mittelfest-recensioneIl Mittelfest prosegue il suo percorso all’insegna del plurilinguismo. Particolarmente interessante la contaminazione tra fado e musica elettronica.

Sul Ponte del Diavolo, che scavalca il Natisone, sventola un variopinto gran pavese di bandiere europee e manifesti colorati. In una nicchia del parapetto di pietra un giovane seduto per terra, a piedi scalzi, barba e capelli lunghi, canta House of the rising sun accompagnandosi con la chitarra, e sembra un reperto dimenticato lì dagli anni Settanta.
Il primo evento della giornata, il recital letterario Musica dalle profondità, si tiene nella chiesa sconsacrata di Santa Maria dei Battuti. «Sono un traduttore, cioè un mediatore», esordisce il poeta croato Tonko Maroevič in ottimo italiano. Anch’egli sembra un superstite d’altri tempi. Ha più di settant’anni, ma nel volto conserva qualcosa di eternamente infantile, come spesso succede ai veri poeti.
Corta barba bianca, capelli in disordine, intercala la conversazione con alcun sue poesie, lette senza enfasi da Monica Mosolo, con un porgere accattivante, e parla del suo amore per l’Italia e per la sua tradizione letteraria; per il Mediterraneo, «non come geografia ma come cultura». Ma ci conduce anche fra orrori della guerra, che ha cambiato il panorama poetico della Croazia, che «ha reso assurdo parlare di cose astratte», offrendoci una composizione dedicata a un suo allievo, ucciso mentre riprendeva la guerra con una macchina da presa:
La telecamera e il fucile.
Il loro obiettivo è ugualmente puntato sulla realtà.
Ma la prima cerca la testimonianza,
il secondo uccide.
Intervista, di Teodor Holman, mi è sembrata un’occasione sprecata. L’aspettativa per la messa in scena tratta da uno degli ultimi film di Theo van Gogh, il regista olandese ucciso da un estremista islamico, era forte, ma il risultato molto modesto. Intanto c’è il problema, non secondario dell’amplificazione. Lo so che il discorso porterebbe lontano ma, se in certi contesti spettacolari la vistosa presenza del microfono di fianco alla bocca può tollerarsi, laddove si mette in scena un testo costruito sulle mutanti dialettiche psicologiche che si intrecciano fra i due personaggi, per di più con l’ausilio di primi piani proiettati su uno schermo che campeggia sul fondale, quell’oggetto appare incongruo e fastidioso. Non solo, ma anche i dialoghi appaiono privi di chiaroscuro, appiattiti in un registro sopra le righe; certi espedienti di regia, come l’ingresso della protagonista dal fondo sala, appaiono incongrui, e anche lo snodo drammaturgico finale, il coup de théâtre conclusivo, perde mordente. Inchiodata a questo registro obbligato, è specialmente Sabina Chiocchio a non convincere, come pure certe soluzioni registiche (la star, titolare – a quanto si desume dal contesto – di un rinomato e generosamente esposto paio di tette, si libera nel finale, dietro un pudibondo schermo, di due vistose protesi posticce). Il pubblico, ancorché desolatamente scarso, applaude freneticamente: tant’è. A me, rimane solo la curiosità e la voglia di vedere il film.
Per consolarci, si va in Piazza Duomo ad assistere a Variations in F.ado minor, una curiosa contaminazione fra Lisbona e Zagabria, fra lo struggimento del fado e la musica elettronica, fra grandi scenografie dalle taglienti line metalliche, composte e ricomposte a vista, e la vigorosa morbidezza dei giovani corpi delle danzatrici e dei danzatori croati. Se la fabula non è sempre trasparente (ma perché mai dovrebbe esserlo, in una coreografia?), le suggestioni figurative e coreutiche sono belle ed efficaci: ora fanno pensare a Escher, ora all’iperrealismo americano, con donne alla finestra in attesa, o dietro le sbarre.
Per i cinefili, c’è ancora la proiezione di Metropolis di Fritz Lang, al Castello Canusso, con le musiche originali eseguite dal vivo; per gli altri, un assaggio di piatti e vini friulani.

Lumpatius Vagabundus

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Mittelfest 2013
Cividale del Friuli – varie location
mercoledì 17 luglio
ore 18.00: Chiesa Santa Maria dei Battuti
Musica dalle profondità
colloquio con Tonko Maroević
a cura di Natka Badurina, letture di Monica Mosolo
un progetto del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Udine
a cura di Annalisa Cosentino e Luigi Reitani
associazione Variabile in collaborazione con Mittelfest
 
ore 20.00: Chiesa di San Francesco
Intervista
di Theodor Holman
tratto dal film di Theo Van Gogh
traduzione di Alessandra Griffoni
con Viola Graziosi e Graziano Piazza
regia Graziano Piazza
scene Francesco Mari
costumi Sabrina Chiocchio
musiche originali Andrea Nicolini
disegno luci Gill Mc Bride
suono e video Valerio Rodelli
produzione IN FORSE
 
ore 22.00: piazza Duomo
Variations in F.ado minor
regia e coreografia Hugo Viera
assistente alla coreografia Giovanni Di Palma
scenografia Dinka Jeričević
costumi Dženisa Pecotić, Emina Tataragić
disegno luci Deni Šesnić
scelte musicali Julio Dertoni
maestro di ballo Mateja Pučko-Petković
corpo di ballo del Teatro Nazionale Croato di Zagabria – Zagreb
produzione Teatro Nazionale Croato di Zagabria – Zagreb
 
ore 23.00: castello Canussio
Metropolis
proiezione del film (1926) di Fritz Lang
con le musiche originali di Juri Dal Dan
Federico Missio, sassofoni
Romano Todesco, contrabbasso
Alessandro Masutti, batteria
Juri Dal Dan, pianoforte
Mittelfest in collaborazione con l’Università degli studi di Udine