Ieri, oggi, domani

Il monologo di e con Davide Enia inaugura la nuova Stagione de La Città del Teatro, intitolata Mareɘ.

Uno spettacolo quello di Davide Enia, Maggio ‘43, che – all’apparenza – pare datato – con quei riferimenti a una guerra lontana nel tempo.

Assistendovi, però, mi è venuto da pensare che di quei fatti, io, sebbene abbia una certa età, a scuola non mi è mai capitato di sentir parlare. Lo sbarco degli ‘Alleati’, in Sicilia, sembrava fosse avvenuto all’insegna di una tranquilla avanzata – con solo qualche scaramuccia qua e là. Il racconto di Enia, al contrario, ci mostra il vero volto della guerra: il prima (quasi innocente), il durante (esperito nello stupore) e ciò che lascia dietro di sé (le macerie umane, oltre che materiali).

Si riscopre un mondo e ci si accorge che basta allargare lo sguardo e quel mondo, ce lo ritroviamo di nuovo – o forse da sempre – intorno a noi. Sempre inevitabile, la guerra, in nome di principi superiori sventolati, come bandiere, che sarebbero intesi al bene di coloro che, in ogni caso, ne pagheranno i disastri.

La ricerca spasmodica del minimo per la sopravvivenza, nella Palermo di allora, è oggi, dopo decenni, attuale quanto mai. Si affamano interi popoli – con l’arma bianca delle sanzioni – nella speranza che si ribellino ai loro presunti dittatori, ben sapendo che noi occidentali dimentichiamo velocemente i disastri degli anni successivi, se quei dittatori – a noi non più graditi – alla fine soccombono.

Una Palermo povera che vive di espedienti, quella narrata da Enia, dove la gente si arrangia alla meglio: una piccola comunità, o una famiglia allargata che – più o meno unita – prova a sopravvivere. Si partecipa a furtarelli, alle razzie dopo i bombardamenti, al collaborazionismo con gli occupanti, ai soprusi di personaggi all’apparenza insospettabili, come un medico che si arricchisce sulla pelle dei propri pazienti (e qui il pensiero va a Napoli Milionaria). Le immagini delle donne, in particolare, dai temperamenti e dalle reazioni più disparati, si fanno largo nella narrazione rivivendo sul palco grazie alla recitazione di Enia accompagnato, con la chitarra e altri strumenti, da Giulio Barocchieri.

Il climax si raggiunge quando la normale – si fa per dire – quotidianità, fatta di piccoli e grandi soprusi, si infrange di fronte a un nuovo volto della guerra, quello dei bombardamenti indiscriminati degli Alleati. Purtroppo, nei miei libri di storia, non compariva, per esempio, Dresda (in Germania), che sarà – come la Palermo che sto rivivendo, questa sera – ridotta a un ammasso di macerie. «Minchia si vede u mari!», esclama il protagonista: l’orizzonte è stato artificialmente modificato in pochi minuti (come lo skyline di New York nel 2001), appiattito di fronte agli occhi attoniti dei sopravvissuti. Interi quartieri sono stati rasi al suolo. Il passato spazzato via. Resta solo la speranza: la ricerca dei propri cari e, allo stesso tempo, la necessità di reinventarsi un futuro circondati da un’umanità vinta – ma non domata. Perché l’umanità si rialza sempre, attingendo a risorse e spirito di sacrificio che paiono inimmaginabili.

Si cercano gli assenti – molti i morti, altri feriti. Tutti tesi a frugare tra le macerie alla ricerca dei dispersi, come dopo un terremoto, uniti più che mai, spalla a spalla. Alla fine in molti mancheranno all’appello: vuoti che non saranno forse mai riempiti – diversamente da quelli imposti dal ‘distanziamento’, che si spera, a breve, sarà solo un ricordo del passato; un brutto ricordo come l’aver pensato che il teatro – arte per eccellenza della comunione (tra attori e spettatori) – possa essere considerato attività ‘inessenziale’.

