La delicatezza di un’ubriacatura mortale

Matt Elliott ha elaborato un momento di rara bellezza offrendo un concerto come solo lui sa fare. Poche canzoni, poco più di un’ora di musica: ma la bellezza e la poesia non si pesano, si vivono. Ecco come il Bal des Fringants di Lione è divenuto il luogo di accesso alla parte più profonda e delicata della disperazione.

Toccare la forma canzone nel suo intimo. Lasciare la forma esteriore praticamente intatta per insinuarsi al suo interno, lavorando incessantemente il materiale interno, modificarlo attraverso un lavorio senza fine, fino  giungere ad un’organizzazione interna impetuosa, dove la ripetizione insistente e differenziata giunge alla creazione di un circolo mistico di nera ascesi. Sì, abbiamo assistito ad un concerto di Matt Elliott.

Solo in scena, su di un piccolo palco e equipaggiato con un chitarra e pochissimi effetti. The Right to Cry, lunga suite del penultimo album, Only Myocardial Infarction Can Break Your Heart, uscito nel 2013 per Ici d’ailleurs, apre il concerto. La chitarra disegna semplici linee melodiche che la voce fa involare altrove, lontano dall’hic et nunc. Ecco che i primi quindici minuti sono già il sentimento di una dimensione contemporaneamente vicina e lontana, come se egli possedesse il dono di fare un calco della vita per donarci solamente il negativo di tale esperienza, fissando tutto il pieno di tutto quel vuoto che non riusciamo a sentire nella nostra esperienza. Con Matt Elliott noi sperimentiamo l’esperienza del non vissuto. E quegli interstizi impalpabili portati alla superficie dal Nostro dipingono un universo di melanconica bellezza. Come nella successiva Zugzwang dove due frammenti musicali provenienti da mondi diversi, si giustappongono formando un luogo schizofrenico attraversato da una lunga e vorticosa preghiera (Angel please smash the fucking bells”), terminando in un caotico e drammatico finale che si risolve, in maniera imprevista e delicata, nella successiva I Put a Spell on You, antico brano di Jay Hawkins che appartiene ormai ad un’epoca rock lontanissima. E perfettamente in linea con le scelte liriche di Matt Elliott, colui il quale possiede il dono di rendere l’essenza melanconica di ogni melodia. Un ondeggiare lieve (come se fosse l’ultimo movimento possibile) rappresenta la struttura di The Kursk, pezzo che immagina i pensieri di uno dei naufragi del K-141 Koursk, il sottomarino russo inabissatosi nell’agosto del 2000 nelle profondità del mare di Barents e che vide la terribile morte dei 118 membri dell’equipaggio. Dramma che Matt Elliott traduce in quindici minuti di drammatica e indicibile disperazione. La successiva The Calm Before sembra quasi essere una boccata d’aria, una carezza, anche se, molto probabilmente, sarà l’ultima prima della tempesta.

È poi il tempo di Wings & Crown, cantata che tratta di angeli caduti e di corone che perdono le loro teste, violentata da scariche di flamenco indiavolato e che, come spesso avviene nel Nostro, è spazzata da un moto ondivago che dona lei la sua forma. A ben vedere, è proprio questo drammatico moto ondivago la struttura stessa della canzone, una sorta di stratificazione sul posto, un fenomeno di compattazione sonora che dà luogo a una produzione eccedente ogni forma ed ogni limite. È per questo motivo che le tracce di Matt Elliott sono potenzialmente infinite, si autoalimentano in una prospettiva di creazione artistica che non potrà mai essere sufficiente. Noi necessitiamo dell’eccedenza Matt Elliott, ne siamo drammaticamente drogati.

La chiusura del concerto è dedicata ad un’altra cover, una Bang Bang (My Baby Shot Me Down) altamente rallentata che stilla la fatalità del tragico. E il finale lisergico, confuso è l’ultimo (generoso) regalo che questo straordinario artista ci ha voluto fare prima di raggiungere il bancone.

Grazie Matt.

Le Bal des Fringants de Lyon a présenté un moment de sombre grâce : le merveilleux concert de Matt Elliott. Sept chansons ont suffi pour nous plonger dans un univers de présences inquiétantes (nous-mêmes) et des histoires atemporelles, qui se placent hors du temps pour nous montrer l’actualité d’un désespoir insaisissable et insoignable.

Il concerto si è svolto:
Le Bal des Fringants
11 Rue du Bon-Pasteur – Lione
giovedì 9 febbraio 2017

Le Bal des Fringants ha presentato
Matt Elliott

Set
The Right to Cry
Zugzwang
I Put a Spell on You
The Kursk
The Calm Before
Wings & Crown
Bang Bang (My Baby Shot Me Down)

www.lebaldesfringants.com