Dall’avanguardia letteraria del grande poeta spagnolo Garcia Lorca, all’avanguardia futurista dello spettacolo LORCAbaret, viaggio in sei quadri attraverso le oscenità della storia.

Sei quadri, un prologo e un epilogo per raccontare l’america della grande depressione, con le sue atroci storie di intolleranza e violenza, ma anche la Germania di Weimar, il regime franchista in Spagna, tutti tasselli di un mosaico fatto di orrore e intriso di violenza.

Una violenza attuale, che nella contemporaneità ha imparato a scorrere subdolamente senza la necessità di esplodere in superficie, ma comunque efficace e probabilmente ben più pericolosa; per questo, è necessario tornare a riflettere su una società che non riesce ad accettare le spontanee manifestazioni di sessualità, ancora basata sulle discriminazioni razziali e politiche, che trovano negli Usa (la terra della libertà e delle opportunità) una espressione dirompente.

Lo sapeva bene Federico Garcia Lorca, che negli anni 20 condusse un viaggio in America e a Cuba, e raccontò le sue impressioni, le sue inquietudini e le sue sofferte considerazioni su quel mondo in una raccolta di poesie dal titolo Poeta in Nueva York.

Ebbene, il compagno di viaggio di questo spettacolo neo-futurista, in scena fino al 6 marzo presso il Colosseo Nuovo Teatro di Roma, è proprio il grande poeta Lorca, martire e cantore della rivolta contro Franco. Si tratta di LORCAbaret, opera di Simone Nardini che fin dal titolo esprime la coniugazione tra Cabaret, celebre musical dedicato ai teatri tedeschi tra le due guerre – irriverenti e al contempo decadenti, quasi contenessero già in sé il germe della catastrofe – e il nome del poeta interpretato nella performance da Emilio Barone.

Sei quadri: l’arrivo di Lorca a New York e i suoi occhi strabuzzanti dinanzi alle scene di miseria; il ’29, con le descrizioni di soprusi e atti di intolleranza fino al Ku Klux Klan; poi l’arrivo a Cuba e, infine, l’assassinio del poeta al suo ritorno nella terra natale.

Lo spettacolo – di matrice sperimentale ed espressionista – si serve di proiezioni video e di una scenografia che ne sono il vero fiore all’occhiello, assieme ai costumi e, ovviamente, al livello dei testi tratti dal già citato Poeta in Nueva York e Il Publico di Lorca.

Gli attori sono bravi nella loro parte nevrotica, quasi meccanica: finte ballerine di cabaret e, al contempo corpi – maltrattati, denudati, che tentano di resistere alla violenza, nelle molteplici forme attraverso le quali si esprime. Profondamente brechtiana (per non dire lynchiana) la figura del presentatore – interpretato da un ottimo Michelangelo Nari; ottime anche le musiche eseguite dal vivo da Fabrizio Citi.

Un viaggio in America e a casa nostra attraverso sei quadri, le parole di un gigante del Novecento e una sperimentazione teatrale di grande impatto.

Lo spettacolo continua:
Nuovo Colosseo Teatro
dia Capo d’Africa 29/a – Roma
fino a domenica 6 marzo
Orari: feriali ore 22.15 – festivi ore 19.30

LORCAbaret – sei quadri e un assassinio
di Simone Nardini
ispirato a Poeta in Nueva York e Il Publico di Federico Garcia Lorca
scena e costumi Norberto D’Aymaville
elementi scenografici e maschere Carlo Sessa
direzione canora Michelangelo Nari
direzione musicale e musica dal vivo Fabrizio Citi
elementi coreografici e video Paolo Rudelli
con Emilio Baron, Alberto Baraghini, Fabrizio Citi, Stefano Pietro Detassis, Dario Fanfara, Francesco Mazzei, Gabriele Milia, Michelangelo Nari, Armando Pizzuti e Andrea Vasone