La fragilità della vita e la memoria del passato

tieffe-teatro-milano1Debutto nazionale al Tieffe Menotti, in scena fino al 26 gennaio, dello spettacolo Lo zoo di vetro, uno dei testi più intensi di Tennessee Williams, realistico e senza tempo, raccontato da Arturo Cirillo.

In questa nuova produzione del Tieffe Teatro, Arturo Cirillo, regista e attore dello spettacolo, ci mostra la fragilità e l’evanescenza della vita, del tempo e della memoria. Parte da una scena realistica, fatta di arredi e oggetti quotidiani, gestualità misurate e naturali, rapporti veri che si instaurano tra i personaggi, per poi immergere il pubblico all’interno di un vero e proprio racconto che appare quasi totalmente onirico. È il racconto dei ricordi nei quali ognuno deglil interpreti in scena risulta immerso, nei quali pare che viva ancora e a cui resta inevitabilmente legato. Un testo senza tempo e allo stesso tempo assolutamente attuale.
Lo spettacolo, come afferma lo stesso Williams, è un dramma della memoria, soprattutto del ricordo del passato come luogo di rimpianto, narrazione del fallimento di una famiglia e delle frustrazioni dei diversi personaggi.

Così vediamo una madre, Milvia Marigliano, all’ombra di una giovinezza ormai perduta, memore di aver avuto la propria occasione per scegliere la vita che voleva, ma consapevole di aver fatto la scelta sbagliata; una figlia zoppa, Monica Piseddu, completamente autoesclusa dalla vita, chiusa in se stessa e nel proprio mondo di cristallo, fatto dalle mura domestiche e dai piccoli animaletti di vetro che colleziona con cura maniacale; un figlio stanco delle responsabilità quotidiane, Arturo Cirillo, che trova libero sfogo solo nella continua visione di film al cinema in cui rivive le avventure che la vita non gli ha concesso; ed infine l’amico d’infanzia, Edoardo Ribatto, che interviene a dare una ventata di positività, anche se solo per un breve lasso di tempo, un tempo, anche questo, che in un attimo è già passato.
La madre aspira al meglio per i figli ma i due fratelli paiono vivere in simbiosi e in uno stato di totale appartenenza l’uno dell’altra, causa, o effetto chissà, di una mancata integrazione a livello sociale, che li rende “diversi” agli occhi della normalità.
Alla luce di tutto questo, ci accorgiamo quanta importanza assuma il concetto di “proiezione” che Cirillo sa mostrarci in diverse scelte della sua regia. Primo fra tutti la scelta di puntare sul pubblico i riflettori, ma anche il continuo rimando ai film in cui il figlio si nasconde ogni sera per sfuggire alla inutile realtà nella quale vive e sognare avventure di cui essere protagonista. E soprattutto nel dare grande rilievo alle fotografie passate dei personaggi che sono un importante elemento scenografico, quasi a voler porre il pubblico di fronte ad un grande album di famiglia, portandolo a trovare una relazione tra quello che i personaggi sono stati nel passato e quello che sono oggi.
Uno spettacolo davvero bello, divertente e amaro allo stesso tempo, ben costruito, ben diretto e, soprattutto, ben interpretato. Senz’altro da non perdere.

Lo spettacolo continua
Tieffe Teatro Menotti
Via Menotti 11, Milano
fino al 26 gennaio

LO ZOO DI VETRO
di Tennesee Williams
traduzione di Gerardo Guerrieri
con Milvia Marigliano, Monica Piseddu, Arturo Cirillo, Edoardo Ribatto
regia di Arturo Cirillo
produzione Tieffe Teatro