Sbilanciamenti di una vita Forever

Salvatore Nocera in un brillante racconto di una vita al minimo, scandito dalle canzoni degli anni 80: Letizia forever di Rosario Palazzolo, sul palco delle Carrozzerie N.O.T. a Roma, per il Festival Teatri di Vetro 9.

Il foyer delle Carrozzerie N.O.T. appare come una sorta di rifugio antiaereo di superficie. L’arredamento è fatto da pezzi di riporto, cartelli recitano Attenzione: caduta materiali dall’alto, Attenzione: materiali infiammabili, si tratta di allarme di un pericolo naturalmente di natura intellettuale. Un arco a volta è delimitato da un complesso annodamento di tubi innocenti che sembrano non avere nulla di decorativo; restituisce perfettamente il senso di questo festival giunto ormai alla nona edizione, quando si definisce fatto della materia dei «rischi presi e condivisi, degli sbilanciamenti, e della messa in comune di fragilità e visioni». Sono le parole di Roberta Nicolai, tratte dal libretto di sala del Festival, teso a mettere in comunicazione una comunità di autori e performer a cavallo tra aree espressive diverse (teatro, installazione sonora, danza, videoarte), con quella di spettatori disposta a vibrare attivamente con la proposta artistica, per apprezzarla, o –meglio- per esserne scossa; in ogni caso è vietato restarne indifferenti.

All’invito di “facciamo sala”, entriamo nel teatro e subito la sensazione di sbilanciamento si fa carne nella visione di Letizia seduta a gambe chiuse, con i piedini accolti dentro due pantofole rosa, una sottana che mal si adatta a coprire le cosce, una barba da pirata e capelli raccolti in un piccolo chignon. Salvatore Nocera ha una presenza scenica fortissima, tutta da apprezzare nell’attesa che inizi il suo one wo-man show. La vita di Letizia si srotola attraverso la musicassetta che mette insieme Franco Simone, Pupo, e soprattutto Viola Valentino. In Romantici, il refrain recita così: «Ma noi che di vita ne abbiamo una sola/E amiamo da sempre la stessa persona/E stiamo in silenzio per non disturbare/Siam gente che va sempre a finir male».

È la storia della nostra Letizia, nata a Palermo il 6 gennaio 63, semianalfabeta, che tenta di costruire una biografia con parole che non ha, tanto da triturare le poche che articola in uno slang dialettale masticato. La donna usa le canzoni per curarsi, in una maniera assai vicina a una sorta di dolente tossicità: fa andare il CD e, quando è finito ricomincia con Viola Valentino e il riavvio dello stesso ciclo depressivo fatto di «silenzio per non disturbare», seguito da un «finir male», uno qualunque. È il modo di Letizia per dirsi da sé una vita che da subito si trasforma in destino. Certo, avere Proust al posto di Franco Simone, avrebbe permesso qualche carta in più da giocare in questo caos linguistico che è una vita per sempre – forever, appunto- nell’eterno ripetersi di un filo scritto già, tra litigi familiari confusi alle canzoni tirate a palla (per coprire che?), tra speranze d’amor tradite e un figlio che si riceve come in un rito clinico (forse Letizia è in un reparto psichiatrico e parla al suo terapeuta, dal palco di una seduta psicodrammatica di gruppo a cui partecipa anche il pubblico). Forse anche noi racconteremmo la nostra vita così, legando parole di canzoni, come Marisa e Marino in Straziami ma di baci saziami di Dino Risi quando si affannano in una ardita esegesi di Marisa Sannia. Ma le canzoni popolari, come del resto Sorrisi e canzoni TV (citato spesso nel monologo), respingono tanto accanimento ermeneutico, per quanto candidamente espresso. Qualcosa o qualcuno potrà interrompere questa estraniante catena di smontaggio di una vita che ha niente da dire? «L’icoscio» – come lo appella la protagonista – parla con le canzoni, perché Letizia ha smesso di fare sogni veri. Forse non sa più nemmeno chi è. Uomo? Donna? Rimane l’omaggio sincero del pubblico a Salvatore Nocera con l’applauso di congedo, per averci trattenuto il tempo di un CD sul limitare di una vita al minimo.

Lo spettacolo è andato in scena:
Carrozzerie N.O.T.
Via P. Castaldi 28/a Roma
venerdì 13 novembre 2015 alle ore 21

Festival Teatri di Vetro presenta
Letizia Forever
di Rosario Palazzolo
regia di Rosario Palazzolo,
con Salvatore Nocera
assistente alla regia Irene Nocera
scene Luca Mannino
disegno luci Toni Troia
organizzazione Stefano Mascagni Giada Biondo
produzione Teatrino Controverso e T22