Ammettere una sconfitta

Alla Tenuta dello Scompiglio debutta l’ultimo spettacolo vincitore del Bando Della Morte e del morire, un progetto teatrale firmato da Stefano Questorio.

A volte occorre anche ammettere di non capire. Potrà essere la limitatezza dell’occhio di chi osserva o un messaggio che sfugge nella sua essenza (o assenza) o, ancora, una situazione che non favorisce quello scambio tra performer e spettatore che mette in contatto (dato che il teatro è un continuo hic et nunc e ogni rappresentazione, se vero teatro, un’esperienza a sé stante).
In questa occasione, come sta capitando sempre più spesso, ammettiamo la sconfitta. A volte serve perdere una battaglia per vincere la guerra. Questo continuo ripetersi del medesimo movimento reiterato fino allo sfinimento ci lascia freddi anche perché ormai pratica consumata – da Abramović a Sciarroni – e, in un’esistenza già di per sé asfissiante, non sorprende, cosa che il teatro potrebbe e dovrebbe fare.
Anche il fatto che vivi o morti, vestiti o nudi, il movimento sia sempre lo stesso lascia basiti: certo potrebbe essere questo il senso di una sinfonia dedicata ai due volti della Luna, ma la morte è intrinsecamente diversa, come Epicuro ammaestrava, e il fatto che i performer si spoglino lo denota e sottolinea – e allora perché il movimento resta il medesimo? Tranne brevi illuminazioni individuali che virano alla bellezza, o al grottesco, a seconda di come le si interpreti.
E perché poi far rivestire nuovamente i performer e far ricominciare per la terza volta la stessa serie di movimenti (vagamenti simili al quinto tibetano)? Una forma di rinascita? O più prosasticamente un modo per far uscire di scena i performer vestiti dato che, come all’entrata, dovranno passare in mezzo agli spettatori?
Non lo sappiamo. Forse la luce fissa, la musica ripetitiva, la posizione scomoda (in piedi o seduti a terra), l’eccessiva lunghezza (un’ora con un contenuto che, espresso in venti minuti, sarebbe arrivato nello stesso modo) non hanno favorito l’idea di una sinfonia di corpi. Qualche spostamento nello spazio e qualche sprazzo di libertà non riescono a rendere la complessità della vita (e, stranamente, nemmeno l’uniformità della morte, di cui sappiamo solo gli effetti sul corpo in carne e ossa).
Ammettiamo l’impossibilità di cogliere il messaggio – se c’era.

Lo spettacolo è andato in scena:
Tenuta dello Scompiglio
via di Vorno, 67 – Vorno, Capannori (LU)
sabato 7 dicembre 2019, ore 19.30

LILA – A Symphony about Life and Death
progetto di Stefano Questorio
in collaborazione con Spartaco Cortesi
ideazione/coreografia e progetto Stefano Questorio
suono e composizioni musicali Spartaco Cortesi
con Jari Boldrini, Gloria Dorliguzzo, Giulio Petrucci, Barbara Stimoli e Flora Vannini
una produzione ALDES e Associazione Culturale Dello Scompiglio
con il contributo di MiBACT – Ministero per i Beni Culturali e del Turismo – Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana – Sistema Regionale dello Spettacolo