Per non dimenticare

teatro-filodrammatici-milanoAl Teatro dei Filodrammatici, un monologo per ricordare la vita del militante politico Albino Calletti.

Questa è la storia del partigiano Albino Calletti.
Albino Calletti non era un pazzo, né un eroe. Era solo un giovane comunista italiano. Amava la libertà, il primo maggio e Lucia, la sua bicicletta rossa. Odiava le regole imposte senza motivo, l’ignoranza e il fascismo.
A raccontarci questa storia è la voce dolce e sincera di Giulia Viana che, attraverso le sue parole e i suoi occhi brillanti, riesce a ricreare chiaramente la sofferenza della guerra, il rumore dei carri armati, la voglia di ritornare a casa, la forza di un ideale.
Perché uno spettacolo sulla Resistenza, oggi?
Per ricordare, semplicemente. O meglio, per non smettere di ricordare: perché la memoria è affidata a noi. Non possiamo restare indifferenti di fronte alla ricchezza delle persone che ci lasciano, bisogna conservarla invece, e scriverla, raccontarla, renderla testimonianza.
Sembra che gli autori del testo vogliano scuoterci e aprire i nostri occhi, ma anche consolarci e rassicurarci: nulla andrà perduto, di noi resteranno tutti i colori che abbiamo dentro, come schegge incastrate negli occhi di chi verrà dopo, affinché possano capire e agire. Perché «c’è ancora tanto da fare qui».
Essere antifascisti oggi può avere un valore ancora più profondo rispetto a ottant’anni fa.
E se si può (e si deve) dare un senso a tutto quel dolore e a quella guerra, che sia: impariamo, ché non accada più. Ricordiamo, ché non accada più.
Meditate che questo è stato”, si legge in una poesia di Primo Levi. Un verso che riflette tutto il valore e l’importanza della memoria: non solo affinché ciò che è stato non si ripeta, ma anche e soprattutto perché l’impossibilità della rassegnazione all’orrore e alla sua realtà, continui a restare custodita nel tempo di chi sopravvive. Il ricordo è l’unico strumento per tollerare il passato e accettare il futuro. Diventa il senso dell’uomo: della vita e della morte.
Il testo, scritto dalla stessa Viana, ha vinto nel 2008 il Premio Cultura A.N.P.I. OVEST TICINO, poi, nel 2012, ripreso e riscritto assieme al regista Giacomo Ferraù (con il quale nel 2009 ha fondato l’Associazione Eco di Fondo), è il primo classificato (ex aequo) della prima edizione del Premio Pradella.
Quest’ultimo è il riconoscimento istituito dall’Accademia dei Filodrammatici per ricordare una delle figure portanti della sua stessa storia, ovvero Riccardo Pradella, attore e regista, promotore della riapertura del Teatro Filodrammatici negli anni Settanta e, per moltissimi anni, tutor del corso di recitazione della scuola per attori, scomparso nell’agosto del 2012.
Le rotaie della memoria riesce a trovare il mezzo, la strada e la direzione giuste per arrivare a destinazione: dentro lo spettatore.
Quando il teatro smette di essere solo teatro diventa qualcos’altro.
È vita. E forse anche qualcosa di più.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Filodrammatici
via Filodrammatici 1, Milano
il 2 marzo 2015

Le rotaie della memoria
testo di Giulia Viana e Giacomo Ferraù
regia Giacomo Ferraù
assistenti alla regia Valentina Mandruzzato e Riccardo Buffonini
con Giulia Viana
scena e luci Giuliano Almerighi
produzione Eco di Fondo