Questo ce l’ho!

Al Teatro Lux di Pisa, quest’anno si è scelto di ripescare i classici del passato per riviverli e, magari, ripensarli in funzione della nostra contemporaneità.

In questo solco, il 30 maggio scorso il duo artistico Ierardi/Vierda ha messo in scena una nuova versione de Le smanie della villeggiatura di Carlo Goldoni. Uno spettacolo abbastanza fedele all’originale, che mette in risalto l’invariata attualità del commediografo.
ìCome osservano gli stessi autori, il teatro goldoniano nasce e si sviluppa in un momento critico della società, soprattutto quella borghese, in cui i valori morali sono facilmente confusi con quelli materiali. Si è alla ricerca della “pace interiore”, che pare si acquisti comperando oggetti da mettere sotto gli occhi altrui – allo scopo di far vedere quanto si è ricchi. La spettacolarizzazione dei propri averi e dei propri vizi, scambiati per virtù, è dunque il nodo tematico della commedia goldoniana messa in scena al Teatro Lux.

La trama rimane per lo più invariata: Leonardo, innamorato di Giacinta e della sua presunta dote, vuole andare a Montenero con l’amata, nonostante non se lo possa permettere economicamente. Ma il padre di lei, il signor Filippo, uomo generoso e amante della compagnia, invita anche Guglielmo, suscitando la gelosia dell’innamorato. La sorella di Leonardo, poi, è in preda al panico perché il sarto non ha ancora finito di confezionare il vestito prescritto dalla moda del momento.
Così, gelosie incrociate e difficoltà di varia natura minacciano di far saltare le progettate partenze. L’unico rapporto con la realtà di oggi è rappresentato dai costumi, che richiedono allo spettatore un po’ di immaginazione per non restare frastornato nel sentire una fanciulla in “pinocchietti” e occhiali da sole, anni Settanta, parlare di cavalli e carrozze. Va detto, però, che il richiamo alla nostra attualità è automatico. Viene spontaneo notare quanto la spettacolarizzazione dei propri averi e dei propri sentimenti appartenga anche a noi. Il materialismo ridicolizzato da Goldoni pare si sia ben radicato tra gli abitanti del Duemila. Così come lo è l’uso strumentale dei sentimenti, spesso esibiti in trasmissioni televisive, giornali e social, allo scopo di ottenere attenzione e fama. Viene quasi da pensare che anche adesso servirebbe una nuova ventata d’Illuminismo, magari riadattato ai nostri tempi.

Dal punto di vista registico lo spettacolo funziona molto bene, sia nei tempi comici che nell’uso dello spazio. Le entrate e uscite sfruttano al meglio le possibilità del piccolo teatro. C’è un’ammirevole “semplicità” nella messa in scena, che quasi rimanda ai teatrini dell’inizio della Commedia dell’Arte. Unica pecca è l’ambiguità del personaggio di Ferdinando, impersonato benissimo dall’attrice en travesti, se non fosse per qualche incongruenza – come quella delle scarpe con i tacchi, vistosamente femminili.

Attendiamo il seguito con Le avventure della villeggiatura, che saranno in scena al Teatro Lux il prossimo 23 giugno.

Lo spettacolo è andato in scena:
Cinema Teatro Lux
lunedì, 30 maggio
piazza Santa Caterina – Pisa

Teatro studio La Ribalta presenta:
Le smanie della villeggiatura

testo di Carlo Goldoni
regia Alberto Ierardi e Giorgio Vierda
con Carlo Scorrano, Salvatore Zappia, Andrea Console, Nico Tedeschi, Francesco Orazzini, Isabelle Farah, Giulia Di Sacco, Ilaria Orselli e Marta Bettini