Dicotomia del non-essere

teatro-orologio-roma-80x80Giancarlo Moretti torna in teatro con una nuova drammaturgia che indaga il lato oscuro di chi cela se stesso dietro un alter ego. Al Teatro dell’Orologio va in scena Lola D.

Vestiti sparsi, borse e scarpe; uno specchio; una sedia e un tavolino pieno di oggetti tra cui trucchi e guide turistiche. Un ambiente casalingo di matrice femminile, avvolto da una luce blu e dalla musica di un tango, si prepara ad accogliere l’unica protagonista di questo monologo, una donna di cui non sappiamo il nome ma che, scopriremo presto, si presenta per una parte della sua vita con il nome di Lola D.
La donna in scena si racconta attraverso squarci di vita vissuta, lampi sparsi e non sempre legati da un filo temporale attraverso i quali si fanno spazio i disagi interiori irrisolti. A fare da contraltare la figura di un uomo solo immaginata, alla quale la donna si rivolge: è un uomo che, però, non ha alcuna considerazione di lei. «Ordinare, pulire, mettere a posto», questa la frase che a un certo punto la protagonista ripete come un mantra, volendo significare il ruolo unico e piatto di brava donna di casa. Il dialogo immaginario tra lei e l’uomo è fatto delle sole risposte della donna, che lasciano intuire le domande scomode fatte dal compagno. Ed è nel momento della difficoltà che fa la sua prima comparsa Lola D.
Ma chi è Lola D.? Una domanda né banale né semplice a cui rispondere. Lola è il suo alter ego, creato per dare libero sfogo a modi di essere che non riescono ad avere voce quando è se stessa. La donna pare inventarsi questo personaggio per colmare lacune d’amore derivanti da mancanze esterne ma anche da un’incapacità sua propria di apprezzarsi e amarsi.
Quello che sembra un rifugio, un porto franco, si rivela in realtà del tutto controproducente; la sua altra metà le si ritorce contro – dirà lei nel monologo «la vita ha troppe metà che non coincidono mai» – creandole dolore, provocandole odio e invidia. Ѐ questa l’altra faccia della medaglia compresa nella scelta di non-essere, perché così facendo la donna ha annullato se stessa, le sue frustrazioni e insoddisfazioni, in un personaggio che ha talmente idealizzato da arrivare a odiare.
E Lola D., che compare al cambio delle luci blu e scompare al ritorno alla realtà, è inizialmente D come Desiderio, D come Donna; acquisisce poi un’accezione negativa diventando D come Disgrazia. Nel finale, completamente aperto e lasciato alla libera immaginazione dello spettatore, in cui però si intuisce un barlume di salvezza nel ritorno a un ipotetico sud (unico punto realmente oscuro del testo perché pare slegato dal contesto), diventa D come Dolcezza.
Lola D., con il suo cognome puntato, diventa simbolo di un percorso affatto facile che l’unica attrice protagonista, Lucia Ciardo, interpreta con precisione e naturalezza contribuendo alla riuscita di questo interessante testo.

lucia-ciardo

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro dell’Orologio
via dei Filippini, 17/a – Roma
fino a domenica 8 dicembre
orari: da martedì a sabato ore 21.30, domenica ore 18.00

Extravagarte presenta
Lola D.
di Giancarlo Moretti
regia Giancarlo Moretti
con Lucia Ciardo
trucco e immagine Francesca Tonini
foto di scena Francesco Marino
ufficio stampa Maya Amenduni