Le ‘mie’ Piccole donne

Selene Gandini firma la regia del classico di Louise May Alcott, in scena al Teatro dell’Orologio in occasione di Her.S. Una produzione femminile significativa al pari della rassegna stessa.

Andare a teatro e vedere Little woman interpretato da sole donne e, avendo nella mente l’immagine impareggiabile di June Allyson nel ruolo di Jo March per la pellicola del ‘49, di certo si rischia di essere un po’ prevenuti. Eppure la produzione Kinesisart fin dai primi minuti non delude affatto. Tutt’altro, emoziona.
Nelle rassegna al femminile del Teatro dell’Orologio, Her.S annovera come terzo spettacolo proprio la rivisitazione del capolavoro della letteratura per l’infanzia firmato Louise May Alcott, in scena fino al 13 novembre.
Un video-sipario si alza e, sul lato sinistro del palco, divorando scomposta una mela e contemporaneamente leggendo, siede una giovane ragazza ottocentesca dai capelli sciolti. No, non si tratta di Josephine, la ribelle della famiglia March, piuttosto della Alcott stessa, autrice di Piccole donne. Tra pile di manoscritti e lettere, l’aspirante scrittrice, interpretata da Selene Gandini (anche regista) compone il suo romanzo e, a metà tra ricordi di infanzia e fantasie di divoratrice di libri, vede vivere davanti a sé i personaggi della sua penna. È la vigilia di Natale del 1865 e in un’America impoverita dalla guerra di Secessione, quattro sorelle Meg, Jo, Betty ed Amy trascorrono i pomeriggi rappresentando scenette, cantando al piano, ricordando nostalgicamente quanto possedevano e condividendo quel poco hanno.
A battute che si ricordano a memoria per chi è cresciuto con questo classico, minate talvolta da un’evitabile modernizzazione o sostituzione di termini, le attrici tutte impeccabili e intonatissime, riescono a conferire a ciascun personaggio, come fa visivamente il colore diverso di gonna che indossano, ciò che più le contraddistingue: Meg (Laura Garofoli) la maggiore, pacata ma vanitosa, Jo (Claudia Salvatore) intelligentissima e sensibile, Amy (una apprezzata Carlotta Piraino) la più piccina; quello che non torna è la figura di Beth (Stefania Cesellato) che troppo vivace nel carattere rivelerà i suoi toni solo nel finale, triste per lei.
Louise come con la penna sul foglio, entra ed esce nella finzione a bloccare e reinventare la narrazione, a correggere qualche pensiero, spostando le sue amate marionette e inventandosi personaggi con i quali interagire. Se è vero che della madre affettuosa, della zia ingombrante, del Laurie innamorato prima e dell’affascinante Professor Fritz Bhear dopo, si avverte la mancanza soprattutto circa i balli, le corse e i dialoghi con Jo, la scelta registica non è priva di significato. Perché è di chi vuole concentrarsi soprattutto sul rapporto straordinario tra sorelle, sprofondare nella mente di chi avrebbe voluto essere maschio ma non diventar grande, mantenendo immutata quella condizione familiare per sempre. Ma anche le piccole donne crescono, sono costrette a tirar su i capelli, a trasferirsi, ad affrontare il distacco, mai spezzando quella magia. Consapevole di questo, la Alcott abbandona i cappelli che l’hanno trasformata nei personaggi maschili e rimane lì, da parte, a commuoversi e a sorridere, a scoprirsi finalmente tutt’uno con Jo. Protagoniste nella finzione come nella vita, entrambe sono convinte di fare quello che le rende felici, scrivere. Jo con My Beth, Louise con Little woman. Il tempo passerà, ma loro non saranno mai più belle come in questo momento.

Lo spettacolo è in scena:
Teatro dell’ Orologio

Via De’ Filippini 17/a – Roma
11-12-13 novembre

Little Woman
di Louise May Alcott
regia di Selene Gandini
con Stefania Cesellato, Selene Gandini, Laura Garofoli, Carlotta Piraino e Claudia Salvatore
Produzione: Kinesisart