Da donna a donna. L’intervista impossibile di Monica Guerritore

Martedì 13 marzo, al Teatro Comunale di Teramo, Monica Guerritore ha raccontato l’intima verità di Oriana Fallaci attraverso uno spettacolo intenso e commovente.

Mi chiedete di parlare è un’intervista impossibile – perché deceduta – alla giornalista, Oriana Fallaci. Un lungo monologo scritto dalla Guerritore, frutto di ricerche d’archivio, lunghe letture di libri e articoli, di un transfer dell’attrice nel mito della reporter d’assalto o dell’autrice scomoda.

Alla base dello spettacolo è infatti rintracciabile la dicotomia tra la donna Oriana e il personaggio Fallaci – inevitabile scissione dell’io tra le ragioni del giornalismo e della testimonianza e l’umana fragilità, le motivazioni personali e più intime che pubblicamente non si è mai concessa di esternare, non ha mai voluto condividere con i suoi lettori. Monica Guerritore ha voluto recuperare le ragioni di Oriana, incrociare il personaggio pubblico con l’io privato per dare un senso ultimo al suo esistere, per restituirle una libertà espressiva che lei stessa si era tolta cristallizzandosi nel proprio personaggio. Per “recuperarne il respiro”, da donna a donna.

A partire dalle poche domande di una voce fuori campo la grande scrittrice si racconta: la Resistenza e il Vietnam; l’amore per Alekos Panagulis – il militante greco che si opponeva al regime dei Colonnelli – e la delusione per non aver avuto un figlio; l’infamia dell’essere umano e la sua ricerca di un trait d’union come indagine di verità, degli elementi autentici del vivere – raschiando le cose sino al loro nucleo essenziale, crudo, monadico. Attraverso un percorso a tappe tra gli eventi più significativi della sua esistenza (l’infanzia a Firenze tra gli antifascisti, le spedizioni di guerra in Medio Oriente, la morte sfiorata a Città del Messico, gli Stati Uniti e l’11 settembre, le numerose interviste), il personaggio Fallaci si rivela raccontando di se stessa, della sua percezione della Storia, di detrattori e oppositori. Delle sue emozioni, dei suoi amori e delle sue sofferenze, della maternità e del suo “bambino mai nato” e, infine, del cancro, l’impietoso cancro che ha tolto la vita, prima, a tutta la sua famiglia e, per ultima, a lei, in una sorta di morte annunciata e da sempre prefigurata.

Stride, oggi, la figura della Fallaci. Profuma di Novecento, di altri tempi, di ideali forti. Ideali tutt’ora praticati ma sempre più nascosti nel marasma culturale dei nostri tempi, sempre più difficili da professare e da promuovere nella pubblica piazza. Si percepiscono, dallo spettacolo, la sua figura contestata, la durezza d’animo e la fragilità, il carattere tagliente e affilato, le scelte dure, dolorose, estreme che ha sostenuto. La sensibilità profonda che solo da un’intelligenza altrettanto profonda può generarsi.

L’omaggio della Guerritore a Oriana Fallaci commuove ed emoziona: Mi chiedete di parlare è uno spettacolo sull’amore e sul dolore, sulla perseveranza e sulla difficoltà del vivere cercando di essere se stessi fino in fondo. Sull’imprevedibilità della vita e sulla generosità di esistere e di donarsi agli altri con la scrittura, con il pensiero, con le parole.

Uno scavo archeologico a cuore aperto in una delle personalità culturali più importanti del nostro Paese e una grande prova, di attrice e regista, di Monica Guerritore. Da vedere.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Comunale 
via Ignazio Rossi 9 – Teramo
martedì 13, mercoledì 14 marzo, ore 21.00 – giovedì 15 marzo, ore 17.00

Fondazione Corriere della Sera, Spoleto54 Festival dei 2Mondi, Compagnia Mauri Sturno presentano:
Mi chiedete di parlare
scritto, diretto e interpretato da Monica Guerritore
voci di Emilia Costantini e Rachid Benhadj
elaborazione del progetto in memoria di Oriana Fallaci
ricerca e raccolta materiali biografici di Emilia Costantini
progetto luci Pietro Sperduti
direttore di scena Andrea Duilio Sorbera
responsabile audio Paolo Astolfi
capo elettricista Marco Marcucci
scenografia Monica Guerritore
costumi Graziella Pera e Monica Guerritore
sartoria D’Inzillo/Roma
effetti speciali Roberto Paglialunga
collaborazione alla regia e autore video Enrico Zaccheo