Perché le signore della scena hanno diritto a celebrarsi

Adriana Asti ripercorre la sua carriera sul palcoscenico del Parenti. Non è la prima. E può sembrare piuttosto retorico. Ma è un ironico tuffo nel periodo d’oro della nostra cultura.

Anche lei? Anche Adriana Asti non resiste alla tentazione del “riepilogo” dei passati 86 anni, dei quali ben 66 trascorsi sul palcoscenico o davanti alla macchina da presa? Anche lei finge di non tenerci, addirittura si sdoppia, fa raccontare la sua vicenda da una presunta alter ego, si porta in scena un attore che fa l’ammiratore e l’altro che fa più o meno il lacché? Anche lei non può fare a meno di snocciolare alcuni suoi cavalli di battaglia e perfino, nel mostrarsi com’era, esibire i suoi nudi?

Ebbene sì. Anche Adriana Asti non resiste. E nello spettacolo Memorie di Adriana, che Andrée Ruth Shammah ha tratto dalle sue memorie, va a ruota libera: dall’infanzia al cinema con Pasolini, Bertolucci, Visconti, Bolognini, Patroni Griffi, De Sica, Buñuel … ma l’elenco è troppo lungo. E qui è il punto. Adriana Asti è una brava attrice. Non la più brava.

C’è in lei qualcosa di sguaiato, la sua pronuncia risente della cadenza milanese, i suoi gesti non sono eleganti, la presenza in scena è frenata dagli anni e la sua figura non è di quelle che catalizza l’attenzione. Ma la sua voce è bellissima e ferma, il suo sguardo mobilissimo, ironico, ammiccante, la sua prosa sciolta. La sua stessa presenza mette allegria. Una bambina troppo allegra, come notava preoccupata sua madre. Una sorta di anti-folletto, l’esatto opposto di Ariel-Lazzarini. Piuttosto una Edith Piaf nostrana: irriverente, trasgressiva, pronta a tutto pur di piacere, ma anche imprevedibile, presuntuosa a tratti (i suoi testi sono simpatici, ma non indimenticabili). Perché allora andarla a sentire/vedere? Perché sotto il suo sguardo scanzonato sono passati “i migliori anni della nostra vita”, intesa come la vita culturale italiana del secondo Novecento.

Amica di Moravia, Pasolini, Bertolucci, Susan Sonntag, Visconti, Musatti, Natalia Ginzburg, Elsa Morante, eccetera eccetera, è saltata come un furetto dietro le indicazioni di Strehler e quelle dello stesso Pinter, si è fatta guidare da Gassman e da Bolognini, ha viaggiato, imparato le lingue, assorbito come una spugna le esperienze più varie, dalla Factory di Warhol ai film ungheresi di Márta Mészáros. Lei ricorda tutto. A noi sembra davvero di essere come su un treno: tutto corre veloce. Ma che paesaggio perduto!

Lo spettacolo è in scena
Teatro Franco Parenti, Sala Grande
Via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino al 24 settembre, ore 20,00 martedì e venerdì, ore 19,30 il mercoledì, ore 21 il giovedì, ore 20,30 il sabato e domenica 16,30

Memorie di Adriana
di Andrée Ruth Shammah
tratto dal libro Ricordare e dimenticare
con Adriana Asti
e con Andrea Soffiantini e Andrea Narsi
al pianoforte Alessandro Nidi esegue sue musiche
drammaturgia Federica Di Rosa
scene Gian Maurizio Fercioni
luci Domenico Ferrari
(durata: 1 ora e mezza)