettanto ben reso teatralmente dal conterraneo Filippo Luna, regista ed attore (l’avevo visto, pochi giorni prima, a Castrovillari, in un sobrio ma intenso omaggio alla figura di Danilo Dolci, scritto e diretto da Tino Caspanello). La storia d’amore fra il barbiere Nardino e l’avvocato Emanuele, nata nel’61, e conclusa trent’anni dopo, con la morte prematura di Emanuele, è rievocata con passione da Nardino, attraverso tutte le sue tappe: i ricordi dell’infanzia, il primo approccio da parte di Emanuele, il matrimonio dei due giovani, ognuno con ragazze della propria classe sociale; i morsi della gelosia, le reciproche professioni di un amore unico. Sul palcoscenico, vuoto, soltanto la poltrona, sulla quale è appoggiataiuna giacchetta bianca, di un “salone” (come al sud si usa chiamare la bottega del barbiere), segreto teatro dei loro incontri clandestini.
All’accorata narrazione di Nardino fanno da contrappunto le canzoni dei primi anni Sessanta, di Mina, di Celentano, di Don Baky (Le mille bolle blu del titolo, Ventiquattromila baci), che restituiscono le atmosfere e il sapore di quegli anni, in cui, come ricorda Nardino, agli adolescenti erano venute a noia le lacrimose, morbide melodie di Nilla Pizzi e Claudio Villa.
Una vicenda rigorosamente privata, la loro, ma dove emerge, a volte con dolorosa intrusione, anche il confronto doloroso fra le diverse classi sociali cui i due giovani appartengono per nascita; e sulla quale si allunga l’ombra ipocrita di una società maschilista, ove i ruoli dei due sessi sono rigorosamente codificati. Ma il pregio dello spettacolo sta nel parlare davvero d’amore, nella sua accezione più universale, e di farlo con una qualità teatrale, con un tono di tale disarmante verità, che anche l’orgasmo che lo stupito, sprovveduto diciottenne Nardino raggiunge sotto le mani del bellissimo Emanuele, appena più anziano di lui, pur evocato con realismo, costituisce uno dei più delicati, commoventi momenti erotici cui ricordo di aver assistito in teatro.
Uno spettacolo col quale il nuovo corso del Teatro Filodrammatici dimostra come l’attenzione a temi che fino a l’altro ieri erano tabù possa, senza sforzo, coniugarsi con un’alta qualità artistica.
E piace sottolineare che il Comune di Milano, oltre concedere il proprio patrocinio, abbia sostenuto, per la prima volta, un’iniziativa di questo tipo. Una scelta coraggiosa, sia dell’amministrazione, sia del teatro, che potrebbe contribuire a superare tanti stereotipi sull’omosessualità che ancora allignano, trasversalmente, nelle categorie sociali e politiche più disparate. Proprio questo, peraltro, è l’obiettivo dell’iniziativa, come dichiarato da Mario Cervio Gualersi, direttore artistico della rassegna.
E sarebbe bello che vedessero Le mille bolle blu quei componenti della commissione giustizia che, ancora di recente, hanno bloccato le norme che prevedono un’aggravante per i reati con movente omofobo. Forse ciò potrebbe aiutarli a guarire la loro miopia etica.

Lo spettacolo è andato in scena
all’interno di Illecite Visioni:
Teatro dei Filodrammatici
via Filodrammatici, 1 – Milano
sabato 10 novembre, ore 21.00

Le mille bolle blu
di Salvatore Rizzo
diretto e interpretato da Filippo Luna
(Premio Associazione Nazionale Critici 2010)