Fragilità

due-teatro-roma-80x80Manuale distruzione di e con Mariantonia Capriglione va in scena, all’interno del DOIT Festival – Drammaturgie Oltre Il Teatro, al Teatro Due di Roma.

Definita nell’ormai lontano 1979 dallo psichiatra britannico Gerald Russell, la bulimia è uno degli esiti più evidenti delle contraddizioni che caratterizzano la contemporaneità occidentale come società del benessere. Essa rappresenta infatti una delle manifestazioni più specifiche dei tempi moderni e della sua ipocrisia di fondo e va distinta da quella anoressia cui è spesso accostata e a cui è invece possibile riconoscere l’illustre precedente nei digiuni spirituali del medioevo.

La bulimia (Mia per chi ne è vittima, come ci ricorda Manuale distruzione) può dunque essere interpretata come la spia del lato oscuro di uno status (appunto, il benessere) declinato in primis dal punto di vista materiale e veicolato da pratiche comportamentali paradossalmente in grado di legare consumo e annientamento che hanno finito per istituzionalizzare un modello di competitività nel quale la qualità dell’individuo viene a essere determinata da quella che potremmo definire la capacità di performance, ossia la produttività di beni materiali e immateriali. Tale modello non è ovviamente neutrale, ma è emblema di una vera e propria disumanità che, purtroppo, risulta in grado di legittimare, per fare un esempio, l’attuale dibattito in termini di opportunità politica (consenso) o economica (disponibilità di posti di lavori) in relazione ai recenti fatti di cronaca sull’immigrazione così dimenticando in maniera clamorosa quel dovere all’accoglienza e quel diritto alla migrazione dei popoli che ha strutturalmente forgiato l’essere umano fin dalle sue origini.

Manuale distruzione tenta proprio di formalizzare nel linguaggio teatrale questo disturbo del comportamento alimentare – male endemico, radicato e diffuso che porta per lo più donne tra i 18 e i 25 anni prima a ingurgitare smodate quantità di cibo per poi non metabolizzarlo attraverso il vomito o un eccessivo sforzo fisico – mettendo in scena lo psicodramma di una aspirante attrice combattuta tra la vocazione artistica e la coercizione (tanto pubblica quanto privata) che, da sempre, la (auto)etichetta nei panni del brutto anatroccolo di turno. Una dialettica impossibile tra volontà di bellezza e desiderio di sentirsi adeguati che determinerà quasi fatalmente lo scacco della protagonista, schiacciata dal peso del conformismo sociale e dei propri sogni infranti.

Tuttavia, dopo l’iniziale e audace parallelismo tra il piano artistico dell’attore e quello esistenziale di una donna fuori misura, il monologo sembra mostrare il fiato corto e non pagare nella scelta del drastico cambio di registro (ironico nella prima parte, tragico nella seconda) e la totale dipendenza dalla (pur buona, anche se troppo ingenua nell’interazione con il pubblico) tenuta attorale di Mariantonia Capriglione, votandosi così a una restituzione quasi totalmente verbosa del proprio contenuto e visivamente didascalica rispetto all’esposizione del corpo dell’attrice.

Un allestimento promettente per la radicalità della tematica, poetico nell’accostamento metateatrale e complessivamente convincente nell’interpretazione, vittima però di una drammaturgia troppo frammentata e accennata per risultare realmente – almeno a parere di chi scrive – efficace.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Due Roma

teatro stabile d’essai
Vicolo dei due Macelli, 37

DOIT Festival – Drammaturgie Oltre Il Teatro
Direzione artistica Angela Telesca – Cecilia Bernabei
28 aprile – 24 maggio 2015
in collaborazione con L’Artigogolo, I edizione del concorso di drammaturgia contemporanea
a cura dell’Associazione Culturale ChiPiùNeArt

5-6 maggio
Manuale distruzione
di e con Mariantonia Capriglione
regia Raffaele Romita
Compagnia Fatti d’Arte – Bitonto (BA)
Premio della critica al Roma Fringe Festival 2013
Spettacolo vincitore del Festival Teatrofficina 2014