Allo Zelig tornano i personaggi storici e i tormentoni che hanno reso famoso Della Noce presso il grande pubblico.


Marco Della Noce è tornato, dopo un periodo di assenza, a calcare le tavole dello Zelig e lo ha fatto senza bisogno di presentarsi, forte della fama guadagnata in tanti anni di gavetta nei cabaret milanesi.
Il successo di questo comico dalla parlata caratteristica – un po’ biascicata e molto milanese – risale alla prima edizione televisiva dello show presentato da Bisio, quando ha conquistato il pubblico, il suo pubblico, quello che in questi anni non lo ha mai abbandonato.

Lo spettacolo ha così posto nuovamente sotto i riflettori i suoi vecchi personaggi. L’apertura è stata affidata a Larsen, il fonico che – destabilizzato dagli stupefacenti – racconta aneddoti sulla sua vita e sul suo rapporto con le sostanze delle quali fa uso quotidiano per fuggire dalle delusioni della vita. Poi è toccato ad altri due personaggi Dellanociani ben noti: lo squinternato capo romano dei Nocs – che ha raccontato le sue imprese piuttosto bizzarre – e il suo vice, Beghelli (quello sì che ti salva la vita), accompagnati dal fido cane Bronco – così chiamato perché respira con un solo bronco. Nel finale, non poteva mancare il mitico Oriano Ferrari, capo della scuderia di Maranello, con le sue storie di vita vissuta tra i box del cavallino con la goliardia di piloti e capi meccanici che sembrano usciti da un film di John Belushi.

Amarcord, insomma, per quello che è stato un ideatore di tormentoni e modi di dire che hanno lasciato un segno nello slang comune: come, ad esempio, il termine ”sborone” associato a Socmacher – Schumacher nei racconti del capo meccanico della Ferrari – o la caratteristica parlata del simpatico Larsen – evidentemente provato dall’uso di cannabinoidi.

Quello che, però, è apparso più evidente è stato l’affanno nel pronunciare le battute e nel rincorrere il testo: se Marco Della Noce riesce ancora a far ridere per il modo in cui tiene la scena, i personaggi che incarna e la risata contagiosa che gli sfugge di frequente, Della Noce Marco necessita di aria fresca da far respirare al suo pubblico. Non a caso gli sketch di Oriano Ferrari hanno ancora come protagonista Michael Schumacher e BarrIchello – piloti che ormai non corrono più per il Cavallino – mentre i caratteri di Larsen e del capo dei Nocs sembrano non aver subito alcuna evoluzione. Anche i modi di dire e i tormentoni sono ormai metabolizzati e forse superati e, soprattutto, il personaggio che si alterna di volta in volta – pur cambiando il passamontagna e l’accento – rimane sempre il medesimo e cioè Della Noce stesso. La differenza tra i caratteri è impercettibile ed è segnata solo dalle storie differenti che raccontano.

Il “suo” pubblico, però, è sembrato comunque soddisfatto e gli ha tributato un applauso molto caloroso che, per una platea come quella dello Zelig, rimane un segnale positivo.

Lo spettacolo è andato in scena:
giovedì 17 e venerdì 18 giugno
Marco Della Noce a Zelig
Zelig Cabaret
viale Monza 140 – Milano