Lunga vita ai sognatori!

Al Tieffe Teatro di Milano, dal 30 novembre al 1 dicembre, lo spettacolo della Compagnia della Fortezza che ha fatto il tutto esaurito in pochi giorni: Mercuzio non vuole morire – la vera tragedia in Romeo e Giulietta. Storia di una ribellione e di un sognatore ingannato dal suo creatore.

Quando mai vi è capitato di rimanere imbottigliati nella scala del teatro Menotti per scendere ed entrare in sala? A me personalmente mai. Crea grandi aspettative uno spettacolo che giorni prima conta già diverse persone il lista d’attesa perché i posti sono tutti esauriti da un po’; e poi te le ritrovi tutte li queste persone: chi in fila alla cassa aspettando che si liberi un posto, chi per entrare e avido di curiosità per una scena che è già in movimento all’ingresso del pubblico, mentre gli attori si muovono sul palco e recitano parole suggestive ma incomprensibili passando anche tra la gente che cerca il proprio posto in platea.

Eh si, perché questo spettacolo punta molto anche al coinvolgimento fisico delle persone: al pubblico era stato chiesto di portare un guanto rosso e un libro, il primo da indossare quando si allude alle tante morti che queste faide familiari hanno provocato, come a dire – alla De André – “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”; il libro invece andava aperto e alzato nel finale per creare una suggestiva sala piena di colori, immagini e sogni fluttuanti. E infatti questo spettacolo è un vortice continuo di suggestioni, affabulazioni, stimoli caleidoscopici tra il fiabesco e il circense, con dei costumi complessi e curatissimi e la sua scenografia fatta “solo” di giganti pannelli mobili che vengono spostati all’occasione: sopra vi sono riportati quadri di ogni genere, da Caravaggio a Frida Khalo, da De Chirico a Chagall, per non parlare delle gigantografie che ritraggono la Fortezza di Volterra o che riportano stralci dei testi di Shakespeare.

Questo lavoro sulla tragedia di Romeo e Giulietta è una drammaturgia senza drammaturgia, dove l’estemporaneità di certi passaggi confonde lo spettatore in quanto certi momenti di oblio non si capisce se siano parte della drammaturgia o momenti di improvvisazione e di vera difficoltà. Lo spettatore spesso si perde perché un vero filo conduttore non c’è ma ogni tanto è dolce “naufragar in questo mar”: la dimensione onirica domina su tutto, perché la Compagnia della Fortezza – compagnia fondata da Armando Punzo, 25 anni orsono, con i detenuti del carcere di Volterra – punta proprio su questo per riscattare il povero Mercuzio, morto ingiustamente troppo presto. Egli è il personaggio che celebra la vita, il sogno, la libertà, la poesia; tematiche ancora più forti se pensate in relazione a chi le promuove, dei detenuti.
Armando Punzo è quindi un affascinante (come un poeta) e brillante (come un folletto) Mercuzio che tanto condivide con altri personaggi delle tragedie di Shakespeare e della tragedia in generale: è discriminato a priori dalla vita come Otello; è un sognatore e poeta rifiutato come Cyrano; è un Riccardo III che non vedrà mai l’estate della sua vita. Insieme a lui anche la presenza dell’ormai celebre Aniello Arena – Nastro d’argento nel 2013 come miglior attore per Reality di Garrone – dà sicuramente richiamo allo spettacolo e un’energia vorace e autentica all’insieme.

Per chi ama il teatro fatto di atti, scene, e parole chiare fin da subito forse non è lo spettacolo più consigliabile; ma se avete voglia di farvi trascinare in un turbinio colorato di stimoli, gettatevi nel vortice: spesso ciò che destabilizza e confonde sulle prime, lascia segni di ricordi e riflessioni ben più profondi di quanto pensiamo.

Lo spettacolo è in scena
Tieffe Teatro
via Ciro Menotti 11
dal 30 novembre al 1 dicembre

Mercuzio non vuole morire – la vera tragedia in Romeo e Giulietta
Ideazione e regia Armando Punzo
Con i detenuti attori della Compagnia della Fortezza del Carcere di Volterra