La sacralità del racconto

Ironia, drammaticità e ritmo ancora una volta come elementi fondanti della drammaturgia di Davide Enia in Maggio ’43, monologo sui bombardamenti degli alleati a Palermo, in scena nel bellissimo Ex Convento dei Teatini a Lecce, per il Teatro dei Luoghi Fest & Fineterra. Musiche ad hoc del talentuoso Giulio Barocchieri.

Le capacità e il modo di Davide Enia di fare entrare il pubblico nelle storie riconducono a un’artigianalità del mestiere e dell’arte dell’attore che il teatro contemporaneo tende a sottovalutare, se non a dimenticare.

Non va, invece, persa la bellezza delle parole e il piacere di essere trasportati dalla sacralità del racconto. Nel caso di Maggio ’43 si tratta di un testo ragionato e strutturato da un maestro della narrazione. Il lavoro di Enia va al di là dallo stare sul palco, la sua capacità di trasformare le storie, gli aneddoti, la vita di persone reali in personaggi teatrali è un’autentica forma di indagine civile e storica.

La storia di Gioacchino e dei suoi parenti in Maggio ‘43 è il ritratto di una Sicilia autoctona, quasi pastorale, lontana, ma allo stesso tempo così vicina nei gesti, nei rituali, nelle cadenze dialettali e nei racconti di guerra che chiunque potrebbe aver sentito nei racconti di famiglia.

Il potere dell’oralità, del racconto, della trasmissione porta così dentro a una società e a un teatro all’eterna ricerca di qualcosa di sorprendente, di emozionante, complici anche l’intensa chitarra e i ritmi evocati da Giulio Barocchieri e da un disegno luci che favorisce l’intimità e la profondità della narrazione.

Maggio ’43 è un perfetto esempio dell’autorialità e della bellezza di un palcoscenico non scarno ma essenziale, composto da due sedie, un attore, un musicista, una gestualità puntuale, precisa.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno di  Teatro dei Luoghi Fest & Fineterra
Ex Convento dei Teatini, Lecce
25 luglio

Maggio ‘43
di e con Davide Enia
musiche in scena Giulio Barocchieri
tecnico di compagnia Paolo Casati