Ritratti d’autore

Maximilian Nisi, il prossimo 13 maggio per Caratteri Mobili, festival della letteratura e delle arti varie, a grande richiesta torna con Shakespeare amore mio al Teatro Comunale di Lonigo. Un viaggio attraverso le opere del Bardo, di cui l’attore legge alcune scene tratte dai drammi più noti del drammaturgo inglese. Abbiamo incontrato Nisi, il quale ci ha raccontato qualcosa in più dello spettacolo e del suo immenso autore.

Maximilian Nisi: «Shakespeare è un autore misterioso, affascinante, universale. Le sue opere raccontano la bellezza del mondo e le turpitudini dell’essere umano. Non ha creato personaggi, ma vere e proprie personalità. Non ha riprodotto la natura, ma ha raccontato l’uomo e i percorsi e i motivi della sua psiche. I suoi testi sono vivi, più vivi della vita stessa. Sono una lettura perfetta. Le parole da lui usate sono piene di significato, di emozioni e di filosofia. Sono parole eterne. Non vi è passione, sentimento, emozione che Shakespeare non abbia espresso con vitalità tumultuosa. È questo un viaggio nei labirinti dell’esistenza, un’emozione d’arte che è diventata esperienza di vita cominciata tre anni fa quando decisi di celebrare i 450 anni della nascita di colui che è stato, a parer mio, il più significativo e celebre autore drammatico di tutti i tempi. Le sue opere sono state tradotte e ritradotte, sono state rappresentate nei teatri di tutto il mondo, sono state stampate e ristampate in tutte le lingue entrando così nell’Olimpo dell’immortalità. La mia voleva essere, ed è, una vera e propria dichiarazione d’amore al grande Bardo.»

Maximilian, qual è stata la prima opera di Shakespeare che si è ritrovato tra le mani e cosa le ha trasmesso?
M. N.: «La prima opera shakesperiana che ho letto fu La dodicesima notte. Ero giovanissimo. La lessi dietro consiglio di una meravigliosa insegnante di inglese che mi ha dato infiniti stimoli e che non finirò mai di ringraziare. Shakespeare cominciò in quel periodo a spalancarmi la mente e a solleticarmi l’immaginazione. Di primo acchito non lo trovai per niente semplice, anzi, richiedeva approfondimento, attenzione ed è stata proprio la dedizione che da subito ha preteso da me che ha creato quel legame unico, speciale che ancora oggi vive. Poi lessi il Romeo e Giulietta, il Sogno di una notte di mezza estate e così via. Quello che potentemente mi arrivava da quelle pagine, da quelle vicende, era la vita, pregna, densa e appassionata. I personaggi erano figure reali, amici con i quali era affascinante e a volte sconvolgente condividere viaggi avventurosi. Le parole di Shakespeare erano poesia da cui era possibile trarre sagge risposte alle mie domande di adolescente».

«Tutto il mondo è palcoscenico, e tutti gli uomini e tutte le donne non sono che attori. Hanno le loro entrate, le loro uscite… », così inizia la scena settima del secondo atto di Come vi piace; per un attore di grande talento e dall’interessante curriculum, come il suo, cosa rappresentano queste parole?
M. N.: «È la parabola del mondo che Shakespeare fa pronunciare a Jacques, il malinconico ed enigmatico Jacques, che si aggira per le incantate foreste delle Ardenne sostenendo che gli uomini usano il mondo come palcoscenico per la rappresentazione delle loro vite. È una metafora chiara e trasognata che parla dell’intreccio tra finzione e realtà, tra maschera/inganno e verità. Il Bardo nelle sue opere riprende più volte questa immagine. Farà ad esempio dire a Macbeth che la vita è una favola senza alcun significato raccontata da un idiota e che l’uomo non è altro che un poveraccio che si pavoneggia e si arrabatta sulla scena del mondo durante la sua ora per poi sparire nel nulla. Shakespeare con queste metafore celebra il teatro come arte massima e insieme ci parla della vita dell’uomo come di un dramma squallido e privo di senso. Infine, fa dire ad Amleto: prima del famosissimo “il resto è silenzio” che “la vita si riduce a un ruolo che ognuno di noi deve recitare”. Che dire? Io sento di avere un ruolo in questa vita e quotidianamente, nel bene o nel male, lo metto in scena. Immagino che per voi sia lo stesso».

