L’ineguagliabile vertigine bachiana

Al Teatro dell’Opera di Lione, un concerto pomeridiano indimenticabile: Nicholas Angelich si cimenta nelle Variazioni Goldberg

In relazione a quanto da noi scritto ultimamente, sembra evidente che nella scena degli eventi culturali della città di Lione questi siano i giorni di Johann Sebastian Bach, che è stato protagonista della giornata di domenica 25 novembre al Teatro dell’Opera. In realtà, i protagonisti sono stati due, da un lato lo spirito immortale e sublime del genio di Bach, dall’altro un altro grandissimo talento, ovvero il pianista Nicholas Angelich, interprete impeccabile delle Variazioni Goldberg. Appartenenti all’ultima gloriosa fase della sua produzione nota come L’arte della fuga, le Variazioni hanno il medesimo valore epocale de Il clavicembalo ben temperato per la ricerca sperimentale, per l’innovazione linguistica e per la portata rivoluzionaria apportata nella costruzione musicale. Composte a metà del Settecento, il destino delle Variazioni Goldberg è stato quello di diventare nel corso dei secoli il banco di prova assoluto per tutti i più grandi pianisti della storia, soprattutto da quando, nel 1954, Glenn Gould compì un’operazione fino a quel momento ritenuta assurda, ovvero tradurre l’opera destinata al clavicembalo per pianoforte. Dopo la storica esecuzione che introdusse Glenn Gould nell’Olimpo della musica e nell’immaginario collettivo, e che lo stesso Gould ripeté a distanza di circa 30 anni, si comprese che le Variazioni potevano essere eseguite anche da un piano, e da quel giorno sono molti i pianisti che hanno rischiato l’esaurimento nervoso e le facoltà mentali per confrontarsi con Bach e Gould. Le 30 Variazioni, con la celeberrima Aria di introduzione e chiusura che delimita la struttura circolare dell’opera, tessono un percorso di articolazione melodica, come detto, molto complesso, dove si passa da registro a registro, da canone a canone, in maniera repentina, dal tono più delicato di alcuni passi, alla rapidità di altri. Nicholas Angelich offre al numerosissimo pubblico una prova eccezionale, precisa e al contempo passionale, senza sbavature e intensa anche nei momenti più cadenzati e rallentati; la grandezza della prova di Angelich è registrabile anche dalla forza con la quale il pianista si concentra nei passaggi apparentemente meno complessi tecnicamente e formalmente. Il pianista americano, classe 1970, ha una carriera notevole alle sue spalle, ha suonato con le maggiori orchestre del mondo e nei più prestigiosi auditorium e teatri di classica; le Variazioni Goldberg sanciscono e consacrano questa carriera, il punto più alto al quale ogni professionista del pianoforte rivolge la sua attenzione e le sue ambizioni. A lui il merito di aver trasmesso lo spirito di un genio, e di essere riuscito nell’esecuzione di una delle pagine di maggiore complessità della storia della musica classica, facendo provare a tutti i presenti una vertigine indimenticabile.

Johann Sebastian Bach, pendant les dernières années de sa vie, a écrit des œuvres avec une valeur testamentaire, mais aussi de grand valeur historique et artistique. Les Variations Goldberg forment un opus summum dans leur genre, et elles ont été réalisées par tous les plus grands pianistes de l’histoire, tout d’abord Glenn Gould. Au Théâtre Opéra de Lyon, un grand pianiste, l’American Nicholas Angelich, emmène le public dans les notes de Bach.

Lo spettacolo è andato in scena:
L’Opéra Théâtre de Lyon
1, Place de la Comédie – Lione (Francia)
domenica 25 novembre, ore 16.00

Opéra de Lyon presenta
Variations Goldberg
di Johann Sebastian Bach
piano Nicholas Angelich