Grammatica Naturale – Desaparecidos#43 – Before Break //1 – La porta di sabbia

Al Gararge Zero, per Attraversamenti Multipli, sono ospititi – tra studi trasversali e performance brevi sulla contaminazione – le tematiche sempre fedeli che danno il titolo alla rassegna di Margine Operativo.

Attraversando un lungo corridoio, al cui interno sporgono alberi dai rami illuminati di luci colorate che riparano dall’acqua, si arriva all’entrata del Garage Zero dove ad accogliere l’arrivo del pubblico è la street art di Lucamaleonte, giovane restaturatore romano e artista di strada impegnato nella creazione di opere murali (e non solo) che, ad Attraversamenti Multipli, prende le forme della performance live del suo universo immaginario dal nome Grammatica Naturale.

Entrati nello spazio, assistiamo a Before Break //1 di Balletto Civile, collettivo nomade di performers fondato nel 2003 dalla coreografa Michela Lucenti e sostenuto dalla Fondazione Teatro della Tosse di Genova, che presenta il primo e ancora primordiale studio di un lavoro su cui gli artisti ci concentreranno per i prossimi i due anni proprio a partire da questa prima assoluta. Due giovani danzatori, proveniente dalla break dance, danno vita a una interessante coreografia libera attraverso la quale, entrambi con un completo nero maschile e scarpe lucide alla Jacko, ricordano il mimo e un misto tra break e danza contemporanea: forti nell’espressività, catturano il pubblico e riempiono la scena scandita dal magnetico paesaggio sonoro elettronico di  Maurizio Camilli, mentre la scena si arricchisce di ulteriori due comprimari, che sporadicamente entrano per parlare o approcciare un ulteriore solo. Messa in scena da quattro performers che danzano, cantano e parlano per trentacinque minuti, l’analisi «sullo stato che precede la rottura» rimane, ovviamene, ancorata in superficie e allo spettatore viene fatta assaporare e percepire solo la potenzialità e la forza di un lavoro così ambizioso. 

La serata segue con Desaparecidos#43 degli Instabili Vaganti, spettacolo Acción Global por Ayotzinapa sulla drammatica vicenda che vide quarantatre studenti scomparsi in Messico il 26 settembre 2014, progetto performativo che richiama profondamente la coerenza poetica della compagnia volta a puntare – come ci ricordano le parole della nostra Erika Cofone – «un occhio sui vari scenari del mondo, a partire da quelli di disagio e lotta, dove i diritti umani vengono usurpati e le diverse libertà limitate da imposizioni restrittive». Presentato in forma di estratto breve, di Desaparecidos#43 sono ancora percepibili le sbavature rispetto a un lavoro dall’enorme portato emotivo, politico e ideale, capace di accostare a momenti più didascalici, come nel caso di diversi inserti verbali, formalismi dall’estrema potenza espressiva e plastica.

Dopo la performance Megapopolis «sulle grandi città, fonti inesauribili di esperienze urbane ideali per studiare, indagare, analizzare, e poi svolgere e diffondere un teatro sociale», gli Instabili Vaganti, attraverso dinamiche sceniche sincopate e dense di fisicità, inscenano allora – da un lato – i nuovi desaparecidos del terzo millennio su mandato di un narco-governo amico dei maggiori leader (non solo) occidentali e – dall’altro – un monito alle coscienze di chi, ancora seduto al mondo, rimane convinto che aver immolato ogni ideale per un mondo migliore possa giustificare l’estremo sacrificio di libertà e felicità in nome della sicurezza. Desaparecidos#43 è, allora, il tentativo di caduta del muro delle ipocrisie, il cospargimento di sale sulla ferita al cuore di una umanità che sta automarginalizzandosi, scegliendo di non vedere quegli stessi volti proiettati sulla schiena o schedati al muro durante la performace. Desaparecidos#43 è, visto dall’altra parte dello specchio, la drammatica manifestazione di una società che, nella sua ricerca di omologazione al modello di stabilità e benessere occidentale, continua a far curvare le democrazie altre verso modelli decisionali di autoritaria eteronomia.

E in un periodo storico in cui la partecipazione collettiva e politica è ormai sinonimo di parcellizzazione degli individui in virtù dell’invasivo dominio di una comunicazione digitale che, con assurda paradossalità, sta isolando piuttosto che mettere in autentica relazione, Desaparecidos#43, posto accanto a Megalopolis, rappresenta proprio il doveroso e urgente respiro drammaturgico che ambisce a «pensare globale e agire locale», rispetto al quale le fragilità testuali e di alternanza tra piano verbale e fisico riscontrate al Garage Zero non rappresentano altro che i margini operativi di potenzialità ancora tutte da attualizzare.

La conclusione del secondo venerdì di Attraversamenti Multipli va a La porta di sabbia della compagnia austriaca ospite, come gli Instabili, di Contact Zones, del progetto vincitore del bando Europa Creativa, con un lavoro sperimentale basato sul valore energetico della voce parlante e cantante di Nigar Hasib e Shamal Amin, iraniani d’origine, che nel 1998 hanno fondato a Vienna il Lalish Theaterlabor, formalizzando un sodalizio in essere fin dagli anni Ottanta. Lavorando dentro a un cerchio formato dalle sedie dove siede il pubblico, lei canta usando una speciale tecnica della laringe, potentissima e ipnotica, mentre lui declama versi in una lingua che sembra a tratti antica, celtica, se non addirittura inventata. Una scelta d’ impatto che usò anche Peter Brook, che faceva recitare i suoi attori in greco antico o spesso costruiva momenti scenici con una lingua inventata, con cui il Lalish riesce a dare densità d’atmosfera a uno spazio scenico costruito live con della farina, dei chiodi e delle vesti con grande trasporto emotivo.

Attraversamenti Multipli – Zone di Contatto
teatro – danza – performance – musica – fumetti – street art
organizzato dal gruppo artistico Margine Operativo
direzione artistica di Alessandra Ferraro e Pako Graziani
realizzato con il sostegno di Roma Capitale Assessorato alla Cultura
con il contributo del programma dell’ Unione Europea Creative Europe

Garage Zero, Via Treviri
ore 21
BEFORE BREAK //1
ideazione e coreografia Michela Lucenti
suoni Maurizio Camilli
danzato e creato con Balletto Civile (cast in definizione)
primo studio

ore 21.30
nell’ambito del progetto europeo CONTACT ZONES performing arts in urban spaces
DESAPARECIDOS#43
Acción Global por Ayotzinapa
regia / direction Anna Dora Dorno
performers Anna Dora Dorno, Nicola Pianzola, Marta Tabacco, Hector Padilla Isunza
musiche originali / original music Alberto Novello Jester
drammaturgia originale bilingue / original dramaturgy Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola
cura delle immagini e dello spazio scenico / video images and stage objects Giuliana Davolio
produzione / production Instabili Vaganti
durata ’30

ore 22.15
La porta di sabbia / The door of sand
di Lalish Theaterlabor (Austria)
regia / Directed by Shamal Amin
performer Nigar Haisb, Shamal Amin
and a select group of the workshop participants
nell’ambito del progetto europeo CONTACT ZONES performing arts in urban spaces
durata ’35