A tu per tu: col teatro e con la mente

pisa-ospedalePochi oggetti in scena, un testo drammaturgico a metà tra la scienza e la poesia, agito in una sala dell’ospedale di Pisa da un gruppo di attori. In breve, L’uomo che.

Iniziamo dalla fine. Si esce da questo spettacolo appagati e con ricordi melodiosi, quelli della recitazione dei giovani, appassionati interpreti e della mano felice dei registi. Se la location inusuale può suscitare dubbi, al primo ingresso dell’attrice che interpreta il neurologo Sacks, le incertezze svaniscono, e ci si lascia trasportare come su una barca spinta da venti favorevoli.

Siamo in una saletta dell’Ospedale di Santa Chiara a Pisa dove, per un pubblico raccolto, gli allievi del laboratorio Fare Teatro danno corpo al testo scritto da Peter Brook L’uomo che – a sua volta ispirato dal trattato di Sacks L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello.

Auto-ironico e lieve contro ogni aspettativa, questo studio drammaturgico estrae idealmente oro da una cava nera e buia, ovvero affresca le testimonianze dei pazienti di un ospedale psichiatrico con dolcezza, verità e fede nella guarigione. Gli occhi degli attori che impersonano i dottori esprimono l’inesprimibile senso di comprensione verso i casi più gravi, un senso di calore quasi materno, spesso divertito. Le scene, brevi e incisive, si succedono senza tregua, distanziate da un canto che distende e sussurra una dimensione spirituale, lontana.

Ogni storia racconta uno spezzone di vita interrotta, “senza più passato”, come dice la brava attrice che impersona Sacks. C’è il direttore d’orchestra che non riconosce le persone dai loro lineamenti ma dalla musicalità dei passi; c’è la donna che vive come in un sogno e vorrebbe “mettere un po’ di paura nel sogno” per potersi svegliare; c’è l’uomo dai mille tic (impersonato in maniera esilarante); c’è il ragazzo che ha perso la sensibilità degli arti e desidera ritrovare la libertà; e, ancora, quello che non riesce a guardarsi allo specchio e non riconosce più il valore del tempo. Sono solo alcune delle storie che costellano questo mini firmamento imploso e, tuttavia, palpitante di stelle non ancora morte, che brillano per qualcuno.

La sensibilità estrema con cui lo spettacolo è stato ideato e realizzato è il suo punto di forza. Lo spettatore resta incantato dalla tenera messa a nudo di meccanismi mentali inceppati, ma non per questo ripugnanti o pericolosi. In questo testo si parla della psiche umana come in un poema si tratterebbe del mare, dell’amore o di una rosa. Ed è proprio il mare a suggerire una delle tante immagini poetiche dello spettacolo, descritto da un paziente come “armonia maestosa”.

Un delicato e rispettoso umorismo si mescola con la coscienza del dolore e con un senso di sospensione che rende l’atmosfera scenica tersa quanto la luce d’estate. Lo spettacolo non solo diverte, ma riesce a commuovere, nel finale, quando l’attrice che impersona Sacks diventa a sua volta una paziente, incapace di ricostruire la propria storia passata. E mentre lentamente scende il buio in sala, il dottore invita la donna a ripetere con lui questi versi: “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita”. Il momento del magone, del nodo in gola è decisamente arrivato.

Esperimenti sinceri e ben riusciti come questi dovrebbero essere portati in teatri prestigiosi, per raggiungere più persone possibili. Uno sforzo ben calibrato, veritiero e umile che lascia da parte la tecnica fredda e statica per arrivare al cuore della gente. Scopo raggiunto dai registi e dai bravissimi interpreti.

Lo spettacolo continua:
Ospedale Santa Chiara
via Bonanno Pisano (Edificio 19 D) – Pisa
fino a sabato 28 febbraio, ore 21.00

Laboratorio Fare Teatro, una produzione Teatro di Pisa presenta:
L’uomo che
adattamento e regia a cura di C. Lazzari, L. Biagiotti e F. Farina
traduzione del testo dal francese a cura del corso di laurea magistrale, traduzioni letterarie e saggistica, tirocinio “tradurre per la scena” a.a. 2013-2014 (Dipartimento di filologia, letteratura e linguistica)
con Denise Adamo, Giulia Bargagna, Marta Bettini, Edoardo Biancalana, Cecilia Casini, Andrea Console, Francesco Chiofalo, Eugenio Fortunato, Rachele Mazzali, Nicolas Micheletti, Francesco Orazini, Anna Romani, Mattia Sedda, Nico Tedeschi, Beatrice Tizzano, Flaminia Vannozzi, Filippo Velli, Salvatore Zappia