Un teatro che si rivolge al passato, quello di Enia, per parlare del presente. La guerra continua a infestare il nostro pianeta, così come continua a essere urgente la necessità dei popoli di opporvisi – con il loro spirito comunitario (quello che ci distingue in quanto umanità) e di resistenza. Uno spaccato di vita che apre la Stagione de La Città del Teatro di Cascina sotto i migliori auspici perché la ragione del teatro è specchiare l’esistente e tendere all’utopia, denunciare e sublimare, esserci e tendere.

Durante i prossimi appuntamenti, saremo chiamati a ragionare sul tema della maternità (Una cosa enorme), sul senso del potere (Macbettu), della giustizia (Kohlhaas), il ruolo delle donne nella storia (Lenòr) e quello dell’intellettuale del mondo (Museo Pasolini). E molto altro, in quel di Cascina – piccolo centro in provincia di Pisa tornato a nuova vita.

Lo spettacolo è andato in scena:
sabato 25 settembre 2021, ore 21.00
La Città del Teatro – Sala Grande
via Toscoromagnola, 656 – Cascina (PI)
MAGGIO ‘43
di e con Davide Enia
musiche in scena Giulio Barocchieri
Fondazione Sipario Toscana | Accademia Perduta Romagna Teatri

Stagione serale 2021/2022. Mareɘ
i prossimi appuntamenti in programma:
sabato 23 ottobre, ore 21.00
Sala Grande
MAMMAMIA!
Associazione Culturale Compagnia Maria Cassi
di e con Maria Cassi

sabato 6 novembre, ore 21.00
Sala Grande
UNA COSA ENORME
Fondazione Sipario Toscana | CrAnPi | La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello | Carrozzerie n.o.t.
uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli
con Marta Meneghetti e Roberto Montosi

sabato 13 novembre, ore 21.00
Sala Grande
MIRACOLI METROPOLITANI
Carrozzeria Orfeo
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
con Elsa Bossi, Ambra Chiarello, Federico Gatti, Pier Luigi Pasino, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti e Federico Vanni
musiche originali Massimiliano Setti

sabato 18 dicembre, ore 21.00
Sala Grande
KOHLHAAS
La Casa degli Alfieri
tratto dall’opera Michael Kohlhaas di Heinrich von Kleist di Marco Baliani e Remo Rostagno
attore narrante Marco Baliani
regia Maria Maglietta

sabato 15 gennaio 2022, ore 21.00
Sala Grande
MACBETTU
di Alessandro Serra
tratto dal Macbeth di William Shakespeare
con Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu e Felice Montervino

sabato 29 gennaio, ore 21.00
Sala Grande
MISERICORDIA
scritto e diretto da Emma Dante
luci Cristian Zucaro
con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi e Simone Zambelli

sabato 19 febbraio, ore 21.00
Sala Grande
DEI FIGLI
Fondazione Sipario Toscana | Teatro Stabile di Bolzano | La Piccionaia | Teatro Biondo di Palermo
uno spettacolo di e con Mario Perrotta
e con Luigi Bignone, Dalila Cozzolino, Matteo Ippolito
consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati

sabato 5 marzo, ore 21.00
Sala Piccola
LENÒR
Diaghilev
di Enza Piccolo, Nunzia Antonino e Carlo Bruni
dedicato a Eleonora de Fonseca Pimentel
con Nunzia Antonino
regia Carlo Bruni

sabato 12 marzo, ore 21.00
Sala Grande
SE NON POSSO BALLARE NON È LA MIA RIVOLUZIONE
Mismaonda Creazioni Live
con Lella Costa
progetto drammaturgico Serena Sinigaglia
scrittura scenica Lella Costa e Gabriele Scotti
scene Maria Spazzi
regia Serena Sinigaglia

sabato 26 marzo, ore 21.00
Sala Piccola
IL COLLOQUIO
Collettivo LunAzione
progetto e regia Eduardo Di Pietro
con Renato Bisogni, Alessandro Errico e Marco Montecatino

sabato 2 aprile, ore 21.00
Sala Grande
MUSEO PASOLINI
Mismaonda Creazioni Live
con Ascanio Celestini

Per i Cartelloni di Domenica a teatro e La scuola va a teatro, le informazioni sugli abbonamenti e le misure anti-Covid, consultare il sito https://cittadelteatro.com