Palazzo Reale ospita, dal 21 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011, parte della collezione al-Sabah con oggetti della cultura e arte islamica.

Oltre 350 oggetti e un percorso che, dall’antichità, arriva agli imperi ottomano, safavide e dei Moghul, proveniente dalla collezione privata al-Sabah – di proprietà di Sheikh Nasser Sabah al-Ahmed al-Sabah (figlio dell’Emiro del Kuwait) e della moglie, Hussah Sabah al-Salem al-Sabah – e concessa in prestito permanente al Museo Nazionale del Kuwait.

L’intera collezione conta oltre 30.000 opere e la mostra, in questi mesi in anteprima a Milano, diventerà un’esposizione itinerante che toccherà Vienna, la Corea e il Canada.

Sulla carta – dato che ancora non l’abbiamo vista – la collezione al-Sabah spazia tra esemplari di arti figurative, oreficeria e oggetti di uso comune, sempre e comunque esempi di eccezionale valore di quel gusto per la stilizzazione e le forme geometriche, tipico di un’arte – quella islamica – che non poteva raffigurare il reale. Un viaggio nel tempo e nello spazio tra coppe e piatti di terracotta, brocche di bronzo, boccette di vetro soffiato, manoscritti del Corano, tappeti di lana e lastre tombali, per scoprire una cultura altra – spesso molto più simile alla nostra di quanto si creda – e, attraverso questa, la storia, gli usi, i costumi ma anche, più semplicemente, la vita quotidiana di popoli da sempre nostri vicini: di noi italiani, gente del Mediterraneo.

Una mostra, quindi, che vuole essere un incontro fra culture, ospitata da Milano, città che per vocazione – e necessità, vista la richiesta di lavoratori e lavoratrici nelle fabbriche – è sempre stata multiculturale – basti pensare all’immigrazione degli anni 30 e 40, e poi ancora nel dopoguerra, dal Sud Italia. Quella stessa Milano che ieri imparava a parlare a fatica – con punte di razzismo mal celato – napoletano, cosentino e catanese e che, oggi, deve ringraziare per la propria fisionomia e dinamicità quel mix. Una metropoli che ospita sempre più, popolazioni provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo e, proprio per questo, è legittimo che sia stata scelta come prima sede di questa mostra. Ma come ha ben detto la collega del Corriere della Sera, Milano è anche il comune che ha rifiutato di dare il permesso, solo pochi giorni fa, alla costruzione di una Moschea. Proprio in merito a una domanda sulla consequenzialità tra il parlare di multiculturalismo e poi negare il diritto a esercitare la religione in un luogo appropriato, la sindaca Moratti ha precisato, in conferenza stampa, che il Comune ha chiesto al Governo di legiferare in materia.

Forse ci sbagliamo ma non viviamo in un Paese che si chiama Italia? E in Italia non esiste una legge fondante, la Costituzione, che all’articolo 19 riconosce la libertà religiosa e, di conseguenza, il diritto di esercitare la stessa in pubblico e privato? Pari dignità di fronte alla legge significa pari opportunità. Ogni credo e credente (o non-credente) in Italia dovrebbe avere i medesimi diritti, ivi compreso quello di riunirsi in un luogo appropriato. Perché non una moschea? Il minareto rovinerebbe lo skyline della Madunina?

A Milano, quindi, prima che altrove, dovremmo non solamente aprire le porte di Palazzo Reale per una splendida mostra d’arte islamica, ma anche offrire un’area dove edificare un luogo di pace. Speriamo che questa mostra – come ha dichiarato Hussah Sabah al-Salem al-Sabah in conferenza stampa – possa diventare un veicolo di scambio e conoscenza che avvicini le nostre culture nel segno del rispetto reciproco.

Arte della Civiltà Islamica
La Collezione al-Sabah – Kuwait

fino a domenica 30 gennaio
orari: tutti i giorni ore 9.30 – 19.30; lunedì ore 14.30 – 19.30; giovedì e
sabato ore 9.30 – 22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Palazzo Reale
piazza Duomo, 12 – Milano
infoline 02 92800375 
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