Molière in versione fiction

Il Misantropo di Francesco Frangipane è un divertente esperimento di rivisitazione in chiave moderna dell’originale di Molière. In scena dal 19 al 24 settembre al Teatro Eliseo.

Il Misantropo è uno spettacolo – happening in cui il pubblico viene accolto nel foyer del teatro e può consumare cocktail seduto comodamente sui divanetti del bar-bistrot, accompagnato dall’eccentrico dj set di Antonello Aprea. Questo momento di attesa è in realtà già performance, durante la quale, tra un drink e l’altro, si potranno osservare personaggi curiosi aggirarsi per la sala; ed è proprio il sopracitato divertissement a regnare nel foyer, in un’atmosfera che ricorda la Grande Bellezza di Sorrentino. Se gli attori interpretano un personaggio, anche il pubblico presente, allora, seppur silente, recita un ruolo in bilico tra apparenza e finzione. Teatro o vita? Chi è spettatore e chi attore?

Il pubblico che recita se stesso (quando sincero) o un falso ruolo nell’era dei social e dell’apparenza mondana viene presto interrotto dal dialogo serrato tra Alceste e Filinte, amici per la pelle ma distanti nel modo di vedere e di affrontare la vita, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei rapporti interpersonali. Il misantropo Alceste non riesce assolutamente a concepire come gli individui possano mentire, come possano essere falsi e cortesi pur di ottenere un posto di riguardo nella società.

Il nostro protagonista è, difatti, l’opposto, dice sempre ciò che pensa senza peli sulla lingua e lo dimostrerà, di lì a poco, nell’incontro-scontro con Oronte, artista visuale, nonché pretendente di Celimene, cortigiana superficiale e sempre in cerca di attenzione, di cui, nonostante sia completamente diversa dal proprio prototipo di donna ideale, Alceste è profondamente innamorato. Il nostro, infatti, non riesce a trattenere il proprio sentimento, anche quando lei fa le fusa a vari spasimanti e sembra rispecchiare proprio tutto ciò che lui odia. Saranno Eliante ed Arsinoè, amiche di Celimene, a svelarne il tradimento, poi provato dalle lettere che Acaste e Clitandro leggeranno a fine spettacolo, screditando completamente Celimene e rivelerandone la caratura di donna falsa e indegna.

In un foyer che, grazie a un sapiente allestimento visual e di luci ricorda un party in un salotto di alto bordo, gli attori della compagnia si muovono con destrezza nelle scene corali, come un gruppo di amici che continua a festeggiare con brindisi, trenini, balli, pettegolezzi e complicità di vecchia data, il vernissage di Oronte.

Al di là dalle differenze di trama rispetto all’originale, i caratteri dei personaggi delineati da Frangipane rimangono fedeli agli originali molieriani, con una Lucrezia Lante della Rovere nel ruolo di Celimene in pole-position per la recitazione naturale e un’espressività visuale e corporea sfaccettata e multiforme. Tuttavia, stravolto nella trama rispetto all’originale, ci si chiede quanto sia stato efficace aver spinto a cambiare così nettamente un classico teatrale, a estraniarlo dal contesto e avvicinarlo a uno sceneggiato televisivo, sicuramente godibile ma superficiale. Lo spettacolo tiene il ritmo e si vede con piacere, ci riporta in un mondo patinato anni Novanta, fatto di costumi sfarzosi e appariscenti, strane statue concettuali kitsch, luci da discoteca.

La bravura e la precisione degli attori ricompensa ogni dubbio, il pubblico li segue con lo sguardo mentre si muovono negli spazi del foyer, ma a causa dell’apparato scenico, della musica (che più che avvolgerle gli attori a volte li sovrasta), dei soffitti alti dell’open space nel quale si svolge lo spettacolo, spesso si perdono le battute e ci si distrae, come quando la pubblicità interrompe una storia e il pensiero va altrove.
Chi troppo vuole nulla stringe?

Lo spettacolo continua
Teatro Eliseo
via Nazionale, 183
dal 19 al 24 settembre
da martedì a domenica alle ore 21,30

Misantropo
di Molière
regia Francesco Frangipane
con Lucrezia Lante Della Rovere, Arcangelo Iannace, Francesco Zecca, Vincenzo De Michele, Miriam Galanti, Silvia Sanvatori, Matteo Quinzi, Gilles Rocca
scenografia Francesco Ghisu
costumi Cristian Spadoni
light designer Giuseppe Filipponio
versi recitati da Oronte e Celimene di Norberto Fratta Pumpuli
dj-set di Antonello Aprea
produzione Argot Produzioni – Teatro Eliseo