Se per magia, magari grazie a un effetto teatrale, Nisi si ritrovasse su un palcoscenico con Shakespeare, in quale teatro vorrebbe avvenisse l’incontro e soprattutto cosa le direbbe dal profondo del cuore?
M. N.: «Sicuramente mi piacerebbe incontrarlo nel suo teatro e nella sua epoca storica. Sarei certamente eccitato all’idea di conoscerlo: leggendo le sue opere è difficile capire l’uomo che le ha scritte. Dietro ogni opera sembra esserci un uomo diverso con personalità a volte opposte. Pensa alla differenza di stile, di temi, di clima che c’è tra le commedie, le tragedie, i drammi storici, i sonetti, i poemi. Mi piacerebbe incontrare Shakespeare per vedere il suo volto, per ascoltare la sua voce. Lo ringrazierei per i capolavori che ha scritto correndo sicuramente il rischio di rimanere deluso da lui: difficile essere all’altezza di un mito tanto grande».

Il programma dello spettacolo ha in scaletta alcune scene di diverse tragedie scritte dal Bardo. Quale dramma la coinvolge di più e quale personaggio sente a lei, invece, più affine?
M. N.: «Tutte le volte che leggo un’opera di Shakespeare tra le sue pagine ci trovo una parte di me. Mi sento capito. Le sue parole mi fanno esorcizzare paure, mi regalano immagini, mi danno speranza, mi divertono, mi commuovono, mi sorprendono, mi insegnano un sacco di cose. Non riesco a privilegiare un personaggio rispetto ad un altro. Ho trovato grandi affinità anche col vecchio Prospero de La Tempesta, per intenderci. Shakespeare è un autore sublime. Nessuno ha saputo indagare come lui nella complessa e tragica realtà dell’uomo. Ha creato personaggi vivi, a volte sublimi e a volte meschini, nei quali è veramente molto difficile non riconoscersi, personaggi che destano in noi orrore o ammirazione, compassione o riluttanza, ma che in qualche modo ci appartengono. Il Bardo però è stato anche un grande provocatore. Ci ha raccontato fin dove può arrivare l’uomo e quando leggiamo le sue opere ci spinge in modo naturale o violento a prendere una posizione, a operare una scelta: parteggiare per l’onesto e sprovveduto Antonio o per il vitreo e spietato Skylock?».

Maximilian in questo emozionante viaggio è accompagnato al piano dal maestro Stefano De Meo, com’è nata questa collaborazione?
M. N.: «Ho conosciuto Stefano nel 2001. Eravamo entrambi scritturati dal Teatro di Roma diretti da Maurizio Scaparro nel Don Giovanni. Io recitavo, lui suonava. Da quel momento ci siamo ritrovati più volte a collaborare e nel frattempo è diventato anche un caro amico. Tra noi c’è un comune sentire e questo capita poche volte. Credo che la musica abbia un potere comunicativo ed evocativo assoluto. Stefano è un musicista particolarmente ispirato, intelligente ed estremamente sensibile. Lavorare con la musica e con lui è sempre un grande privilegio».

Qual è il “Sogno”, non per forza di una notte di mezza estate, che Maximilian Nisi insegue?
M. N.: «Mi piacerebbe interpretare prima di morire tutti i grandi personaggi shakesperiani. È un sogno ambizioso ed ovviamente irrealizzabile. E così, per sublimare, mi ritrovo a leggere in modo bulimico libri che parlano dell’Old Vic di Londra oppure biografie su Laurence Oliver, John Gielgud, Ralph Richardson e il loro sconfinato teatro».

Perché pensa che Shakespeare sia un autore che debba essere celebrato?
M. N.: «È doveroso far conoscere un autore della portata di Shakespeare perché è estremamente attuale, perché fa pensare e perché molto può insegnare nella sua arguta e mai banale rappresentazione del mondo. Malgrado abbia scritto secondo lo stile e le regole del suo tempo Shakespeare è rimasto un autore moderno, universale. Il grande riscontro che da sempre lo accompagna ha scavalcato i secoli. Credo che questo dipenda soprattutto dai temi che ha scelto e trattato. L’amore, la morte, le sofferenze, le ossessioni, le gelosie, la pazzia, le leggi, i divieti, i drammi interiori, i dubbi che attanagliano la mente, i rimorsi, il pentimento non sono sentimenti provati unicamente dai personaggi shakespeariani, ma sono sentimenti comuni a tutti gli uomini. Sentimenti senza tempo in storie e vite senza tempo. Shakespeare, ti amo!».

Lo spettacolo andrà in scena:
Teatro Comunale
di Lonigo (Vi)
sabato 13 maggio 2017, ore 21.00

Caratteri Mobili Festival della letteratura e delle arti varie presenta
Shakespeare amore mio
da William Shakespeare
con Maximilian Nisi
al pianoforte Stefano De Meo
musiche di Storace, Bach, Scarlatti, Prokofiev, Debussy, De Meo