Intervista al soldato Macbeth

Teatro-StrehlerAlla Scatola Magica del Teatro Strehler di Milano, Laura Pasetti propone il celeberrimo Macbeth di William Shakespeare come se fosse la vicenda di un soldato dei nostri giorni: un’idea brillante per far avvicinare i ragazzi a uno tra i classici del teatro elisabettiano, agita in modo assolutamente consapevole da una compagnia di attori giovani e brillanti.

Mettere in scena un testo di Shakespeare è sempre una questione delicata, in cui bisogna fare i conti con testi più che noti e una tradizione di oltre quattro secoli – in cui si è potuto vedere proprio di tutto. Se in più si vuole presentare una parte consistente dello spettacolo in lingua originale – ossia l’inglese del XVI secolo, complesso anche per chi è madrelingua – e costruire una messinscena efficace per avvicinare i ragazzi italiani all’opera del Bardo, allora le complicazioni aumentano vertiginosamente.
Laura Pasetti – in veste di regista – accetta la sfida e con la sua compagnia scozzese, Charioteer Theatre, propone un Macbeth contemporaneo che si dipana interamente in un bunker durante una tra le tante guerre che sono esplose negli ultimi decenni.
Il protagonista è un giovane soldato – interpretato dal bravo Steven McIntyre – che accetta di raccontare la sua storia a un giornalista italiano – Matteo De Mojana. Tutto è già avvenuto e lo spettatore è proiettato in un vivido passato in cui si mostrano la paura, l’ambizione, la follia e le condizioni estreme a cui giungono uomini messi a dura prova dalla guerra, dal nemico e dall’alcool.
Ottima la scelta di ridurre i personaggi ai soli Macbeth, Banquo e Lady Macbeth, che delineano i momenti salienti in inglese – quello contemporaneo per le parti più discorsive che servono da collegamento al testo originale – oltre al giornalista, che funge da commentatore delle vicende, utilizzando l’italiano. Essendo infatti uno spettacolo in lingua originale, pensato per ragazzi che non hanno una padronanza completa dell’inglese, questa si è rivelata una scelta intelligente che permette di contare su un’ancora di salvataggio nel caso in cui non si sia compreso tutto. Non va però sottaciuta l’importanza di una partecipazione consapevole, preparata grazie a una lettura del testo, o almeno della sua trama, per poterne carpire le sfumature, le allusioni e le finezze – bastino gli esempi dei vaticini delle streghe, che qui compaiono sotto forma di una canzone trasmessa da uno stereo, o della scena tra Lady Macduff e il figlio risolta genialmente con il dialogo tra una bambola di pezza e un orsetto di peluche.
Le atmosfere suggestive, ricreate con le belle luci di Manuel Frenda e i costumi convincenti di Ginevra Danielli, contribuiscono alla comprensione dello spettacolo e a mantenere alta la tensione nello spettatore – che, tuttavia, cala, un po’ inaspettatamente, nel lungo racconto-monologo di Macbeth prima della scena della festa. In effetti, si rimane un po’ disarmati quando l’azione cede il campo alla parola che, purtroppo, in questo caso non basta a svolgere l’intero ingranaggio. I pensieri che si rincorrono sono tanti, forse troppi e se si fosse spezzato il ritmo – eccessivamente regolare – a favore di una maggiore interazione di Macbeth con il giornalista si sarebbe ottenuta una scena più snella e tesa. Sebbene, in quest’ultimo caso, si sarebbe probabilmente persa parte della vitalità della scena successiva. In effetti, dal grande banchetto in poi lo spettacolo assume i contorni di un tripudio di ironia, sarcasmo, ritmi serrati e, talvolta, una leggerezza che non cede ma al côté più frivolo. Quasi Pasetti avesse trovato lo sbocco ideale per il pesante carico di emozioni che lo spettatore ha fatto proprio ed è egli stesso che, d’un tratto, non può che rimanerne sorpreso: tutto è amplificato, accelerato fino al gran finale, al tonfo sordo della sconfitta. Mentre il bellissimo monologo – proposto anche all’inizio con una voce registrata: “To-morrow, and to-morrow, and tomorrow” – risulta esserne la parte più alta: Steven McIntyre ne dà un’interpretazione ottima, semplice ma toccante.
Una menzione speciale per Julia Dixon Philip che fa di Lady Macbeth una ragazza problematica, in grado di trascinare lo spettatore nel vortice della propria follia e isteria; ottimo anche il poliedrico Jamie Walker.
Uno spettacolo senz’altro particolare e di qualità, capace di avvicinare il pubblico più giovane sia per i temi trattati sia per la giovane età degli interpreti, molto affiatati e ben preparati.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Strehler (Scatola magica)
Largo Greppi – Milano
sabato 23 febbraio, ore 17.30 (recita aperta al pubblico)

Lo spettacolo tornerà in scena sempre al Teatro Strehler:
martedì 19 e mercoledì 20 marzo, ore 9.45 e ore 11.15 (per le scuole)

Macbeth. Biography of a killer
di Laura Pasetti
da William Shakespeare
regia Laura Pasetti
con Julia Dixon Philip, Steven McIntyre, Jamie Walker e Matteo De Mojana
luci Manuel Frenda
costumi Ginevra Danielli
produzione Charioteer Theatre