La violenza tra mito e mondo contemporaneo

out-off-teatro-milano1Al Teatro Out Off, un testo di Heiner Müller dalla complessa (ma intrigante) lettura.

Enigmatico, classico, postmoderno. Materiali per Medea – diretto da Mattia Sebastian e in scena al Teatro Out Off – è un testo composto tra il 1950 e il 1980 da Heiner Müller, uno dei più importanti drammaturghi tedeschi del XX secolo e da molti considerato come l’erede di Bertolt Brecht.

La trama della tragedia greca è nota: Giasone e gli Argonauti sono riusciti a conquistare il vello d’oro grazie all’aiuto della moglie Medea, capace di uccidere il proprio fratello. Trasferitosi a Corinto con la famiglia, però, Giasone abbandona Medea per sposare Glauce, figlia del re di Corinto, in modo da garantirsi la successione al trono. La vendetta di Medea è spietata: avvelena la futura sposa e uccide i figli avuti con Giasone. All’eroe non resta che la tremenda disperazione. Secondo il mito morirà in solitudine in mare a causa di un cedimento della propria nave.

Nella prima parte dello spettacolo, tuttavia, vi sono solamente rimandi e riferimenti alla tragedia. La scena che si presenta agli occhi dello spettatore appare come un ambiente in decomposizione, con a terra oggetti cerchiati e definiti da scritte realizzate col gesso: un soldato morto con il suo fucile – probabile rimando al conquistatore Giasone; un abito; un pesce; un orinatoio; un escremento. I personaggi sono dislocati nei diversi spazi del palco: domina la scena in primo piano un angelo dalle ali scure che talvolta si muove come un avvoltoio tra i resti di un mondo morente; dal fondo scena una profuga parla della propria misera vita; si destreggiano al centro del palco un anchorman televisivo (il soldato precedentemente steso a terra) e una ballerina/prostituta. La rappresentazione è estremamente frammentaria e diversificata: il testo viene recitato in quattro lingue (italiano, tedesco, inglese e greco); la musica passa dalle sonorità dei tamburi e dei piatti suonati in scena alle note classiche passando per le tonalità swing di un numero da cabaret.

La seconda parte dello spettacolo è più unitaria e si collega direttamente al mito greco. L’ottima Benedetta Laurá narra con intensità la tragedia di Medea in un monologo che ripercorre i momenti di disperazione che conducono agli omicidi di Glauce e dei figli.

Tutto nello spettacolo rimanda alla violenza e alla morte: la vicenda della tragedia classica, il soldato, il fucile, gli spari, l’assassinio dell’anchorman da parte della prostituta, il fragore degli aerei bombardieri in avvicinamento, la sirena che ne segnala l’arrivo, le bombe, il rumore dei passi di marcia di un esercito. Nell’estrema enigmaticità e frammentarietà della rappresentazione si può trovare, dunque, un filo logico che lega mitologia, classicismo, modernità (e post-modernità): un atteggiamento di crudeltà e brutalità insita nell’uomo che conduce alla volontà di conquista (evidente in Giasone), alla guerra e alla morte e che porta, in ultima analisi, alla dissoluzione dei sentimenti e al degrado della società.

Si può parlare, nel complesso, di uno spettacolo ambiguo, complesso, difficile da decriptare, ma altresì interessante. Sta allo spettatore ricomporre i “materiali” e trarne senso e significato, scoprendo quanto gli antichi miti possano insegnarci qualcosa sull’attualità.

Lo spettacolo continua
Teatro Out Off
Via Mac Mahon 16, Milano
Fino al 10 novembre
Da martedì a sabato ore 20.45; domenica ore 16.
Materiali per Medea
Riva abbandonata
Paesaggio con argonauti
Di Heiner Müller
Recitato in italiano, inglese, tedesco, greco
Regia Mattia Sebastian
Con Benedetta Laurá, Mattia Sebastian, Chiara Nanti, Alessio Mizzan, Arianna Tyer
Percussioni Giuseppe Amato
Body painting Elena Taglia pietra
Produzione Sebastian Theatre Company, Artepensiero – eventi culturali