Ritratti d’autore

Michele Santeramo ci parla del suo ultimo spettacolo, in scena dal 29 gennaio al 1 febbraio al Teatro Era di Pontedera, La prossima stagione, di cui è autore e unico interprete.

Come nasce La Prossima Stagione?
Michele Santeramo: «Dalla volontà tutta privata e personale di tornare a raccontare in scena una storia. Dall’incontro con Cristina Gardumi. Dalla necessità, dal mio punto di vista, di raccontare un sentimento che sembra non trovare più spazio nella quotidianità delle persone, anzi sembra aver assunto contorni di difetto: la tenerezza».

Con quale metodologia si è approcciato a questo ultimo lavoro di cui è regista e unico protagonista?
MS: «La mia epserienza in scena è sempre strettamente legata alla scrittura. Non mi definisco un attore, ma un narratore. Di conseguenza tutto per me nasce dal lavoro di scrittura a tavolino. In questo caso ancora di più perché, trattandosi di uno “spettacolo da leggere”, anche le didascalie diventavano parte integrante dello spettacolo, non perché agite dagli attori ma perché lette dagli spettatori. Una volta precisato il testo, il lavoro di montaggio con le immagini è stato fatto in scena. Le prove hanno inoltre consentito di limare ulteriormente il testo e adattarlo alle necessità di una lettura rapida che riporta il dialogo tra due personaggi».

Come sente e vive questo doppio ruolo?
MS: «Per me la scena è un luogo insolito e affascinante. Normalmente scrivo i testi e non li racconto io, quindi sono certamente più abituato a stare dietro le quinte. L’esposizione in scena è quindi la parte che produce emozioni più forti. Inoltre, la differenza piacevole rispetto al mio lavoro solito (che si svolge prevalentemente nella solitudine della scrittura) è che il doppio ruolo che rivesto in questo spettacolo mi impone una collaborazione viva con altre persone, rendendo tutto il percorso più stimolante. Questa volta, il lavoro con Cristina Gardumi ed Erica Artei ha secondo me prodotto molte migliorie».

Passando a domande di carattere più generale, ritiene ci sia un problema di educazione e formazione del pubblico, nel senso di un cattivo “funzionamento” (magari perché basato su criteri più economici che culturali) delle istituzioni che di questo dovrebbero occuparsi (teatri, compagnie, scuola, critica)?
MS: «Mi verrebbe da dire che fino a quando penseremo tutti che il pubblico vada formato o educato, commetteremo lo stesso errore di valutazione: secondo me al pubblico vanno semplicemente mostrate cose che abbiano a che fare con la vita delle persone. Se uno spettatore che viene a teatro trova davanti a sé qualcosa che non lo riguarda in nessun modo, noi potremo dire che lo abbiamo educato a qualcosa di diverso ma quello a teatro non ci tornerà più. Fare questo non significa adeguare l’opera teatrale al gusto del pubblico, perché non è di questo che si tratta. Vuol dire trattare temi e questioni che siano presenti e vivi nella società nella quale viviamo. Penso che il pubblico, il singolo spettatore, sia maturo e pronto. La gente compra quello che conosce: lo spettatore che compra teatro lo fa senza sottrarsi a questa regola».

Qual è lo stato di salute del teatro?
MS: «Il teatro è ipocondriaco: pensa sempre di star male e a furia di pensarci si ammala veramente».

Chiudiamo come nella nostra ultima intervista: ci dice cosa le riserva – professionalmente parlando – il futuro?
MS: «I progetti hanno tempi di incubazione molto lunghi, quindi dall’ultima intervista a questa è cambiato che le cose sono andate avanti, ma non si sono tutte compiute. Quindi lavoro ancora alla sceneggiatura de La Rivincita, e c’è un nuovo testo teatrale che sto ultimando dopo un paio d’anni che ci giro intorno: si intitola Il Nullafacente e potrebbe trovare prossimamente una strada per la scena. Inoltre tra qualche mese dovrebbe essere debuttare il mio preAmleto con la regia di Veronica Cruciani. Penso però che nelle prossime settimane mi dedicherò con abnegazione a mettere in pratica le teorie de Il Nullafacente. Poi si vedrà».

Lo spettacolo andrà in scena:
Teatro Era

Pontedera
sala Ryszard Cieslak
giovedì 29, venerdì 30, sabato 31 gennaio, ore 21 e domenica 1 febbraio, ore 18

La prossima stagione
spettacolo da leggere
di e con Michele Santeramo
immagini Cristina Gardumi
lps 6 (moon flower bold 2)_scallestimento e luci Erica Artei
direzione tecnica Sergio Zagaglia
produzione Fondazione Pontedera Teatro
Prima nazionale